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2022/01/02

La bufala della richiesta di vietare “porco cane” perché offenderebbe l’animale

Ultimo aggiornamento: 2022/01/02 15:50.

Cominciamo subito bene l’anno con una fandonia pubblicata da alcuni giornalisti, che anche nel 2022 sembrano non avere alcuna voglia di fare verifiche prima di pubblicare sciocchezze, specialmente quando si tratta di storie che possono attirare polemiche e quindi clic pubblicitari.

Il Fatto Quotidiano, per esempio, ha pubblicato la “notizia” di un’iniziativa per togliere le parole porco e cane dalle parolacce, titolando “L’espressione ‘porco cane’ è volgare e insulta l’animale”: l’Associazione Difesa Animali e Ambiente chiede di “modificare queste espressioni” (copia permanente).


 

La Rai ha riportato la “notizia” della richiesta, citando la sigla dell’associazione che l’ha fatta: Animali: Aidaa, eliminiamo parola cane da bestemmie e parolacce (copia permanente). 


 

Il Giornale, a firma di Giannino della Frattina, parla della “meritoria Associazione italiana difesa animali e ambiente”, lamentandosi del “disorientamento di questa disgraziatissima società del politicamente corretto a tutti i costi (anche a costo del ridicolo) nella quale non si chiede di togliere la parola «Dio» dalle bestemmie, ma la parola «cane»” (copia permanente). Ma il disorientato è lui, insieme alle redazioni della Rai e del Fatto Quotidiano.


Infatti la sedicente Associazione Difesa Animali e Ambiente (AIDAA) è una vecchia conoscenza di chiunque faccia debunking: è costituita da una sola persona, Lorenzo Croce, nota per la sua abitudine di diffondere comunicati stampa pieni di “notizie” sballate o completamente inventate. Bufale un tanto al chilo ha accumulato un corposo e pluriennale dossier sul caso AIDAA e sulle redazioni che abboccano sistematicamente alle bufale diffuse da questa “associazione”. 

Pubblicare notizie come questa, senza mettere bene in chiaro che si tratta della fantasia di un singolo che non rappresenta affatto un sentire comune o un’esigenza di molti, inevitabilmente alimenta polemiche inutili e rinforza le posizioni di chi se la prende con gli animalisti asserendo che bloccano tutto e sono fuori dalla realtà. Gli strali di Giannino della Frattina sul Giornale sono un esempio perfetto di questo aiuto, che finisce per penalizzare chi invece difende l’ambiente e gli animali impegnandosi seriamente e usando il buon senso.

Purtroppo si conferma una vecchia regola delle fake news: il giornalista medio è pigro e non controlla, per cui se gli offri un comunicato stampa ben confezionato e pronto per un rapido copiaincolla, e se il comunicato propone una storia accattivante e perfetta per suscitare discussioni, clamori e polemiche, verrà pubblicata ciecamente. Come appunto avviene da anni e continua ad avvenire.

In una redazione moderna dovrebbe esserci sulla scrivania di ogni giornalista un elenco delle fonti da ritenere inattendibili a prescindere e da non pubblicare in nessun caso. Ma sembra che non ci sia alcun interesse a prendere nemmeno queste minime misure di buon senso e di rispetto verso il lettore, che non costerebbero nulla. O forse costerebbero troppo in termini di clic pubblicitari perduti o di linee editoriali da alimentare. 

 

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