Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi piace, potete farne una anche voi per incoraggiarmi a scrivere ancora. Ultimo aggiornamento: 2017/02/22 21:38.
A proposito della "conferenza stampa straordinaria" indetta per domani (22 febbraio) dalla NASA, frenate i vostri entusiasmi, specialmente se siete ufologi: come consueto, i dettagli della conferenza stampa (immagine qui accanto) sono già stati comunicati ai giornalisti accreditati, con richiesta di tenerli riservati fino al 22 febbraio alle 19 ora italiana.
Rispetterò la richiesta di embargo, citando soltanto quanto già annunciato dalla NASA, ma vorrei tranquillizzare gli scalmanati: no, non è stata scoperta la vita su un altro mondo, non stanno per arrivare gli alieni sulla Terra, non sono state scoperte le prove che gli UFO sono visitatori da un’altra dimensione, la sonda Voyager non ha inviato verso Terra messaggi in lingue sconosciute captate negli abissi interstellari ed Elvis Presley non è stato fotografato nudo su Marte.
Per ora posso solo dire che si tratta di una bella notizia astronomico/spaziale e citare la NASA, che parla già pubblicamente di “scoperta al di fuori del nostro sistema solare... riguardante pianeti che orbitano intorno a stelle diverse dal nostro Sole, noti come esopianeti.”
Quindi datevi una calmata, fufologi e complottisti, e cogliete invece l’occasione per scoprire come funziona realmente la diffusione delle notizie nella scienza e capire che tenere segreta una grande scoperta scientifica è praticamente impossibile.
Funziona così: i giornalisti che si occupano di scienza, come il sottoscritto, possono chiedere di ricevere in anteprima le notizie scientifiche. Basta inviare una richiesta apposita a servizi come EurekAlert, dimostrare di scrivere articoli scientifici (nel mio caso, quelli su Le Scienze), firmare un accordo di riservatezza, e il gioco è fatto: arrivano via mail le notizie con qualche giorno d’anticipo rispetto alla divulgazione. Il servizio è gratuito.
Perché si fa così? È una congiura del silenzio? No, è semplicemente una questione di praticità e coordinamento. Chi vuole assistere di persona alla conferenza stampa che copre la notizia deve avere il tempo di prenotare un viaggio in treno o in aereo per raggiungere il luogo della conferenza; chi deve preparare gli articoli deve avere il tempo di scriverli; chi li impagina deve avere il tempo di farlo e deve avere le immagini di accompagnamento; chi stampa e distribuisce giornali e riviste deve avere il tempo di stampare e distribuire.
Non solo: si chiede l’embargo in modo che nessun giornalista “bruci” la notizia e faccia un finto scoop anticipando a tradimento i colleghi. È una scorrettezza che spesso si paga cara: chi non la rispetta rischia di non ricevere più le anteprime e quindi di essere tagliato fuori.
Se vi iscrivete, non aspettatevi notizie sensazionali a getto continuo: quasi tutto quello che ricevo nelle anteprime di stampa è di una noia mortale. L’unica cosa divertente, a volte, è vedere come gli autori cercano di pompare i propri articoli usando titoli con giochi di parole o riferimenti al cinema al limite della disperazione.
Se volete saperne di più, potete leggere questo articolo di Cattivamaestra.it.
In sintesi: qualunque scoperta significativa deve circolare così tanto fra gli addetti ai lavori, puramente per motivi tecnici, che immaginarsi colossali bavagli collettivi di lunga durata è segno che avete visto troppi brutti film di fantascienza. Provate a guardare quelli belli (come Arrival) e a leggere qualche rivista scientifica invece di imbambolarvi davanti ai deliri di qualche Youtubero che non è mai cresciuto.
2017/02/22 21:38
L’embargo è finito e la notizia è ormai di dominio pubblico (leggete la versione dell’ESO in italiano): un gruppo internazionale di astronomi ha trovato un sistema solare, a 40 anni luce dalla Terra, che include ben sette pianeti di dimensioni simili a quelle della Terra. Tre di questi pianeti si trovano nella fascia di abitabilità della stella nana intorno alla quale orbitano, in condizioni che consentirebbero la presenza di acqua liquida e di oceani. Questo non vuol dire che siano abitabili o abitati o che abbiano un clima come quello terrestre: Venere, per esempio, è di tipo terrestre, ma è un inferno con temperature al suolo di 400°C e oltre.
La scoperta è interessante perché è la prima volta che vengono trovati sette esopianeti di tipo terrestre intorno a una medesima stella. La stella, denominata TRAPPIST-1, è molto piccola (l’8% del nostro Sole, poco più grande di Giove) e dalla Terra si vede nella costellazione dell‘Acquario. Le piccole dimensioni della stella consentono ai suoi pianeti di orbitare vicinissimi ad essa (se questi mondi orbitassero intorno al Sole, starebbero tutti ben all'interno dell’orbita di Mercurio, il pianeta più vicino al Sole).
Va chiarito che non abbiamo immagini di questi mondi: per ora sappiamo solo che esistono perché gli astronomi hanno rilevato il loro passaggio davanti alla loro stella (dal nostro punto di osservazione), che ha ridotto lievemente la luminosità della stella. Tutte le immagini che vedrete in circolazione sono illustrazioni basate su ipotesi. Per conoscere dettagli della superficie e delle atmosfere di questi mondi bisognerà attendere la prossima generazione di telescopi, già in costruzione.
Come dicevo, è una bella scoperta, ma non è nulla di sconvolgente o misterioso.
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