Credit: Salvatore Aranzulla |
Nei social network è scoppiata la mania delle “Storie”: sequenze di immagini, video, emoji e testi che si compongono man mano nel corso della giornata e poi si cancellano automaticamente 24 ore dopo la loro creazione iniziale. SnapChat, Instagram e Facebook le offrono già da tempo: ufficialmente da oggi 24 febbraio, ma in realtà da qualche giorno, le introduce anche WhatsApp, chiamandole però Stati (Status nella versione inglese).
WhatsApp in apparenza è l’ultimo arrivato in questo campo, ma in realtà lo Stato esiste in WhatsApp sin dal 2009 e anzi era la sua unica funzione, dato che l’app a quei tempi era concepita per far sapere a tutti come si stava. Era solo testo, senza immagini, ma c’era. Oggi lo Stato compare in una veste decisamente più moderna, visiva e adatta ai tempi. È un modo comodo e non invadente per tenere aggiornati gli amici su come sta andando la nostra giornata.
Per procurarsi questa novità occorre avere la versione più recente dell’app di WhatsApp, disponibile per Android, iOS e Windows Phone: la nuova voce Stato si trova in basso a sinistra, accanto a Chiamate, Fotocamera, Chat e Impostazioni.
Creare uno Stato in WhatsApp è semplicissimo: si tocca l'icona Stato e si scatta una foto o si registra un video (oppure li si prende già fatti dalla propria galleria). Per aggiungere una foto o un video a uno Stato già iniziato, si tocca Stato e si poi tocca l’icona di aggiornamento in alto a destra. Esaminando il proprio Stato si può vedere un contatore di quanti lo hanno già visto: toccando l'occhio accanto al contatore si può sapere esattamente chi ha visto lo Stato e si può anche cancellarlo.
Per vedere invece lo Stato di qualcun altro (se lo ha reso visibile a voi) vi basta toccare la voce Stato e poi scegliere il suo nome dall’elenco.
Anche gli Stati di WhatsApp, come tutte le comunicazioni effettuate con questa app, sono protetti dalla cosiddetta “crittografia end-to-end”, per cui in sostanza sono difficili da intercettare; è inoltre possibile scegliere a chi renderli visibili (per esempio a tutti i contatti della rubrica, a tutti tranne alcuni, oppure ancora soltanto a contatti selezionati). Mi raccomando, scegliete bene a chi decidete di rendere visibili i vostri Stati: per esempio, siete sicuri di volerli condividere tutti con i vostri colleghi di lavoro?
Quest’improvvisa passione di tutti i social network per gli Stati o le Storie non è casuale: le Storie sono infatti un punto di forza di SnapChat, concorrente di Instagram e di WhatsApp, per cui sembra proprio che Facebook (che possiede sia Instagram, sia WhatsApp) abbia deciso di stroncare Snapchat copiando la funzione prediletta di questo social network e offrendola ai propri utenti, che sono quasi 2 miliardi e si combinano con quelli di WhatsApp (1,2 miliardi mensili) e con quelli di Instagram, dove 150 milioni di persone pubblicano una Storia ogni giorno.
Riusciranno a reggere a quest’assalto massiccio i 156 milioni di utenti giornalieri di SnapChat? È proprio il caso di dire che è una... Storia tutta da scoprire.
Fonti: Ars Technica, Vincos.it, TechCrunch, Mashable, Salvatore Aranzulla.
Nessun commento:
Posta un commento