Quanto intraprendenti? Tanto da avere dei bot, ossia dei programmi automatici, che leggono tutte le conversazioni pubbliche sui social network, in particolare Twitter, alla ricerca di immagini accompagnate da frasi come “vorrei averne una T-shirt”.
Quando ne trovano una, generano automaticamente una bozza digitale della T-shirt con l’immagine e la pubblicano nel proprio catalogo online, sperando di attirare clienti offrendo le magliette più trendy del microsecondo.
Fortune e Gizmodo raccontano vari episodi di questo automatismo, che è diventato così diffuso che molti artisti digitali invitano esplicitamente i propri follower a non scrivere nei commenti o post frasi come “I want that on a shirt” e minacciano di bannarli o bloccarli.
Okay, I have to be a hardliner about this: If you respond to any art I share and say that you want it on a shirt, you're getting blocked. I don't want to do this, but I have to protect my work. If you follow me, I'll give you a warning. If not, automatically blocked.— Rob Schamberger (@robschamberger) December 3, 2019
A dimostrazione di questo fenomeno e come sottile forma di vendetta, alcuni artisti hanno creato dei disegni intenzionalmente brutti e contenenti scritte come “Questo sito vende immagini RUBATE, non comperate da loro!”, li hanno postati e hanno invitato i propri fan a rispondere al post scrivendo che volevano quei disegni su una T-shirt.
Risultato: i siti dei magliettari pirati hanno pubblicato in catalogo una maglietta con il disegno e la dicitura.
Ma questo è stato solo l’inizio, perché a questo punto un utente ha suggerito un gesto più forte: postare un disegno che violava il copyright della Disney e recava la dicitura “Questa NON è una parodia. Abbiamo violato il copyright e vogliamo essere portati in causa dalla Disney.” E poi chiedere ai propri follower di commentare o rispondere con “la voglio su una T-shirt”.
Non si sa, per ora, se i siti dei pirati delle magliette sono stati colpiti da azioni legali, ma nell’attesa qualcuno ha fatto un passo ancora più vivace: visto che molti di questi pirati operano dalla Cina, hanno usato gli automatismi dei loro bot per indurre i siti dei pirati a ospitare magliette contenenti messaggi di protesta contro il governo cinese.
Usare le armi del nemico contro il nemico stesso è sempre un’arte che offre soddisfazioni.
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