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2021/11/19

Podcast RSI - Il punitore di cheater: chi bara ai videogiochi diventa pagliaccio


È disponibile subito il podcast di oggi de Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, condotto dal sottoscritto: lo trovate presso www.rsi.ch/ildisinformatico (link diretto). Questa è la versione Story, dedicata all’approfondimento di un singolo argomento.

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Buon ascolto, e se vi interessano il testo e i link alle fonti della storia di oggi, sono qui sotto!

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[CLIP: Giocatore indignato che protesta]

Siamo nel bel mezzo di una sessione del gioco Counter-Strike: Global Offensive. Il personaggio comandato da un giocatore è impazzito e ha cominciato a sparare agli altri personaggi suoi alleati. Ovviamente gli altri giocatori non la prendono bene e protestano.

Quello che questi altri giocatori non sanno è che il personaggio impazzito è comandato da un cheater, un giocatore disonesto che ha installato un software, denominato cheat, che gli dovrebbe consentire di barare e vincere più facilmente con dei trucchi ma che in realtà in questo caso altera il funzionamento del gioco in senso opposto, facendo compiere al disonesto azioni assurde tipo buttare via tutte le proprie armi o lanciarsi una granata sui piedi. L’effetto comico è garantito e il baro viene prontamente punito.

Questa è la storia di un punitore di cheater, che adesca chi non vuole giocare onestamente nei videogiochi e poi pubblica i risultati dell’adescamento su YouTube, e di come fa a ottenere questa dolce, comica vendetta.

[SIGLA]

I cheater sono una piaga dei videogiochi online: sono giocatori che installano software speciali che danno poteri maggiori rispetto agli altri giocatori. Per esempio, fanno diventare invulnerabili, aumentano le munizioni, migliorano la mira (sono i cosiddetti aimbot o triggerbot), permettono di vedere attraverso i muri oppure rallentano gli avversari.

Giocare a un videogame multiplayer quando ci sono i cheater è una pena totale: rovina il piacere della competizione. Comportamenti di questo genere sono vietati da quasi tutte le piattaforme di gioco, che sorvegliano la regolarità delle sessioni usando i cosiddetti programmi anti-cheat che rilevano situazioni anomale o successi sospetti. Fare il cheater significa rischiare di essere bannati, ossia buttati permanentemente fuori dal gioco. Ma i disonesti sono tanti e c’è sempre qualcuno che ci prova.

C’è però qualcun altro, una persona che si fa chiamare su Internet ScriptKid, che ha intrapreso una battaglia personale contro questi cheater e li punisce sfruttando la loro disonestà.

Nel 2019 ScriptKid ha creato una falsa cheat per Playerunknown’s Battlegrounds, o PUBG come lo chiamano comunemente i gamer, l’ha messa online presentandola come se fosse un’app di potenziamento e ha aspettato che i giocatori disonesti la scaricassero e installassero.

I risultati non si sono fatti attendere. I video delle sessioni di gioco in cui i bari pensano di stravincere e invece si lanciano inesplicabilmente fuori dalle auto in corsa, carambolando comicamente, o si buttano nel vuoto dagli edifici terminando la sessione di gioco e lasciando in pace i giocatori onesti hanno accumulato milioni di visualizzazioni su YouTube.

ScriptKid ha deciso così di dedicarsi anche a Counter-Strike: Global Offensive, un gioco sparatutto non nuovissimo ma ancora molto popolare. Ha scritto due finte cheat, CSGOReaper e RageMaker, che fanno fare cose assurdamente comiche a chi le installa sperando di acquisire superpoteri, poi le ha messe online pubblicizzandole tramite le inserzioni di Google per farle comparire nei risultati di ricerca di chi cerca soluzioni per barare ai giochi, e ha aspettato che i cheater di tutto il mondo le scaricassero.

Non ha dovuto aspettare a lungo neanche stavolta. Ciliegina sulla torta, le sue finte cheat registrano le figuracce dei bari e le mandano a lui. ScriptKid così pesca le migliori scene e le pubblica su YouTube, così tutti possono assistere per esempio a BurningMan, dove il baro si molla una granata sui piedi invece di lanciarla e poi sta fermo ad attendere che esploda; oppure a NoSpray4U, dove il cheater butta via tutte le proprie armi invece di azionarle a raffica; oppure a InvertMouseADS, che inverte i comandi del mouse quando si aziona il mirino, peggiorando catastroficamente la mira che il baro voleva invece migliorare disonestamente.

Le reazioni dei cheater quando vedono il loro personaggio ballare una sorta di tarantella o scagliare il fucile, venendo poi prontamente eliminato dagli altri giocatori invece di stravincere, sono imperdibili.

E poi c’è la penitenza finale: con BloodBrothers, ScriptKid modifica il gioco in modo che quando il mirino del baro passa sopra un compagno di squadra, il baro gli spara. Un autogol al quale gli altri giocatori rispondono subito facendo una kick, un’espulsione, del giocatore disonesto.

Lo spettacolo di questi personaggi super-macho che fanno cadere le proprie armi come dei dilettanti e rimangono impietriti a chiedersi cosa stia succedendo è irresistibilmente ridicolo. Ma come fa ScriptKid a mostrarci quello che è successo in una sessione di videogioco?

C’è un trucco nel trucco: le condizioni d’uso della falsa cheat creata da ScriptKid dicono esplicitamente che i replay, le registrazioni delle sessioni di gioco di chi installa quella cheat, gli verranno inviate. Solo che i disonesti cliccano sull’accettazione di queste condizioni senza leggerle e quindi non si rendono conto che non solo verranno sbeffeggiati pubblicamente ma hanno anche dato il consenso per farlo a ScriptKid.

Con questa tecnica il vendicatore comico ha accumulato quasi quattrocentomila iscritti sul proprio canale YouTube e sta cominciando a crescere anche su Discord e Twitch. Ha scritto delle false cheat per burlarsi anche dei bari in Minecraft. E cominciano ad arrivare le prime sponsorizzazioni. ScriptKid ha trovato il modo di far diventare remunerativo il mestiere di moderatore di videogiochi, sia pure con una tecnica piuttosto drastica.

Ovviamente il lavoro di ScriptKid non è stato accolto con entusiasmo dai bari, che lo odiano, per cui di lui si sa poco o nulla: non si fa vedere in viso e non si sa dove abiti o quanti anni abbia. Dall’accento si capisce solo che l’inglese non è la sua lingua madre. Ho cercato di intervistarlo per questo podcast, ma finora non ha risposto al mio invito. 

[2021/11/19 10:45. ScriptKid mi ha risposto, dandomi alcune informazioni molto limitate su di sé, ma non mi ha ancora dato il permesso di pubblicarle] 

[2021/11/22 9:50. Ho ricevuto il permesso: ScriptKid dice di avere una trentina d’anni e di provenire da un paese europeo. Aggiunge che ha speso ben più dei 600 dollari iniziali che mostra nei suoi video per pubblicizzare su Google la propria falsa cheat: ne ha spesi oltre 3000 in tutto, ma una volta arrivati gli sponsor li ha recuperati e sta reinvestendo i guadagni; questa attività resta per lui un hobby.]

Questo tipo di contrasto alla piaga dei cheater che rovinano tanti giochi può sembrare una forma di vigilantismo, ma la vena comica e la relativa innocuità della punizione hanno il sopravvento sulle preoccupazioni per eventuali abusi, e sapere che le cheat che si scaricano da Internet potrebbero avere effetti disastrosi può magari indurre qualche aspirante baro a stare sulla retta via e restare aspirante.

In ogni caso, le disonestà via software nei videogame sono un problema molto serio: alcuni paesi, come la Corea del Sud e la Cina, hanno reso legalmente punibile la vendita o l’uso di cheat, e non mancano le azioni legali anche in altri paesi. Per esempio, nel 2017 in California una sentenza ha condannato una ditta tedesca che distribuiva cheat a pagare 8 milioni e mezzo di dollari alla Blizzard, l’azienda creatrice di titoli popolarissimi come World of Warcraft e Overwatch.

La ragione di questo accanimento è molto semplice: la presenza dei cheater nei giochi online allontana i giocatori onesti e riduce gli incassi delle aziende che producono videogiochi. 

Le vendette digitali di ScriptKid, quindi, sono tutto sommato poca cosa rispetto alle punizioni inflitte dalle aziende produttrici di videogame: in alcuni casi il giocatore o la giocatrice che bara non solo si vede bannare l’account, ma si vede disabilitare direttamente la CD Key (la chiave unica e personale del gioco acquistato), per cui deve comprarne una nuova copia se vuole continuare a giocare. A volte i giochi intercettano anche i numeri seriali dei dischi rigidi o altri dati identificativi della console di gioco o del computer, per cui il giocatore disonesto che volesse rientrare nel gioco dovrebbe sostituire integralmente questi dispositivi.

Insomma, il gaming è una cosa seria: è un’industria che avrà ricavi, nel 2021, per circa 180 miliardi di dollari, ossia quasi il doppio di quelli dell’industria cinematografica mondiale, e che continua a crescere. Pensateci, la prossima volta che giocate. E se vedete qualcuno che ha una bravura sovrumana in un videogame, consolatevi e non sentitevi imbranati: magari è solo un cheater che non è ancora stato scoperto.

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