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2017/10/20

Epic fail: 30 milioni di dati personali riservati messi online

I fallimenti informatici degli altri hanno un’importante funzione consolatoria: se avete rovesciato il caffè nel laptop del capo, potete sempre dire “beh, perlomeno non ho distrutto il server della contabilità”. Oppure, se volete essere realistici, potete dire “beh, perlomeno non ho messo online a portata di tutti i dati personali di trenta milioni di persone”.

È quello che è successo in Sud Africa: i dati di una trentina di milioni di cittadini, con nomi, cognomi, indirizzi, reddito stimato, cronologia occupazionale e molto altro, compreso l’identificativo unico di 13 cifre usato dall’amministrazione pubblica sudafricana, è finito misteriosamente online, come segnala Troy Hunt di HaveIBeenPwned.com. Un archivio di circa 27 GB, perfetto per furti d’identità su vasta scala e già smerciato fra i truffatori della Rete.

I dettagli della fuga di dati, paragonabile per gravità a quella recente di Equifax che ha interessato circa 140 milioni di americani e molti cittadini europei, sono su Iafrikan.com e indicano che i dati sono stati sottratti a una delle grandi aziende che doveva custodirli. Se volete dare un’occhiata senza pericolo, gli header descrittivi dell’archivio sono qui su Pastebin.com.

Ancora una volta, insomma, le aziende che dovrebbero proteggere i nostri dati sensibili, sfruttabili per truffe e crimini di ogni genere, si sono dimostrate incapaci di farlo. Non c’è insomma da stupirsi se poi il cittadino perde fiducia nell’informatizzazione delle amministrazioni pubbliche e dei servizi.

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