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2019/04/09

GPS non aggiornati mettono a terra aerei di linea. E non solo

Questo articolo è il testo del mio podcast settimanale La Rete in tre minuti su @RadioInblu, in onda ogni martedì alle 9:03 e alle 17:03. L’audio del podcast è ascoltabile in streaming qui.

Ve lo ricordate il Millennium Bug? Vent’anni fa molti computer e dispositivi elettronici non erano pronti al passaggio dal 1999 al 2000 perché gestivano gli anni usando soltanto le ultime due cifre e quindi andavano in crisi sui calcoli delle date, e così fu lanciata una forte campagna d’allarme mediatico per segnalare il rischio di malfunzionamenti generalizzati.

A mezzanotte del 31 dicembre 1999, però, i guasti seri furono davvero pochi. Oggi è diffusa la credenza che quell’allarme fosse quindi infondato, ma chi lavorava nel settore informatico a quell’epoca sa invece benissimo che i disagi furono modesti proprio perché furono investite grandi somme, e spese tante ore insonni, per aggiornare, correggere e se necessario sostituire i tanti programmi e componenti elettronici inadeguati.

Pochi giorni fa si è ripresentato un altro tipo di “Millennium Bug”: in realtà il millennio non c’entra, ma è comunque coinvolta la gestione delle date e soprattutto è coinvolto un sistema vitale e usatissimo come il GPS, quello che consente per esempio ai nostri navigatori portatili, tablet e smartphone e a mille altri dispositivi di sapere dove si trovano con estrema precisione. In sintesi, un dispositivo non aggiornato rischiava di dare informazioni di posizione completamente sbagliate.

Il sistema GPS, infatti, si basa su satelliti collocati nello spazio intorno alla Terra, che trasmettono un segnale che comunica la loro posizione e l’ora esatta. I ricevitori GPS, incorporati per esempio nei telefonini, ricevono questo segnale e, se hanno dati provenienti da almeno tre satelliti, li usano per calcolare la propria posizione.

Purtroppo, però, lo standard GPS è molto lento: trasmette circa 50 bit al secondo, ossia circa sei caratteri. Questo vuol dire che le informazioni vanno trasmesse nella forma più concisa possibile e quindi invece di comunicare la data nella forma classica si usa una forma abbreviata che gestisce un massimo di 1024 settimane, cioè poco meno di vent’anni.

Il 21 agosto 1999 il sistema GPS arrivò per la prima volta alla fine delle sue 1024 settimane, che erano iniziate a gennaio 1980, e quindi i ricevitori GPS non aggiornati credettero di trovarsi improvvisamente nella settimana zero, ossia di nuovo nel 1980.

Il 6 aprile scorso le 1024 settimane sono finite di nuovo, essendo passati altri vent’anni, e quindi il problema si è ripresentato, stavolta in un’era nella quale i dispositivi che si affidano al GPS per sapere dove si trovano e qual è l’ora esatta sono innumerevoli. I nostri smartphone e navigatori sono stati aggiornati automaticamente dai fabbricanti o dai produttori di software, ma non è andata così bene dappertutto. Si sospetta che i problemi di funzionamento della TV digitale terrestre del 7 aprile scorso siano stati causati proprio dal mancato aggiornamento dei GPS usati dai trasmettitori delle emittenti per sincronizzarsi.

Ma in Cina è andata peggio: molti modernissimi aerei di linea Boeing 787 sono infatti rimasti a terra perché i loro sistemi di bordo dicevano che era il 22 agosto 1999. Insomma, gli aggiornamenti sono una cosa seria. Facciamoli.


Fonti aggiuntive: DeskAeronautico.it, The Register, Naked Security.


2019/04/11: Il New York Times segnala che a New York il mancato aggiornamento dei sistemi GPS usati come riferimento temporale ha mandato in tilt la rete NYCWiN usata dall’amministrazione e dalla polizia della città per le comunicazioni. La rete è costata 500 milioni di dollari e New York paga 40 milioni di dollari l’anno per il suo uso e la sua manutenzione.

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