Le immagini originali vengono riprese a soli 12 fotogrammi al secondo, per risparmiare pellicola e con l’intento di documentare gli spostamenti più che di ottenere una ripresa cinematografica vera e propria.
Ma la tecnologia digitale consente oggi di elaborare quelle immagini per creare, tramite interpolazione, i fotogrammi intermedi e quindi ottenere una ripresa più fluida.
Il risultato, abbinato con l’audio originale delle comunicazioni radio dei due astronauti tra loro e con la Terra, è davvero notevole, specialmente considerato che è stato ottenuto senza una scansione diretta delle pellicole originali ma partendo da una loro copia: il terreno lunare emerge in tutta la sua tridimensionalità accidentata.
Lo stesso restauratore, Dutchsteammachine, ha creato e pubblicato altre rielaborazioni delle riprese effettuate durante le missioni lunari. Questa, per esempio, è la ripartenza dalla Luna di Dave Scott e Jim Irwin durante la missione Apollo 15, a luglio del 1971, ripresa con una cinepresa analoga montata all’interno del Modulo Lunare.
Confrontate questo restauro con un riversamento digitale non elaborato della medesima ripresa:
Fra l’altro, di questo decollo esiste anche un’altra ripresa, fatta con una telecamera anziché con una cinepresa, e trasmessa in diretta televisiva in quasi tutto il mondo. All’epoca le telecamere erano qualitativamente molto inferiori alle cineprese.
Chicca: la musica che si sente durante il decollo è The Air Force Song: la suonò via radio Al Worden, pilota del Modulo di Comando che aspettava i suoi colleghi nel veicolo principale in orbita lunare. Pensava di trasmetterla soltanto ai controllori di volo a Houston, ma per un errore dei controllori il suo segnale fu inviato anche al Modulo Lunare, per cui Scott e Irwin sentirono in cuffia questa musica inattesa e non furono in grado di comunicare con Houston proprio in un momento così cruciale della missione.
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