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2021/12/24

Podcast RSI - “Su, su, giù, giù, sinistra, destra, sinistra, destra, B, A”, il codice della leggenda

È disponibile subito il podcast di oggi de Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, scritto e condotto dal sottoscritto: lo trovate presso www.rsi.ch/ildisinformatico (link diretto) e qui sotto.

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Questa è l’ultima puntata del 2021; il podcast riprenderà il 14 gennaio.

Buon ascolto, e se vi interessano il testo e i link alle fonti della storia di oggi, sono qui sotto.

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[CLIP: Gameplay di Gradius]

Siamo nel 1985. Kazuhisa Hashimoto è un giovane programmatore in un’azienda giapponese che fa videogiochi. Il suo incarico è semplicemente convertire un videogioco, Gradius, dalla versione arcade, quella per sala giochi, alla console di gioco personale NES di Nintendo. Ma non sa che invece sta per creare una leggenda.

Questa è la storia di come una scorciatoia per risparmiare tempo durante il lavoro di un informatico è diventata un riferimento culturale non solo per i gamer ma anche nella cultura generale. È il cosiddetto Konami code, che si recita così: Su, su, giù, giù, sinistra, destra, sinistra, destra, B, A. Lo stesso codice che adesso sta facendo stupire gli utenti di TikTok perché fa fare cose strane agli assistenti vocali come Alexa o Google Home. 

Benvenuti a Disinformatico Story, l’edizione del podcast Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera dedicata alle storie insolite dell’informatica. Io sono Paolo Attivissimo.

[Sigla iniziale]

Se avete a portata di voce un assistente vocale, per esempio Alexa o Google Home o Siri, provate a chiamarlo e poi pronunciare questa frase: “Su Su, Giù Giù, sinistra, destra, sinistra, destra, B, A”.

Se l’avete detta correttamente, il vostro assistente vocale comincerà a dire cose strane. Questo è quello che dice Alexa [in italiano], per esempio:

[CLIP: Alexa che risponde in italiano, tratto da LegaNerd su Facebook]

Ultimamente la scoperta di queste istruzioni misteriose viene condivisa intensamente su TikTok dagli utenti di tutto il mondo, perché esiste in molte lingue, e in tanti si stanno chiedendo che cosa c’entrino i reattori e perché il loro assistente vocale dice cose così bizzarre. La notizia si è meritata anche l’attenzione di alcuni giornali, come lo statunitense New York Post e il britannico Sun, ma per chiunque frequenti l’informatica e in particolare i videogiochi questa strana sequenza di comandi è già familiare e suscita puntualmente un sorriso.

Questa storia inizia appunto nel 1985. Il giovane Kazuhisa Hashimoto sta tribolando nella conversione del videogioco che gli è stata assegnata dalla sua azienda, la Konami. Il gioco, Gradius, è il classico combattimento fra astronavi, ma alcuni livelli sono particolarmente difficili da raggiungere e Kazuhisa deve raggiungerli per poter verificare che la sua conversione alla console NES di Nintendo funziona correttamente.

Così usa un trucco molto diffuso fra gli sviluppatori di videogiochi di quell’epoca e anche di oggi: inserisce nel gioco una sequenza segreta di tasti che, se digitata sul controller di gioco, conferisce più poteri al giocatore o, nel caso di Gradius, alla sua astronave. È insomma un classico power-up.

Hashimoto ce la fa: in meno di sei mesi completa la conversione insieme a tre colleghi, verifica che funziona, la consegna al suo datore di lavoro…. e si dimentica di togliere dal gioco la sequenza segreta.

Quando la Konami si rende conto della cosa è troppo tardi: ormai il gioco è in via di pubblicazione e rimuovere il power-up potrebbe avere conseguenze imprevedibili e far funzionare male il gioco; non c’è tempo di fare prove e controlli di qualità della versione ripulita, e così la sequenza rimane. Tanto, pensano gli sviluppatori, chi vuoi che scopra per caso una sequenza di tasti così complessa?

Ma hanno sottovalutato il talento e la determinazione dei gamer. La possibilità di avere più armi e più potenza non rimane segreta a lungo fra i giocatori di Gradius, che la diffondono con il passaparola, e la cosa piace così tanto che Konami decide di introdurre lo stesso power-up anche in altri giochi, come per esempio Contra, sempre per la console NES, che nel 1988 diventa popolarissimo negli Stati Uniti e fa conoscere la sequenza “segreta” a un pubblico enorme.

La sequenza viene chiamata Konami Code, o Contra code o ancora 30 lives code, il codice delle 30 vite, perché in Contra regala appunto 30 vite, senza le quali il gioco è praticamente ingiocabile.

Da allora il Konami Code ha iniziato a comparire ovunque, a volte con leggere varianti. Per esempio, se giocate a Gradius su console più recenti, come la Nintendo Wii, dovete usare i tasti 1 e 2 al posto di A e B, ma il senso è lo stesso.

Giusto per citare qualche altro esempio fra i tantissimi esistenti, lo stesso codice segreto si trova nella serie Castlevania, in molti giochi incentrati sulle Tartarughe Ninja, in Dance Dance Revolution, nella serie Metal Gear, in Bioshock Infinite; ha fatto una fugace comparsa anche in Fortnite Battle Royale, in Overwatch e lo si trova in GTA: The Trilogy.

Ma la popolarità del Konami Code non si limita ai videogiochi. Il codice funziona anche su alcuni dispositivi usati per vedere i video e film di Netflix; nel browser Opera; in Discord (dove attiva un gioco nascosto se lo si digita su una pagina che ha dato errore 404); lo si incontra in Twitch e in molti altri software. Anche gli assistenti vocali, come avete sentito, si sono uniti al divertimento.

Da lì il Konami Code si è diffuso nella musica ed è stato ripreso da molte band, sia come titolo di una canzone o come parte del testo, ed è approdato al cinema e in televisione.

Per esempio, nel film animato Ralph Spaccatutto, quando Re Candito deve accedere al gioco sul quale è incentrata la vicenda, ossia Sugar Rush, digita molto vistosamente il Konami Code.

[CLIP: il Konami Code in Ralph Spaccatutto]

Qualcosa di analogo succede anche nella serie animata Adventure Time e persino in una serie ben lontana dal mondo dei videogiochi come NCIS: c‘èuna puntata, intitolata Giustizia o Vendetta, in cui uno dei personaggi cita proprio il Konami Code.

La lista delle apparizioni di questo codice è chilometrica e Wikipedia ha una voce apposita che tenta di catalogarle tutte (la versione in inglese è molto più dettagliata di quella in italiano). Quando visitate un sito oppure lanciate un videogioco, vale sempre la pena di provare se viene accettata questa sequenza. Ma attenzione: a volte viene modificata, usando per esempio la frase inglese corrispondente (“Up, Up, Down, Down, Left, Right, Left, Right, B, A”) oppure soltanto le iniziali (“U, U, D, D, L, R, L, R, B, A”) e in alcuni casi bisogna aggiungere Start o S alla fine della sequenza.

Il modo più semplice per sapere se un sito, un gioco o un’applicazione includono il Konami Code è andare su un motore di ricerca e scrivere Konami Code, fra virgolette, seguito dal nome del sito, gioco o applicazione in questione: quasi sicuramente qualcuno ci ha già provato e ha documentato quello che succede.

Kazuhisa Hashimoto è considerato da molti il fondatore della tradizione informatica di inserire codici nascosti nei videogiochi e nelle applicazioni in generale, sia come metodo di lavoro per poterli testare, sia come chicca nascosta da regalare ai giocatori.

Dopo aver creato involontariamente una leggenda, Hashimoto ha continuato a lavorare presso la Konami per tutta la vita, creando molti altri videogiochi. È morto nel 2020, a 61 anni, ricordato da tanti con affetto e gratitudine per le ore di divertimento regalate con quella semplice, geniale sequenza che oggi viene riscoperta dai TikToker.

Su, su, giù, giù, sinistra, destra, sinistra, destra, B, A.

[CLIP: Sigla di chiusura, coordinate e saluti standard] 


Fonte aggiuntiva: Fark.

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