Il 15 dicembre un veicolo russo Soyuz attraccato alla Stazione Spaziale Internazionale ha avuto una perdita esterna di un liquido imprecisato che è durata alcune ore, come ho raccontato qui. Le persone a bordo della Stazione non sono in pericolo, ma il veicolo che tre di loro dovrebbero usare per tornare sulla Terra è in avaria.
La NASA ha pubblicato un aggiornamento sulla situazione: Roscosmos ha identificato la fonte della perdita, che è il circuito esterno di raffreddamento della Soyuz. I controllori di volo di Roscosmos hanno effettuato con successo una prova dei motori di manovra della Soyuz. La temperatura e l’umidità all’interno del veicolo sono entro i limiti accettabili. La NASA sta collaborando all’indagine sull’accaduto con il braccio robotico Canadarm 2 per esaminare l’esterno della Soyuz; questo esame è previsto per il 18 dicembre e ha comportato lo slittamento di un’attività extraveicolare statunitense, che avverrà il 21 invece del 19.
Eric Berger su Ars Technica nota che il problema principale è costituito dai computer di volo della Soyuz, che rischiano di surriscaldarsi; servono per il calcolo della traiettoria precisa di rientro in modo che il veicolo atterri in un punto specifico del Kazakistan, dove lo attendono le squadre di recupero. Senza questi computer, la procedura dovrebbe essere eseguita manualmente, riducendo notevolmente la precisione del punto di atterraggio. Le indiscrezioni pubblicate dalla stampa russa su un surriscaldamento oltre 50°C sono state smentite da Roscosmos. Un successivo precisato di Roscosmos ha dichiarato che le temperature nella Soyuz variano da 28 a 30 gradi.
L’avaria al circuito esterno di raffreddamento comporta il problema che il calore che si accumula all’interno del veicolo non può essere dissipato esternamente, e la collocazione dei computer di volo, piuttosto incassati, rende difficile raffreddarli tramite aria fresca della Stazione immessa attraverso il portello di attracco della Soyuz.
Katya Pavlushchenko segnala che la
TASS ha annunciato che i cosmonauti hanno collegato della ventilazione
aggiuntiva alla Soyuz, immettendo aria dalla Stazione. Uno dei
cosmonauti ha detto che nel veicolo fa più caldo del normale ma la temperatura
è accettabile. Sempre la TASS
nota che sono state inviate ai
cosmonauti nuove istruzioni di atterraggio che sostituiscono quelle finora
correnti e vanno usate solo in caso di rientro in emergenza.
Una
particolarità della situazione è che la Stazione ora si trova in uno stato di
cosiddetto high beta, ossia è permanentemente esposta al sole mentre
orbita intorno alla Terra e non finisce mai nel cono d’ombra del nostro
pianeta. Non si sa se questa condizione abbia contribuito o causato al danno,
ma di certo può causare surriscaldamenti, e quindi si sta valutando di
anticipare il rientro dell’equipaggio di questa Soyuz (i due cosmonauti
russi Sergey Prokopyev e Dmitri Petelin e l’astronauta statunitense Frank
Rubio) a prima della fine del mese se si decide che il rischio di
surriscaldamento progressivo non consente di attendere la data di rientro
prevista, ossia marzo 2023.
Non si sa, inoltre, se siano stati danneggiati altri componenti del veicolo. L’ipotesi più plausibile, al momento, è un impatto di un micrometeorite, che potrebbe aver causato altri effetti indesiderati. Si attende l’ispezione visiva per poter valutare meglio la situazione.
Se dovessero risultare danni peggiori, sarà necessario anticipare la partenza della prossima Soyuz e farla volare senza equipaggio fino alla Stazione. Fino a quel momento, in caso di problemi di salute o di emergenza grave a bordo della Stazione, Prokopyev, Petelin e Rubio resterebbero senza una scialuppa per per rientrare.
Gli scenari possibili sono quindi i seguenti:
- La Soyuz rimane attraccata fino a marzo e l’equipaggio la usa per rientrare.
- La Soyuz viene usata per far rientrare in anticipo l’equipaggio.
-
Viene lanciata una Soyuz sostitutiva vuota, guidata da terra, e
quella attraccata in avaria viene sganciata e fatta rientrare tramite
comando remoto, portando eventualmente del carico (materiale o esperimenti
che devono tornare sulla Terra): fattibile (le Soyuz sono fatte per
essere teleguidate e ci sono punti di attracco disponibili nella sezione
russa della Stazione) ma richiede tempi lunghi di approntamento ed è costoso
(significa sacrificare un intero vettore Soyuz oltre al veicolo
spaziale vero e proprio) e la Russia in questo momento ha ancora meno soldi
del solito.
Aggiornamento 2022/12/20 19:00
Tramite Katya Pavlushchenko, segnalo che Roscosmos ha confermato su Telegram che la probabile ubicazione del danno è stata identificata e che la temperatura di bordo è stata ridotta. In un successivo aggiornamento sul proprio sito, l’agenzia spaziale russa ha scritto che “i cosmonauti russi a bordo della Stazione continuano a lavorare secondo quanto pianificato; le loro vite e la loro salute non sono in pericolo [...] secondo le informazioni preliminari, il danno potrebbe essere stato causato da un micrometeoroide o da un detrito spaziale sul radiatore esterno, situato nella sezione strumenti della navicella [...]”.
Inoltre Yuri Borisov, direttore di Roscosmos, ha aggiunto alcuni dettagli tecnici: il diametro del foro è di circa 0.8 millimetri; le decisioni sulle azioni da intraprendere verranno prese il 27 dicembre; se ci sono dubbi sulla sicurezza della Soyuz-MS22, verrà sostituita con la Soyuz-MS23, che può essere approntata per il volo per il 19 febbraio 2023. In una conversazione con i cosmonauti russi, Borisov ha chiesto loro di salutare l’equipaggio statunitense per aver dimostrato “dignità e una mano tesa in questa situazione”.
Il direttore di Roscosmos ha successivamente dichiarato, in un’intervista a una TV russa, che gli statunitensi hanno offerto varie opzioni di aiuto, compresa quella di riportare sulla Terra l’equipaggio della Soyuz usando veicoli americani, ma è stato deciso che questo aiuto non sarà necessario.
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