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2022/12/20

Aptera, l’elettrica iperefficiente solare, verrà fabbricata in Italia. A Modena

Ho già accennato in passato al progetto Aptera, un veicolo elettrico a due posti (più ampio bagagliaio) capace di fare fino a 1600 km con una singola carica e così efficiente (16 km/kWh o 6,25 kWh/100 km, il triplo di un’auto elettrica normale) da rendere praticabile la ricarica tramite pannelli fotovoltaici integrati nella carrozzeria ultra-aerodinamica (Cd/Cx 0,13), che danno fino a 65 km di autonomia gratuita al giorno semplicemente parcheggiandola al sole. Il modello base dovrebbe costare intorno ai 26.000 dollari. Il suo unico neo, perlomeno per le strade europee, è la larghezza (ben 2,23 metri).

Ora scopro, grazie al video che potete vedere qui sotto, che verrà assemblata in Italia, e specificamente a Modena. Sì, perché nel video, a 1:30, parla Thomas Vecchi, chief sales director di CPC, e spiega che Aptera ha uno stabilimento italiano e i prototipi sono già in giro. Non vedo l’ora di provare un’Aptera.

Questa è la direzione nella quale dovrebbe muoversi, secondo me, l’industria automobilistica: non verso i gigantismi di oggi (anche fra le auto elettriche), ma verso efficienze sempre maggiori. Perché con le materie prime e i consumi energetici di un’auto tradizionale si possono fabbricare e alimentare tre Aptera o simili, riducendo enormemente il problema della penuria di queste risorse; perché l’iperefficienza riduce drasticamente il problema dei tempi di ricarica e della necessità attuale di avere un posto auto elettrificato; e anche perché un veicolo più leggero ha meno massa da frenare ed è un pericolo minore per gli altri utenti della strada.

Di recente ho fatto una conferenza sulla mobilità sostenibile per i ragazzi e le ragazze delle scuole medie qui in Canton Ticino, e il loro wow quando ho mostrato l’Aptera è un buon segno.

Ora se solo riesco a convincere Aptera a fare una versione con le ruote anteriori che si avvicinano alla carrozzeria a bassa velocità, per ridurre gli ingombri in parcheggio...

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Aggiornamento: Dai commenti mi arriva la segnalazione che l’idea delle ruote rientranti è già stata implementata sulla biposto City Transformer, che passa da una larghezza di un metro a 1,40 quando è in movimento. La foto qui sotto spiega molto eloquentemente l’assurdità della situazione attuale, con automobili monumentali sulle quali troppo spesso c’è una sola persona.

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