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2021/10/31

Domande di scienza: cosa può far aumentare la CO2 in una stanza chiusa?

Ultimo aggiornamento: 2021/11/01 15:10.

C’è un mistero che non riesco a risolvere da un po’ di tempo, per cui chiedo aiuto al Cervello Collettivo.

Tempo fa ho acquistato un paio di sensori di CO2 (questi) per monitorare la qualità dell’aria al Maniero Digitale. Il loro semaforino, che diventa giallo oltre le 800 ppm e rosso oltre 1200 ppm, mi ha aiutato molto a ventilare correttamente le stanze. Ma ho una camera nella quale succede qualcosa di misterioso: la CO2 aumenta senza che nessuno entri nella stanza. L’ho notato diverse volte e non riesco a darmene una spiegazione. Preciso subito che non succede solo a Halloween.

Così oggi ho fatto un esperimento formale: ho portato nella camera entrambi i sensori (per escludere un malfunzionamento del sensore), ho cambiato l’aria aprendo la porta-finestra fino a raggiungere una concentrazione di CO2 pari a 420 ppm (la media mondiale attuale e quella che ho abitualmente all’aria aperta qui al Maniero), e ho richiuso la porta e la porta-finestra. 

Vorrei chiarire che non si tratta di un quiz a trabocchetto: davvero non ho idea di quale sia la soluzione. 

Fornisco qualche dato per rispondere preventivamente alle domande più logiche:

  • Nessuno è entrato per tutta la durata dell’esperimento, a parte me per qualche istante per fare le foto ai sensori, richiudendo subito la porta.
  • Non ci sono piante o animali nella stanza. 
  • La porta e la finestra sono rimaste tassativamente chiuse.
  • Sono certo che nessuno, né umano né animale, è entrato a parte me (ho dato istruzioni precise in casa).
  • Non ci sono termosifoni (a parte le serpentine sottopavimento, che comunque sono spente).
  • Non ci sono apparecchi elettrici a parte un Apple TV e un televisore (è una camera da letto).
  • Non ci sono bicchieri o bottiglie di acqua o altre bibite gassate nella stanza.
  • Anche la temperatura cambia, ma questo è inevitabile fra giorno e notte.

Eppure i dati sono questi:

  • 15:13 (inizio esperimento): 403 - 420 ppm
  • 15:31 449 - 472 ppm
  • 20:56 584 - 603 ppm
  • 21:43 627 - 637 ppm
  • 22:44 643 - 654 ppm
  • 23:25 (sensori ad altezze differenti) 651 ppm (per terra) - 656 ppm (a 1,5 m)
  • 23:55 (cambiato l’aria; sensori ad altezze differenti) 407 ppm (per terra) - 438 ppm (a 1,5 m)

Queste sono le foto delle prime cinque raccolte di dati:




 

Qualcuno ha qualche teoria o spiegazione? Qualche ulteriore test da fare? Ho già in mente di migliorare l’esperimento usando una webcam in modo da non aprire mai la porta e non entrare nella stanza. 

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22:50. La prima ipotesi è già arrivata via Twitter: “La CO2 che, inizialmente è uniformemente distribuita, si accumula negli strati più bassi della stanza.” (Paolo Sanna). Che ne pensate? 

Intanto ho aggiunto un altro rilevamento (quello delle 22:44) e per mettere alla prova l’ipotesi del deposito ho piazzato un sensore (quello che rileva i valore più alto) a un metro e mezzo di altezza (il massimo consentito dal cavo) e un altro per terra. Vediamo che succede tra poco.

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23.25. Il sensore per terra misura 651 ppm, quello a 1,5 m misura 656 ppm. ho collocato in alto quello che segnava sistematicamente un valore più alto. Per stasera sospendo l’esperimento. Ho cambiato l’aria nella stanza e ora il sensore per terra rileva 407 ppm e quello a 1,5 m rileva 438 ppm. Come prova successiva potrei piazzare un ventilatore per rimescolare l’aria e impedire la stratificazione dei gas.

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2021/11/01 23:45. Seguendo i vostri suggerimenti ho portato entrambi i sensori in ufficio, sulla scrivania, dove li posso tenere d’occhio. Uno l’ho sigillato dentro un sacchetto trasparente Ziploc, di cui ho chiuso l’imboccatura con l’apposita chiusura, avendo cura di sigillare con il nastro adesivo la porzione aperta intorno al filo di alimentazione; l’altro sensore è all’aria aperta. L’ufficio è un ambiente aperto che comunica con il resto del Maniero; la porta è sempre aperta.

Al momento in cui ho iniziato il test (le 23:40), con le finestre chiuse da qualche ora e due persone e una gatta nella stanza, quello sigillato segnava 638 ppm e quello non sigillato segnava 631 ppm. Ho poi aperto la porta-finestra dell’ufficio per far entrare uno spiffero d’aria esterna. Ora segnano rispettivamente 627 e 600 ppm.


 I dati (prima il sensore sigillato, poi quello non sigillato):

  • 23:40 638; 631
  • 23:50 627; 600
  • 00:00 624; 612 (ho richiuso la porta-finestra; ora sono da solo in ufficio)
  • 00:20 623; 638
  • 00:30 632; 645
  • 00:40 638; 643
  • 00:50 642; 645 (sono andato a dormire e l’ufficio è rimasto vuoto)
  • 07:20 493; 483 (sono tornato in ufficio)
  • 07:30 497; 496 (ho aperto la porta-finestra per cambiare l’aria per una decina di minuti)
  • 08:30 490; 483
  • 08:45 485; 474
  • 09:15 500; 575 (da qui in avanti siamo in due in ufficio, più la gatta)
  • 09:30 506; 577
  • 10:00 544; 636
  • 10:30 581; 656
  • 11:30 615; 636
  • 13:30 680; 744 (e qui sospendo l’esperimento in ufficio)

La temperatura è stabile intorno ai 23 gradi (ho il riscaldamento al minimo). Aggiungo anche le dimensioni della camera da letto, quella dove avviene il fenomeno misterioso: 4,8 x 3,6 m di pianta, altezza del soffitto variabile da 2,70 a 4 m.

C’è un’altra stanza del Maniero, situata allo stesso piano della Camera del Mistero, che posso lasciare chiusa a lungo. Ci installerò una webcam e i due sensori (uno chiuso dentro un sacchetto sigillato e alimentato da un powerbank) per vedere cosa succede lì.

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