“A tutti i social servirebbe maggiore regolamentazione. Account solo con identità verificata, cancellazione conseguente di bot e anonimi, responsabilità su ciò che si scrive, divieto di accesso ai minori di 14 anni. La mancanza di limiti è solo illusione di libertà.” Lo ha scritto il politico italiano Carlo Calenda su Twitter il 30 novembre scorso, aggiungendosi agli altri fantasisti dell’informatica (associazione Consumerismo No Profit, 2021; Luigi Marattin, 2019; Nazario Pagano, 2018) che periodicamente tirano fuori questa proposta senza rendersi conto minimamente di cosa stiano dicendo e del contesto nel quale vorrebbero intervenire.
La faccio breve: obbligare tutti a identificarsi sui social network è una cretinata. Non risolve nulla e causa solo danni ai più vulnerabili. È sempre stato così, sarà sempre così e non importa quanti politici si metteranno in fila uno dopo l’altro a ripetere questa cretinata: resterà sempre una cretinata. Sarà sempre un caso esemplare di checcevoismo compulsivo.
Non ripeto i motivi per i quali è una cretinata: li ho già scritti tempo addietro con l’aiuto degli esperti quindi mi limito a linkarli.
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