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2019/01/25

Se in casa ti suona l’allarme nucleare, controlla le password delle tue telecamere

Continua la carrellata di disavventure degli utenti incauti che installano telecamere di sorveglianza o campanelli Nest e le configurano maldestramente.

Dopo l’hacker cortese che entra nella telecamera Nest e parla al proprietario per spiegargli come configurarla correttamente, Wired.com segnala che nei giorni scorsi decine di proprietari di queste telecamere hanno sentito “una voce incorporea che insisteva affinché si iscrivessero al canale Youtube di PewDiePie”.

Motherboard ha pubblicato un video con la dimostrazione di un attacco di questo tipo da parte di un intruso che ha trovato circa 300 telecamere vulnerabili nel giro di pochi minuti ed è riuscito a trovare le password di circa 4000 account Nest.



Domenica scorsa una famiglia californiana ha sentito in casa l’allarme nucleare che avvisava, in tutta serietà, che tre missili nordcoreani stavano per cadere su tre città americane ed è stata presa dal panico finché si è resa conto che l’allarme proveniva non dal televisore ma dalle telecamerine di casa.

A dicembre scorso una coppia è saltata giù dal letto quando ha sentito una voce sconosciuta dire parolacce nella cameretta del figlio e poi minacciare di rapirlo.

A ottobre 2018 qualcuno ha iniziato a parlare tramite una telecamera Nest con un bambino di cinque anni, chiedendogli se avesse preso lo scuolabus per tornare a casa e con quali giocattoli stesse giocando e intimandogli di stare zitto quando il bambino, saggiamente, ha chiamato la madre.

Non c’è niente di particolarmente vulnerabile nelle telecamere Nest: semplicemente sono fra le più vendute e quindi è inevitabile che siano coinvolte spesso in violazioni di sicurezza e privacy come queste. Il problema, come capita sovente in informatica, è l’utente.

L’utente che pensa “tanto non ho niente da nascondere” oppure “ma chi vuoi che prenda di mira proprio me, e anche se lo facessero cosa potrebbero fare?” e quindi usa per le proprie telecamere domestiche la stessa password che usa altrove e non attiva l’autenticazione a due fattori. Beh, questi sono solo alcuni esempi di quello che si può fare. Oltre, naturalmente, ad avere sconosciuti che vi guardano e ascoltano in casa.

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