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2020/04/05

Antibufala: la Cina ha costretto l’Italia a ricomprarsi i dispositivi di protezione che l’Italia le aveva donato!!

Ultimo aggiornamento: 2020/04/06 16:20.

Roberto Burioni, su Twitter, ha chiesto pubblicamente lumi su una storia apparsa su The Spectator negli Stati Uniti; questi sono i miei rapidi appunti d’indagine.

Burioni ha successivamente rimosso il tweet di richiesta, che riporto qui sotto per chiarezza e completezza:



L’articolo in questione di The Spectator è archiviato qui su Archive.org. Ho risposto così alla richiesta di Burioni:





Screenshot dall’articolo:


In traduzione:

Dopo che il COVID-19 è arrivato in Italia, decimando la significativa popolazione anziana del paese, la Cina ha detto al mondo che avrebbe donato dispositivi di protezione (DPI) per aiutare l’Italia a fermare la sua diffusione. Alcune notizie hanno poi indicato che la Cina aveva in realtà venduto, non donato, i DPI all’Italia. Un alto funzionario dell’amministrazione Trump dice a The Spectator che le cose stanno molto peggio: la Cina ha obbligato l’Italia a ricomprarsi la fornitura di DPI che [l’Italia] aveva dato alla Cina durante l’epidemia iniziale di coronavirus.

“Prima che il virus colpisse l’Europa, l’Italia ha inviato tonnellate di DPI alla Cina per aiutare la Cina a proteggere la propria popolazione” ha spiegato il funzionario dell’amministrazione. “Poi la Cina ha rispedito i DPI italiani in Italia -- alcuni, neanche tutti -- e glieli ha fatti pagare.”





Gli antisemitismi ai quali mi riferisco sono questi (ammessi dalla stessa Athey). Mi rifiuto di metterli per iscritto:






Per chi non lo sapesse, Tucker Carlson è un conduttore di Fox News, canale statunitense che ha negato a lungo l’esistenza del pericolo di pandemia, assecondando il negazionismo del presidente Trump, per poi fare uno spettacolare voltafaccia quando i morti hanno cominciato, tragicamente, a salire di numero.






Ovviamente non le ho chiesto di rivelare il nome del funzionario. La risposta di Amber Athey è stata questa:



Screenshot:




Screenshot:




Screenshot:






Screenshot:




Screenshot:







Fine delle comunicazioni.

In sintesi: Athey ha detto che le è stato riferito che se ne è parlato nei media esteri (notizie di terza mano, insomma), ma che non è stata in grado di trovare queste fonti. Poi ha polemizzato sulle cose che ho segnalato a proposito del suo sito e dei suoi tweet passati, chiarendo che all’epoca dei tweet antisemiti aveva 17 anni (come se questo fosse una scusa) ed era il 2012 (quindi oggi ne ha 25, cosa che indica un’esperienza giornalistica non proprio di lungo corso), mi ha accusato di dire “bugie” su di lei e su The Spectator, ma alla fine resta un fatto di fondo: The Spectator non ha portato nessuna prova di questa tesi.

Secondo Enrico Mingori su TPI.it, inoltre, il governo italiano avrebbe smentito la tesi con una nota diffusa oggi (5 aprile), nella quale Palazzo Chigi userebbe le parole “bufala senza precedenti”. Non ho ancora trovato una fonte diretta per questa nota.

Anche Bufale un tanto al chilo si è occupato della vicenda.


2020/04/06 16:20. Athey ha rimosso i suoi tweet. Ne ho però gli screenshot, che ho aggiunto a questo articolo.


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