
La fonte di queste immagini è un documento della CIA oggi disponibile su Internet: s’intitola Snooping on Space Pictures, risale al 1964 e fu reso pubblico nel 1994. Nel documento si dichiara che “venti minuti [dopo il decollo della Vostok] furono rilevate trasmissioni mentre il veicolo passava sopra l’Alaska. Solo 58 minuti dopo il lancio, l’NSA riferì che la lettura in tempo reale dei segnali mostrava chiaramente un uomo e lo mostrava mentre si muoveva. Prima che Gagarin avesse completato il suo storico volo di 108 minuti, elementi dell’intelligence avevano una conferma tecnica che un cosmonauta sovietico era in orbita ed era vivo.”
L'annuncio ufficiale di Radio Mosca fu diramato pochi minuti prima di questa conferma. Presso Firstorbit.org c’è un magnifico video commemorativo, First Orbit, realizzato per il cinquantenario della missione, che ricostruisce con estrema fedeltà, attraverso immagini reali riprese da Paolo Nespoli a bordo della Stazione Spaziale Internazionale fra dicembre 2010 e gennaio 2011, quello che vide Gagarin durante la sua orbita. Il sito include una vasta collezione di registrazioni filmate e sonore e di fotografie rare.
Per tutti coloro che sono intrigati dalle tesi di chi sostiene che ci furono altri cosmonauti prima di Gagarin e che Yuri fu il primo a tornare vivo rimando all’ottimo libro di Luca Boschini, Cosmonauti perduti (edito da Prometeo), che grazie a ricerche approfondite sui documenti sovietici originali smonta queste fantasie ma rivela intrighi ancora più affascinanti: non dimentichiamo che all’epoca il volo di Gagarin, come tutto il programma spaziale sovietico, fu coperto da un segreto ossessivo che oggi sembra quasi inconcepibile.
Nelle comunicazioni radio del volo di Gagarin, i responsabili e i tecnici a terra furono citati usando numeri al posto dei nomi (Sergei Korolev era il Numero 20, il generale Nikolai Kamanin era il Numero 33; Leonov fu citato solo come Blondin). Il fatto che Gagarin non rimase a bordo fino all'atterraggio (perché la capsula non era in grado di effettuare un atterraggio morbido) fu tenuto segreto, anche per non invalidare l'omologazione internazionale del record. Le foto degli altri cosmonauti furono censurate sistematicamente per nasconderne le identità. La forma della Vostok rimase ignota, obbligando i giornali a lavorare di fantasia.
Adesso siamo abituati a vedere i lanci delle Soyuz russe in diretta TV e ci sembra normale avere la GoPro di bordo che mostra Samantha Cristoforetti (e prossimamente Paolo Nespoli) all’interno della capsula mentre si arrampica verso lo spazio; ma queste sarebbero state cose inaudite in quell’incredibile giorno di aprile del 1961, quando la fantascienza divenne realtà, soltanto sedici anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Ecco un po’ di copertine di giornali e riviste italiane dell’epoca, tratte dall’archivio di Gianluca Atti, che ringrazio per aver messo a disposizione la sua vasta collezione anche per l’Almanacco dello Spazio. Notate le rappresentazioni della Vostok totalmente inventate: nessuno sapeva com’era realmente al di fuori di pochissimi addetti ai lavori in Unione Sovietica. L’ultima immagine la mostra com’era realmente.
11 commenti:
Per chi fosse interessato al libro di Boschini: http://www.cicap.org/new/prodotto.php?id=3859
Un libro che si legge tutto d'un fiato. Stupendo.
i complottisti non tengono mai conto che le due superpotenze mondiali si spiavano a vicenda e non aspettavano altro che l'occasione per sputtanare l'avversario...
"l’ottimo libro di Luca Boschini, Cosmonauti perduti (edito da Prometeo), che grazie a ricerche approfondite sui documenti sovietici originali smonta queste fantasie ma rivela intrighi ancora più affascinanti"
Bellissimo libro sulla cosmonautica.
Qualche giorno fa ho visto il film russo sull'impresa di Gagarin:
https://it.wikipedia.org/wiki/Gagarin._Primo_nello_spazio
Devo dire che nel complesso mi è piaciuto, a parte alcune digressioni insensate.
" Il fatto che Gagarin non rimase a bordo fino all'atterraggio (perché la capsula non era in grado di effettuare un atterraggio morbido) fu tenuto segreto, anche per non invalidare l'omologazione internazionale del record."
In che senso? Si lanciò prima col paracadute?
Francesco: si, si lanciò col proprio paracadute.
@francesco: la capsula era dotata di seggiolino eiettabile a circa 7000 m. Era anche sferica perchè non aveva un vero controllo di assetto e quindi poteva entrare in atmosfera in qualsiasi orientmento.
Roba tosta. A volte ci si dimentica quanto questa gente rischiasse ai tempi. Il turning point della sicurezza paradossalmente è stata la fine del progetto Apollo, secondo me, e in particolare quanto accaduto ad Apollo 13. Anche se ci sono stati più morti dopo che prima.
Cavoli (si può dire?), ma in che epoca, anno, momento sono nato?
Erano ben due anni che andavo a scuola, quando Yuri si fece il suo bel giretto intorno al mondo, e ricordo ancora la maestra che illustrò il tutto!
Contento di esserci stato, contento di essermi messo col cavalletto e la macchina fotografica davanti al tv in b/n un luglio di qualche anno dopo! (ho ancora le foto .. sbiadiiiite!)
Ma l'uomo, quando ci si mette d'impegno, ne fa di cose, eh?
Zappa
Ripensare alla gara per la conquista dello spazio,
dona una luce diversa, più colorata di speranza
all'altro traguardo 'storico' della convivenza pacifica
nella ISS degli 'storici' nemici statunitensi e russi..
Che poi è quello che cerco spesso di spiegare ai miei figli,
che è la conoscenza e la coscienza della storia, del nostro passato,
che dona spessore e importanza al nostro presente.
« Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini. »
Grazie Yuri1934 !
La concorrenza è sempre importante. Ci fosse ancora un URSS in grado di competere nello spazio con gli USA, forse avremmo una base stabile sulla luna...
Il libro di Boschini è appassionante e ben scritto, oltre che pieno di informazioni interessanti.
Impressionante come all'epoca ogni giornale mettesse una sua interpretazione: mi immagino il lettore del Corriere discutere con quello de La Stampa se l'astronave avesse o no le ali.
@Guido Pisano: i complottisti duri e puri considerano il problema, ma lo risolvono a modo loro. Secondo le loro teorie, i servizi segreti degli USA avrebbero avuto le prove dei fallimenti tenuti segreti dall'URSS (tipo una strage di cosmonauti morti come mosche in una serie di lanci falliti prima di Gagarin) ma li sarebbero tenuti segreti invece di sputtanarli per poi ricattarci l'URSS giocando la carta del falso allunaggio. Secondo la vulgata complottista, il falso allunaggio sarebbe stato ben più efficace per ridicolizzare l'URSS rispetto a divulgarne i lanci falliti.
Ovviamente la tesi complottista omette che lo scenario implica sempre un numero ridicolmente alto di persone coinvolte (soprattutto nel falso allunaggio) e un rapporto rischi/benefici eccessivo rispetto al divulgare immediatamente eventuali lanci falliti.
Inoltre i complottisti ignorano volutamente particolari come la divulgazione alla stampa delle intercettazioni della telemetria e delle foto delle missioni lunari sovietiche (mi pare ne avesse parlato anche Paolo, non ricordo se qui o su Le Scienze), che indicano come stampa, accademici e servizi segreti vari in occidente difficilmente stessero zitti e buoni quando poteva trapelare qualcosa.
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