Le funzioni di recupero dei telefonini smarriti o rubati sono molto pratiche, ma i criminali informatici le stanno sfruttando per creare trappole davvero notevoli. Joonas Kiminki su Hackernoon ne segnala una che può ingannare molto facilmente perché gioca sulle emozioni.
Joonas era in vacanza a Torino quando gli hanno rubato l’iPhone lasciato in auto. Così ha attivato Trova il mio iPhone, segnando il telefonino come smarrito, in modo da ricevere una mail di avviso se il telefonino tornava online.
Undici giorni dopo ha ricevuto un SMS e una mail di notifica: telefonino trovato. Entusiasta ed emozionato, ha cliccato sul link fornito nella mail, ha raggiunto il sito di Trova il mio iPhone e ha iniziato a digitare le proprie credenziali. Poi, però, si è accorto che si trattava di un sito falso, che imitava quello autentico in tutto e per tutto a parte due elementi importanti ma facili da dimenticare per l’emozione: la sessione non era cifrata (niente lucchetto nella casella dell’indirizzo) e il nome del sito non sembrava uno di quelli solitamente usati da Apple. Joonas si è fermato a un passo dalla trappola.
Il telefonino era bloccato, quindi come hanno fatto i truffatori a trovarne il proprietario? Probabilmente hanno usato la funzione Cartella medica, che consente di accedere ai contatti d’emergenza anche quando il telefonino è bloccato, e hanno cercato il nome su Google, trovando il sito di Joonas Kiminki (aiutati anche dal suo nome piuttosto raro).
Perché l’hanno fatto? Joonas spiega che non è possibile attivare un iPhone se è collegato a un account iCloud, per cui se il ladro vuole attivarlo deve scollegarlo da iCloud, per cui contatta il derubato e si fa dare con un trucco come questo le credenziali di accesso ad iCloud, in modo da scollegarlo e renderlo rivendibile. Ciliegina sulla torta, ruba anche l’identità della vittima.
Morale della storia: non lasciate in auto oggetti di valore, ovviamente, ma soprattutto fate attenzione, in caso di furto del telefonino, ai messaggi che vi avvisano del suo ritrovamento: spesso sono realizzati in modo molto professionale, perché la rivendita di smartphone rubati è un’industria illegale ma remunerativa. Già che ci siete, attivate un backup dei dati che tenete sul dispositivo e mettete una password sulla schermata di accesso.
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