Nella puntata di Voyager andata in onda ieri e visibile qui (per chi ha un indirizzo IP italiano o sa come ottenerne uno) c'è una perfetta dimostrazione di come lavora la redazione di quel programma.
A 1:37:20 viene mostrata l''immagine che vedete qui accanto. La voce fuori campo dice testualmente che “Il 25 novembre 2014 è stata diffusa dal Washington Post una strana fotografia. Il fotografo in questione è la sonda Rosetta, in una missione spaziale sviluppata dall'Agenzia Spaziale Europea, l'ESA. A dieci anni dalla sua partenza dal nostro pianeta, Rosetta avrebbe fotografato sulla cometa 67P Churyumov-Gerasimenko i resti di una base aliena. La notizia sarebbe stata rubata alla NASA da un hacker, che l'avrebbe poi diffusa.”
Notate che Voyager attribuisce inequivocabilmente la notizia a una fonte seria e autorevole come il Washington Post, dandole quindi un'autenticità al di sopra di ogni dubbio. Il resto della notizia viene proposto con una vera e propria insalata dubitativa di sarebbe e di avrebbe, ma l'attribuzione al Post è presentata come un dato di fatto assoluto e indubbio.
Ma si tratta di una bufala: il Washington Post non ha affatto pubblicato quell'immagine, che è un fotomontaggio proveniente non dal Post, ma da una pagina Facebook che si spaccia per il Post e si chiama in realtà Breakingnews99. Inoltre la “base aliena” è in realtà semplicemente la pianta del parco del palazzo di Sanssouci, in Germania:
Credit: Wikipedia. |
Ci ho messo meno di cinque minuti a trovare la fonte della foto taroccata e la corrispondenza con il parco di Sanssouci, anche perché la storia era già sbufalata parzialmente in Rete sin dal 25 novembre scorso sul sito satirico Rebubblica, oltretutto in italiano. E io sono semplicemente un giornalista che lavora da solo, senza accesso a risorse particolari: mentre Voyager, non dimentichiamolo, è una trasmissione della RAI, pagata dal canone e dotata di una redazione di stipendiati.
Non chiedetemi come è possibile che una redazione della RAI arrivi a mandare in onda una bufala così palese. Chiedetelo a Giacobbo. Educatamente, ma chiedetelo. I soldi del canone che gli pagano lo stipendio (e lo pagano alla sua redazione) sono i vostri.
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