Questo articolo era stato pubblicato inizialmente su Wired.it, dove non è più disponibile, per cui lo ripubblico qui.
Nella cittadina groenlandese di Ilulissat gli abitanti festeggiano ogni anno il ritorno del sole il 13 gennaio dopo una notte artica ininterrotta lunga un mese e mezzo. Ma quest'anno il sole ha fatto capolino sull'orizzonte con ben due giorni d'anticipo, scatenando nei media di tutto il mondo le congetture più disparate e il solito panico preapocalittico.
L'aspetto interessante di questo caso è che stavolta il coro dei menagramo che interpretano ogni avvenimento come un sintomo dell'imminente fine del mondo è accompagnato da spiegazioni scientifiche che vengono attribuite ad esperti ma che non stanno in piedi, perché poggiano su basi costruite in fretta e furia e con pochi dati a disposizione.
Si può scartare serenamente l'ipotesi catastrofista di uno spostamento dell'asse terrestre, proposta per esempio nel forum di David Icke (l'ex cronista sportivo della BBC che oggi sostiene che i governanti del mondo sono alieni rettiliani camuffati in stile Visitors). Uno spostamento tale da anticipare di due giorni il sorgere del sole alle latitudini artiche sarebbe stato rilevato immediatamente da tutti gli astronomi e astrofili del mondo, perché avrebbe fatto sorgere e calare in anticipo anche tutte le stelle in tutto il pianeta. Invece il mio piccolo telescopio amatoriale, dotato di puntamento automatico basato sul GPS, continua a trovare gli astri esattamente come prima.
Inoltre un anticipo dovuto a uno spostamento dell'asse della Terra avrebbe avuto effetto sul sorgere del sole ovunque nel mondo anziché soltanto in una remota cittadina groenlandese. La notizia, insomma, non conferma affatto le fosche profezie attribuite (falsamente) ai Maya, che annunciano catastrofi per la fine del 2012 e citano disastrose alterazioni della rotazione del nostro pianeta.
Però vanno prese con un pizzico di dubbiosa cautela anche le spiegazioni scientifiche pubblicate dai giornali e attribuite a vari esperti. Varie fonti citano Thomas Posch, dell'Istituto di Astronomia dell'Università di Vienna, che avrebbe spiegato l'alba anticipata dicendo che la causa è un cambiamento dell'orizzonte locale, abbassatosi per via dello scioglimento dei ghiacci. La Stampa, fidandosi di Posch, ha sposato questa spiegazione. Ma Posch ha probabilmente fatto questa congettura senza informarsi prima sulla geografia locale e senza fare due conti, incalzato dai giornalisti.
Infatti un esame delle mappe locali mostra che gli unici ghiacci che possono modificare l'orizzonte di Ilulissat sono quelli del grande ghiacciaio che occupa il fiordo di Jakobshavn, situato a sud della cittadina, e una ricerca nelle pagine del Web dedicate al turismo in Groenlandia rivela che il punto di riferimento e di raduno rituale degli abitanti di Ilulissat per assistere al sorgere del sole il 13 gennaio è Holms Bakke, una collina nota anche come Seqinniarfik, a 113 metri sul livello del mare. Da lì l'orizzonte è costituito dalle montagne che stanno oltre il fiordo, come si può vedere in queste immagini scattate il 13 gennaio del 2008 dalla collina in questione o da queste scattate il 13 gennaio di quest'anno. Quindi lo scioglimento dei ghiacci non c'entra nulla, anche se questa è la spiegazione che ha fatto maggiormente presa nei media anche specialistici, probabilmente perché evoca (a sproposito) lo spauracchio degli sconvolgimenti climatici, che fa sempre notizia.
Un'altra spiegazione proposta è che i cristalli di ghiaccio sospesi nell'atmosfera possano aver riflesso l'immagine del sole, secondo il fenomeno noto come parelio o quello denominato alone: gli abitanti avrebbero scambiato questo riflesso per il sole vero e proprio. Ma il parelio genera immagini fantasma che stanno ai lati del sole, non sopra, e che quindi non sarebbero state visibili con il sole sotto l'orizzonte, mentre l'alone crea un anello molto sfumato intorno al sole, ben diverso da un disco solare.
C'è infatti un altro aspetto che contrasta con le tesi del parelio e dell'alone: la fonte originale della notizia. Molti blog e giornali hanno citato come fonte il Daily Mail, ma il Mail sembra averla pescata dal sito dell'emittente austriaca ORF: questo spiega il ricorso insolito a un astronomo austriaco da parte del giornale britannico. Ma la ORF a sua volta ha preso la notizia dall'emittente groenlandese KNR, che pubblica una fotografia dell'alba prematura, mostrata in piccolo qui accanto. L'immagine, se si riferisce (come sembra) effettivamente all'alba dell'11 gennaio, mostra una porzione di un disco solare brillante, non un vago riflesso.
La KNR ha poi approfondito la notiziola iniziale, segnalando l'interesse dei media internazionali, ma non ha fatto ipotesi dettagliate sulle cause dell'evento, limitandosi a scrivere che “la risposta è probabilmente nell'aria artica secca nella Groenlandia settentrionale”.
In effetti la rifrazione atmosferica è una delle spiegazioni meno traballanti: è noto che le variazioni di densità dell'atmosfera distorcono il percorso dei raggi luminosi, specialmente all'orizzonte (dove la luce attraversa l'atmosfera più obliquamente), per cui può capitare che il sole sia visibile parzialmente anche se dal punto di vista astronomico è sotto l'orizzonte, come avviene per i miraggi delle navi in mare. C'è inoltre un precedente storico molto calzante: si chiama effetto Novaja Zemlja.
Nel lontano 1597, Gerritt de Veer, un membro di una spedizione polare guidata da Willem Barents, si trovava nell'arcipelago artico della Novaja Zemlja quando osservò che il sole era sbucato all'orizzonte il 25 gennaio, nonostante i calcoli astronomici lo dessero invece sotto l'orizzonte. Non solo: il fenomeno si ripeté per due settimane di fila. Inizialmente il suo resoconto non fu creduto, ma oggi abbiamo ampia documentazione fotografica di questi anticipi. Le immagini dell'effetto Novaja Zemlja sono molto simili a quella mostrata dalla KNR per l'evento dell'11 gennaio scorso.
Secondo Accuweather, una delle possibili cause di queste variazioni di densità è una concentrazione atipica di metano nell'atmosfera, a sua volta legata allo scioglimento del permafrost in Russia.
Qualunque sia la spiegazione, va sottolineato un fatto: lo spuntare del sole a Ilulissat è assai meno regolare e puntuale di quello che potrebbe sembrare dalle notizie che circolano in questi giorni per il mondo. La tradizione fissa la data del 13 gennaio, ma il sito groenlandese Sermitsiaq segnala che il 13 gennaio di quest'anno il sole è spuntato con mezz'ora di ritardo, quando gran parte della gente radunatasi a Holms Bakke per l'occasione se n'era andata a casa, e che il giorno precedente non si è fatto vedere del tutto.
Quello che conta è sapere che l'evento groenlandese non è un oscuro presagio di cataclisma ma è una splendida occasione per conoscere meglio i fenomeni reali e affascinanti del mondo che ci circonda, e per ricordare che anche gli esperti più bravi, se messi sotto pressione senza dare loro il tempo e il modo di acquisire dati sufficienti, possono formulare spiegazioni sbagliate.
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