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2006/04/24

Pirati? No, custodi della cultura. La BBC chiede il loro aiuto

Tempo fa (2002) scrissi un articolo nel quale difendevo la pirateria video e musicale per i suoi meriti di conservazione della cultura:

...le copie pirata di film e DVD non contengono codici di protezione, e usano formati non proprietari per consentirne la massima diffusione. Quei formati sono indipendenti dal sistema operativo e sono pienamente documentati, per cui per le generazioni future sarà banale ricreare la tecnologia per leggerli. Lo stesso non si può dire per i formati benedetti dai grandi gruppi dell'industria del disco e del cinema, che ambiscono anche a blindare l'hardware, con soluzioni come TCPA e l'imminente Palladium.

Come gli amanuensi nel medioevo, questi mastri masterizzatori creano copie delle opere, che così non andranno perse per colpa della miopia collettiva di un'epoca. Certo non è questo lo scopo primario delle loro duplicazioni, ma è un gradevole effetto collaterale da non sottovalutare.

Da allora, il paventato arrivo di Palladium si è avverato, sia pure con altri nomi. E oggi anche il concetto del pirata come custode della musica, dei testi e dei film della nostra epoca trova una conferma forte: pochi giorni fa la BBC ha chiesto formalmente aiuto al pubblico per recuperare oltre cento puntate di un suo programma classico, il telefilm di fantascienza Doctor Who, di cui ha perso ogni traccia.

L'appello della BBC è accorato:

puntate che la BBC pensava fossero andate perdute per sempre sono riemerse nei mercatini dell'usato, dalle soffitte e da altri posti strani... il premio per chiunque trovi una puntata mancante è un Dalek [uno dei più temuti "cattivi" della serie Doctor Who, oggetto di culto nel Regno Unito] a grandezza naturale... decisamente vale la pena di chiedere alla vostra famiglia di controllare nelle soffitte, nei garage, e nelle camere da letto per gli ospiti se hanno vecchie bobine di pellicola che potrebbero recare la magica scritta 'Doctor Who' sull'etichetta.

Trovate l'elenco completo delle puntate perdute, risalenti agli anni 1963-1969, presso quest'altra pagina della BBC.

Molto pittoresco, per carità, ed è anche piacevole sapere che alcune puntate sono state già recuperate grazie a quest'appello, ma c'è un piccolo problema: quei recuperi sono frutto di pirateria.

Infatti le puntate mancanti sono state salvate grazie alle copie abusive fatte dai telespettatori usando registratori audio a bobine e a cassette e filmando il proprio televisore con cineprese 8 mm (non c'erano videoregistratori domestici, a quell'epoca). Questo era illegale all'epoca, e formalmente lo è tuttora nel Regno Unito, anche se nessuno fa rispettare il divieto.

Coloro che obiettano che non occorre la pirateria per custodire la cultura, perché a questo compito provvedono le biblioteche pubbliche e gli archivi cinematografici e televisivi, si trovano smentiti da casi come questi. Chissà quanti altri episodi della nostra cultura audiovisiva sono andati smarriti per sempre, o stanno marcendo in questo momento, per via dell'incuria degli archivisti ufficiali o addirittura a causa di loro atti intenzionali.

Infatti la Wikipedia nota che anche molti altri classici, come The Avengers, noto in Italia come Agente speciale (quello con John Steed e Emma Peel, per intenderci), hanno subito la stessa sorte di Doctor Who e in alcuni casi sono stati cancellati intenzionalmente per tutelare il diritto d'autore.

Spiega infatti la medesima pagina della Wikipedia:

Grosso modo fra il 1967 e il 1978, una notevole quantità di materiale archiviato dalla BBC su nastro video e pellicola fu distrutto o cancellato per fare spazio a nuovi programmi. La ragione principale fu che gli accordi con il sindacato degli attori e con altre organizzazioni commerciali limitavano il numero di repliche dei programmi: ne era concessa solitamente soltanto una, da effettuarsi entro un limite di tempo, in genere due anni.

Queste norme derivavano dal timore dei sindacati che se le emittenti avessero riempito di repliche i propri palinsesti, sarebbe calata la produzione di programmi nuovi, causando disoccupazione fra attori e addetti ai lavori. Questo ebbe l'effetto involontario di far distruggere molti programmi dopo che erano scaduti i loro diritti di replica, perché erano ritenuti inutili per le emittenti.

Il resto dell'articolo della Wikipedia è un viaggio affascinante nelle vicissitudini del recupero delle puntate mancanti di Doctor Who, alcune delle quali sono riemerse in posti impensabili come il Bahrein o Hong Kong. Purtroppo l'articolo è in inglese e mi manca il tempo di tradurlo integralmente.

Amici e lettori mi segnalano anche il caso di un altro telefilm-culto, Spazio: 1999. La RAI ha perso completamente il doppiaggio italiano dell'episodio L'ultimo tramonto. L'audio è stato recuperato e ripubblicato in DVD soltanto grazie alla registrazione artigianale fatta da un fan all'epoca della messa in onda dell'episodio da parte di matrigna RAI, quasi trent'anni fa.

Le stesse fonti mi segnalano che

anni fa in una trasmissione radiofonica raccontarono che ad esempio molti master delle puntate mitiche dell'altrettanto mitica e storica trasmissione radiofonica 'Alto Gradimento' [di Arbore e Boncompagni] sono finiti al macero.

In altre parole, non solo i pirati sono custodi della cultura, ma il diritto d'autore così com'è ora uccide la cultura, vietandone la conservazione.

Cari legislatori, siete ancora convinti di sapere chi sono i bravi e chi sono i cattivi?

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