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2019/05/24

No, il Pentagono non ha “finalmente ammesso che sta tuttora indagando sugli UFO”

Moltissime testate giornalistiche stanno pubblicando la “notizia” secondo la quale il Pentagono avrebbe “finalmente ammesso che sta tuttora indagando sugli UFO” e viene menzionata “un'iniziativa governativa segreta denominata Advanced Aerospace Threat Identification Program (Aatip)”.

Addirittura, un portavoce del Pentagono, Christopher Sherwood, avrebbe “riconosciuto che il dipartimento sta ancora indagando sui presunti avvistamenti di astronavi aliene.” (Tio.ch; Swissinfo.ch; ANSA; i link portano a copie permanenti su Archive.org).

È una stupidaggine, e per scoprirlo basta usare gli strumenti del giornalismo informatico.

Una ricerca in Google con le parole più significative della notizia, ossia il nome del portavoce e la sigla dell’iniziativa, porta subito alle fonti originali, che sono in lingua inglese e tra le quali spicca l’immancabile tabloid britannico The Sun. Chiunque faccia giornalismo serio sa che se c’è una fonte della quale non è opportuno fidarsi, è proprio il Sun.


Se si va a leggere l’articolo del Sun (copia permanente su Archive.org), salta fuori che è firmato da “Aletha Adu for Sun Online and Steven Greenstreet for NY Post”. In coda all’articolo c'è anche l’indicazione della fonte usata dal Sun: “A version of this story originally appeared on the NY Post.” E nel testo dell’articolo del Sun c'è anche un link alla notizia originale sul New York Post (copia permanente su Archive.org).

Leggendo sulla fonte originale (il NY Post) la dichiarazione del portavoce del Pentagono Christopher Sherwood, salta fuori che il portavoce non ha affatto parlato di “presunti avvistamenti di astronavi aliene”, come il NY Post vuole furbescamente suggerire con la sua grafica inequivocabile:



Sherwood ha infatti parlato di “aircraft”, ossia aerei, non di spacecraft (veicoli spaziali):

“The Department of Defense is always concerned about maintaining positive identification of all aircraft in our operating environment, as well as identifying any foreign capability that may be a threat to the homeland"

“The department will continue to investigate, through normal procedures, reports of unidentified aircraft encountered by US military aviators in order to ensure defense of the homeland and protection against strategic surprise by our nation’s adversaries.”

In traduzione: “Il Dipartimento della Difesa si preoccupa sempre di mantenere un’identificazione positiva di qualunque aereo nel nostro ambiente operativo, nonché di identificare eventuali risorse straniere che possano rappresentare una minaccia al territorio nazionale”; “Il Dipartimento continuerà a investigare, tramite le normali procedure, i rapporti di aerei non identificati incontrati dagli aviatori militari statunitensi per garantire la difesa del territorio nazionale e la protezione contro la sorpresa strategica da parte degli avversari del nostro paese.”

Le parole di Sherwood sono molto chiare: ci vuole una fantasia notevole, o una malizia ancora più notevole, per distorcerle e interpretarle come una rivelazione ufologica.

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Anche quel “finalmente ammesso”, che fa sembrare che sia stato smascherato chissà quale segreto, è una fandonia. La cosiddetta “iniziativa governativa segreta” AATIP è in realtà nota e documentata dal 2017, come spiega questo articolo del New York Times che ne traccia le origini in dettaglio. Lo stesso articolo del NYT spiega che non è vero che “Il Pentagono finora aveva sempre detto di aver chiuso l'Aatip nel 2012”: il Pentagono aveva invece detto che aveva cessato di stanziare fondi per l’AATIP in quell’anno. Due cose molto diverse.

L’AATIP era stato finanziato in gran parte su richiesta del senatore Harry Reid, che è noto per la sua passione per l’ufologia, e gran parte dei soldi era finita nelle casse di una società di ricerca aerospaziale gestita dal miliardario Robert Bigelow, amico del Senatore Reid e ufologo altrettanto convinto.

Una situazione insomma piuttosto discutibile, poco extra e molto terrestre, che si abbina però molto bene con un altro dettaglio.

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Infatti l’autore dell’articolo del New York Post, Steven Greenstreet, non è un giornalista qualsiasi che racconta un fatto di cronaca. È anche lui un ufologo convinto, come dichiara nel suo profilo Instagram:




Aggiungiamoci anche il fatto che un collega debunker, UfoOfInterest, segnala una curiosa coincidenza: guarda caso sta per uscire sul canale TV History un “documentario” che parla proprio di questa “notizia”. History è quello di Alieni: nuove rivelazioni, tanto per capirci.



Chi produce questo “documentario”? Una casa di produzione obiettiva e giornalisticamente distaccata? Non proprio. Si tratta della To The Stars Academy, come nota sempre UfoOfInterest: un’organizzazione diretta da Tom deLonge, quello dei Blink-182 e noto ufologo convinto, tanto da dichiarare di aver dovuto “lasciare la band” per dedicarsi “allo studio degli alieni” (Virginradio.it).

La dirigenza della To The Stars Academy include anche Hal Puthoff: il fisico che credette di aver scoperto i poteri paranormali di Uri Geller e fu smentito dal prestigiatore James Randi, come ben raccontato a suo tempo da Piero Angela. Un incidente che non depone a favore della sua cautela nell’abbracciare l’insolito.

Il team della TTSA include inoltre Luis Elizondo, che guarda caso è l’ex gestore dell’iniziativa “segreta” AATIP del Pentagono, come nota il New York Times.

Com’è piccolo il mondo.

Insomma, la “notizia” è non solo falsa: ha anche tutta l’aria di essere stata scritta a scopo autopromozionale da ufologi che se la suonano e se la cantano tra loro e intanto vendono pseudodocumentari alle reti televisive. Suggerirei un po’ di sano scetticismo.

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