Pensavo di aver raccontato la tesi di complotto più bislacca di tutta la mia carriera di debunker la settimana scorsa, parlando di Wind of Change commissionata dalla CIA (no), ma la realtà, o perlomeno quella che i complottisti considerano realtà, non finisce mai di stupire.
Questa settimana è il turno del presunto complotto Wayfair: quello secondo il quale ci sarebbe un negozio di mobili online statunitense, Wayfair, i cui mobili avrebbero tutti nomi di bambini e prezzi stranamente elevati, e che questo significherebbe che al loro interno ci sarebbero nascosti dei bambini rapiti.
La diceria è stata diffusa su Reddit dai seguaci della comunità denominata QAnon, molti dei quali, spiega la specialista Marianna Spring della BBC, “credono a una tesi di complotto dell’estrema destra [statunitense] secondo la quale esisterebbe una cospirazione segreta da parte di un cosiddetto ‘stato sommerso’ contro il presidente Trump e i suoi sostenitori”.
Perché ovviamente se ci fosse una tratta segreta di bambini, verrebbe pubblicizzata tramite un mobilificio online con tanto di nomi dei bambini sui mobili. Non fa una grinza.
L‘azienda ha rimosso temporanemente i prodotti in questione dal proprio sito e sta dando loro nomi nuovi e una descrizione più dettagliata che spiega le ragioni dei loro prezzi, ma non è finita: gli attivisti di QAnon sono tornati alla carica dicendo che immettendo nel motore di ricerca russo Yandex i numeri di riferimento (SKU) di certi mobili della Wayfair comparivano immagini di giovani donne. Ma questo succede immettendo in Yandex qualunque sequenza di numeri a caso. Yandex ha comunque cambiato il funzionamento del proprio sistema in modo da eliminare quest’effetto.
Se state pensando che tutto questo sia il delirio di pochi svitati, tenete presente che la vicenda ha generato 4 milioni e mezzo di interazioni su Instagram e 12.000 post su Facebook, con quasi un milione di engagement. Il paese in cui è diventata più popolare dopo gli Stati Uniti è la Turchia.
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