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2014/12/26

Cinavia, il sistema antipirateria inutile che blocca i video amatoriali degli onesti

Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “lorenzo.rap*”.

Magic in the Moonlight, il nuovo film di Woody Allen, è in programmazione in questi giorni nei cinema in Europa ma è già uscito in DVD e Blu-Ray e quindi è già in circolazione su Internet in un rip di ottima qualità. Il film, fra l'altro, è bello; ciliegina sulla torta, la trama è una gioia per qualunque debunker e simpatizzante del CICAP.

Alcune delle versioni circolanti in Rete producono un effetto piuttosto sorprendente quando vengono riprodotte da un lettore Blu-ray recente: dopo alcuni minuti compare una dicitura in inglese e sparisce l'audio. Nello screenshot mostrato qui sopra, tratto appunto da Magic in the Moonlight, la dicitura recita: “Audio output temporarily muted. Do not adjust the playback volume. The content being played is protected by Cinavia and is not authorised for playback on this device. For more information, see http://www.cinavia.com. Message Code 3.”

L'avviso è generato da un sistema antipirateria incorporato obbligatoriamente nei lettori Blu-ray (è uno standard imposto dalla Blu-ray Association) e venduto da Cinavia. Il sistema si basa sul fatto che nella traccia audio dei film che lo usano vengono incluse delle informazioni non udibili che vengono riconosciute dai lettori Blu-ray. Non è quindi un vero e proprio DRM, ma un watermark: l'effetto è comunque quello di inibire la riproduzione non autorizzata. Il watermark sopravvive ai riversamenti analogici e alle conversioni digitali di formato e risulta presente anche nelle pessime copie abusive fatte con una telecamera al cinema.

Ovviamente Cinavia non regala il proprio sistema a nessuno, né ai produttori dei film, né ai fabbricanti di lettori Blu-ray, per cui alla fine lo paghiamo noi: nel prezzo del biglietto, se andiamo al cinema, e nel prezzo del lettore, se ne acquistiamo uno. Non ho cifre, per ora, per quantificare questo costo, ma è di fatto un prodotto inutile, che non fa nulla per risolvere il problema per il quale viene venduto però fa credere a chi lo usa di aver fatto qualcosa per risolverlo. In altre parole, è l'equivalente cinematografico dell'omeopatia.

Il sistema Cinavia, infatti, non viene installato in tutti i dispositivi: per esempio non c'è in molti media player hardware commerciali, che quindi se ne infischiano del watermark e riproducono senza problemi il contenuto “protetto” da Cinavia. Non solo: esiste software che rimuove il watermark, e oltretutto questo software è legale, perlomeno in Europa, dove le leggi inibiscono la rimozione dei sistemi anticopia ma non parlano di rimozione di watermark (che è un sistema di marchiatura, non di protezione contro la copia: il file “protetto” da Cinavia è infatti perfettamente copiabile).

In pratica, quindi, il sistema Cinavia è facilmente aggirabile da chiunque sia sufficientemente competente e determinato. Non serve a nulla contro i pirati professionisti. Ma ha una conseguenza subdola sugli utenti onesti, quelli che comprano o noleggiano soltanto copie legittime e autorizzate dei film che guardano: blocca i video amatoriali nei quali c'è audio “protetto”. Lo dice chiaramente questa “raccomandazione” della Samsung a proposito di Cinavia:

If the video you’re playing back is a home movie or other personal recording, that includes some professionally produced content (including the audio track of a professionally produced movie or television show), you will need to either skip over the parts of the video that contain the professionally produced content during playback or else create or obtain a version of the video that does not include this protected material.

Sul sito di Cinavia c'è l'equivalente in italiano:

Se il video che si intende riprodurre è un film domestico o un’altra registrazione personale che comprende materiale realizzato professionalmente (come la traccia audio di un video realizzato professionalmente), per riprodurre la vostra registrazione senza disattivazione dell’audio esistono due possibilità:
– Mettere in pausa il video, attendere per 30 secondi che l’audio venga riattivato, quindi saltare le parti corrispondenti al materiale di fattura professionale e continuare a riprodurre il resto del video, oppure
– Mettere in pausa il video, attendere per 30 secondi che l’audio venga riattivato, quindi riprodurlo da un diverso disco ottico per almeno 10 minuti prima di continuare la riproduzione del video.

Cinavia offre anche delle linee guida per i video domestici che spiegano ulteriori dettagli.

Supponiamo, per esempio, che riprendiate la vostra famiglia, con la vostra videocamera, durante le feste di fine anno, mentre in sottofondo c'è la TV accesa che mostra un film. Volete conservare per sempre le reazioni dei vostri figli la prima volta che vedono Bambi o scoprono chi è davvero Darth Vader o come funziona l'inganno centrale di The Prestige. In entrambi i casi Cinavia bloccherà la riproduzione del vostro contenuto autoprodotto, perché nel vostro video c'è l'audio di un film “protetto”. Non siete pirati, non volete esserlo, ma i vostri ricordi personali saranno proibiti e irriproducibili. Per riprodurli dovrete imparare a usare sistemi di rimozione dei watermark (se avete le competenze tecniche per farlo). E pagare per usarli. Cornuti e mazziati, insomma.

Ed è per questo che la lotta digitale alla pirateria, praticata con questi mezzucci, non è semplicemente inutile: è perversa.

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