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2006/02/01

Alla radio svizzera per chiedere chiarimenti su diritti digitali, anticopia e P2P

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "t.luper", "dabogirl" e "g.ferrario3".
L'articolo è stato aggiornato rispetto alla sua pubblicazione iniziale.

Sono stato invitato dalla RSI (Radio Svizzera di lingua italiana) a partecipare oggi (2/2/2006) dalle 13 alle 13.30, sul canale Rete Uno, al programma Usi e consumi sul tema di cosa è lecito e cosa è illecito scaricare da Internet e sull'intera scena della distribuzione autorizzata e non autorizzata di musica, film e telefilm: la cosiddetta "pirateria".

Con me in studio ci sarà un esperto di diritto d'autore, Mauro Osenda, direttore della SUISA (grosso modo l'equivalente della SIAE italiana), al quale sarà mio piacere fare un po' di domande per cercare di capire cosa è realmente legale fare e cosa no, nel marasma di tasse sui CD vergini, CD originali che non funzionano o t'infettano il PC, DVD che funzionano solo in determinati paesi del mondo e incompatibilità varie.

Alle domande potete unirvi anche voi telefonicamente: tutte le informazioni su come intervenire sono sul sito della RSI, che potete ascoltare anche via Internet in streaming (Real Audio). A più tardi!


Aggiornamento (2006/02/02)


Il tempo è stato davvero tiranno, e molte cose interessanti sono state dette nei fuori onda senza poterle poi riepilogare in diretta, per cui il risultato è stato un po' meno vivace di quello che speravo. Ho comunque una registrazione MP3 della trasmissione (30 MB), se a qualcuno interessa, e ho il permesso della RTSI di diffonderla.

Vale la pena di notare alcune informazioni emerse in trasmissione e fuori onda:
  • dal primo marzo scattano in Svizzera nuove "tasse antipirateria" sui supporti vergini e sui registratori di CD e DVD (un registratore di DVD con disco rigido da 80 giga rincara di 28 franchi; un iPod da 60 giga rincara di 29); [Aggiornamento (2006/03/14): il provvedimento è stato bocciato]
  • a differenza dell'Italia, la copia di un CD/DVD è consentita all'interno della cerchia familiare e degli amici intimi, ma la legge verrà presto cambiata in senso pù restrittivo;
  • a differenza dell'Italia, vale la buona fede, per cui chi scarica a pagamento da un sito non è tenuto a porsi dubbi sulla legittimità del sito;
  • come in Italia, i proventi delle tasse sui supporti vergini vengono ripartiti sulla base delle hit parade, per cui vanno principalmente a chi è già in cima alle classifiche di vendita (chi è povero resta povero, chi è ricco s'arricchisce alle spalle degli autori poveri);
  • la messa in condivisione di brani o filmati di cui non si è titolari è illegale, ed è considerata più grave del loro scaricamento; per ora, tuttavia, le forze di polizia elvetiche non hanno le risorse tecniche sufficienti per perseguire chi mette in condivisione il proprio archivio musicale o video, anche se si stanno attrezzando. In sostanza, per ora chi scarica musica, film e telefilm dai circuiti non autorizzati dorme sonni tranquilli, ma le cose stanno per cambiare.
  • Cosa più importante, non sembra esserci l'accanimento presente in altri paesi: chi viene colto ad aver violato il diritto d'autore in buona fede (per esempio suonando musica ad un funerale senza pagare i diritti) non viene punito ma semplicemente ammonito.
  • Ho lanciato qualche domanda sul problema della non tramandabilità della musica digitale e sui problemi di dimostrare di aver scaricato legalmente un brano, ma fra telefonate e altri discorsi non c'è stato modo di approfondire. Osenda ha comunque dato la sua disponibilità a proseguire l'argomento, e spero di averlo presto ospite in un podcast... ma non voglio anticipare troppo.

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