Visto il putiferio scatenato dal Corriere della Sera, che ha preso e pubblicato in edicola le vignette di numerosi disegnatori senza chiedere il loro consenso e senza retribuirli, è un buon momento per prendere qualche appunto sul diritto d'autore nei social network.
Le condizioni di contratto di Facebook recitano attualmente che “L'utente è il proprietario di tutti i contenuti e le informazioni pubblicate su Facebook”. Non c'è alcuna presa di possesso da parte di Facebook e non c'è nessuna rinuncia da parte dell'utente. Inoltre le condizioni contengono due clausole significative:
Per quanto riguarda i contenuti coperti da diritti di proprietà intellettuale, ad esempio foto e video ("Contenuti IP"), l'utente concede a Facebook le seguenti autorizzazioni, soggette alle impostazioni sulla privacy e alle impostazioni delle applicazioni: l'utente concede a Facebook una licenza non esclusiva, trasferibile, che può essere concessa come sottolicenza, libera da royalty e valida in tutto il mondo, per l'utilizzo di qualsiasi Contenuto IP pubblicato su Facebook o in connessione con Facebook ("Licenza IP"). La Licenza IP termina nel momento in cui l'utente elimina il suo account o i Contenuti IP presenti nel suo account, a meno che tali contenuti non siano stati condivisi con terzi e che questi non li abbiano eliminati.
[...]
Quando l'utente pubblica contenuti o informazioni usando l'impostazione "Pubblica", concede a tutti, anche alle persone che non sono iscritte a Facebook, di accedere e usare tali informazioni e di associarle al suo profilo (ovvero al suo nome e alla sua immagine del profilo).
La seconda clausola sembrerebbe dare a chiunque la facoltà di usare quanto postato su Facebook se è postato come “Pubblico”. Se così fosse, chiunque potrebbe “usare” (termine estremamente generico che include, ragionevolmente, anche l'atto di pubblicare su carta a scopo commerciale) una vignetta altrui se la vignetta è stata pubblicata su Facebook in modo visibile a tutti. La proprietà resterebbe dell'autore, ma l'uso sarebbe libero.
Tuttavia fa fede il testo in inglese delle condizioni di contratto (“Il presente accordo è stato redatto in inglese (Stati Uniti). In caso di conflitto tra qualsiasi delle versioni tradotte del presente accordo e la versione in lingua inglese, sarà quest'ultima a prevalere.”), quindi è a quello che ci si deve riferire. Le evidenziazioni sono mie.
For content that is covered by intellectual property rights, like photos and videos (IP content), you specifically give us the following permission, subject to your privacy and application settings: you grant us a non-exclusive, transferable, sub-licensable, royalty-free, worldwide license to use any IP content that you post on or in connection with Facebook (IP License). This IP License ends when you delete your IP content or your account unless your content has been shared with others, and they have not deleted it.
[...]
When you publish content or information using the Public setting, it means that you are allowing everyone, including people off of Facebook, to access and use that information, and to associate it with you (i.e., your name and profile picture).
Notate la distinzione fra “contenuti coperti da diritti di proprietà intellettuale” nella prima clausola e “contenuti o informazioni” nella seconda. Secondo questo parere del WIPO, non tutti i contenuti di un social network godono di diritti di proprietà intellettuale, perché non tutti sono sufficientemente creativi da essere considerati opere dell'intelletto. Il testo di un tweet o di un comune post su Facebook, per esempio, difficilmente sarà sufficientemente creativo e originale da meritarsi una tutela di copyright.
Non sono un avvocato esperto in diritto d'autore, per cui mi limito a segnalare questa distinzione e a formulare un'ipotesi basata su di essa: dato che la seconda clausola (quella che sembra consentire l'uso a chiunque) non parla di contenuti coperti da diritti di proprietà intellettuale, ma solo di “contenuti e informazioni”, è possibile che la facoltà d'uso da parte di chiunque riguardi soltanto ai contenuti non coperti. In tal caso, una vignetta (chiaramente opera dell'intelletto e quindi coperta da diritti di proprietà intellettuale) postata su Facebook in modalità “Pubblica” non sarebbe usabile da parte di chiunque.
Fra l'altro, questa distinzione non c'è per Twitter, che parla solo di “Contenuti” (“L’utente manterrà i propri diritti sui Contenuti che invierà, posterà o renderà disponibili sui Servizi, o mediante gli stessi. Con l’invio, la pubblicazione o visualizzazione di Contenuti sui Servizi, o mediante gli stessi, l’utente concede a Twitter una licenza mondiale, non esclusiva e gratuita (con diritto di sublicenza) per l’utilizzo, copia, riproduzione, elaborazione, adattamento, modifica, pubblicazione, trasmissione, visualizzazione e distribuzione di tali Contenuti con qualsiasi supporto o metodo di distribuzione (attualmente disponibile o sviluppato in seguito).”).
Un altro aspetto interessante è la trasferibilità della licenza d'uso. Chi pubblica una vignetta su Facebook consente a Facebook di trasferire o dare in licenza la vignetta a terzi. In teoria, quindi, chi volesse pubblicare la vignetta potrebbe chiederne il permesso a Facebook invece che all'autore. Lo stesso vale per Twitter.
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