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2011/10/06

Disinformatico radio, podcast del 2011/09/30

Fra una cosa e l'altra non ho ancora segnalato che è disponibile temporaneamente sul sito della Rete Tre della RSI il podcast della scorsa puntata del Disinformatico radiofonico. Ecco i temi e i rispettivi articoli di supporto:

Domattina (venerdì), come consueto, dalle 11 a mezzogiorno andrà in onda in diretta una nuova puntata, che sarà ascoltabile anche in streaming.

Questi articoli erano stati pubblicati inizialmente sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non sono più disponibili. Vengono ripubblicati qui per mantenerli a disposizione per la consultazione.

Antibufala: Swiffer “altamente tossico” per cani, gatti e bambini?

Sta circolando un appello, scritto in un italiano un po' traballante, secondo il quale l'uso dei panni umidi Swiffer per pulire i pavimenti sarebbe letale per gli animali domestici a causa di una “molecola antighiaccio” che sarebbe un “veleno” per il loro fegato. Addirittura sulla confezione ci sarebbe scritto che il prodotto è tossico “per bambini e animali”. Leccando il pavimento pulito con questi strofinacci, gli animali (e, si presume, i bambini) verrebbero insomma avvelenati.

Ecco un esempio del testo dell'appello:

ATTENZIONE

SWIFFERS UMIDO ALTAMENTE TOssico URGENTE READ TOSSICI condividete! Come abbiamo appreso da poco meno di una settimana durante una visita nella pratica veterinaria, un pastore tedesco aveva seri problemi di fegato e purtroppo gli è stata praticata l’ eutanasia.Il proprietario ha indotto l'autopsia, dal momento che lei non aveva alcuna spiegazione per questa sofferenza.Dovete sapere che il cane viveva sempre in casa lo portavano all'aperto per la passaggiata ed era sempre sotto controllo.L'autopsia ha mostrato che il fegato era in uno stato terribile e poteva essere solo riconducibile a un assunzione regolare di veleno. Quindi, dunque sono stati controllati tutti i prodotti per la casa.Attenzione ai strofinacci umidi "SWIFFERS - tessuti idratate", è scritto molto piccolo che il prodotto per bambini e animali è tossico.Contattare il produttore del prodotto è stata la grande sorpresa, uno dei componenti è una molecola antighiaccio.Il pavimento del proprietario del cane pastore è stato pulito regolarmente con i panni di cui sopra. Il cane leccava spesso il pavimento e questo ha portato all’ avvelenamento.Dopo non molto tempo anche 2 gatti hanno subito la stessa sorte. Anche in questo caso, il "SWIFFER - salviette umide" sono stati utilizzati per un lungo periodo.Iproprietari di animali domestici sono espressamente avvertiti di non utilizzare questi panni tossici per gli animali

Si tratta di un falso allarme che gira almeno dal 2004: in realtà tra gli ingredienti di questo prodotto, riportati nella documentazione tecnica di legge (Material Safety Data Sheet), non c'è nessuna “molecola antighiaccio” (si presume che s'intendesse, più correttamente, “antigelo”).

Sulla confezione non c'è nessun avviso di tossicità per bambini e animali, come afferma invece l'appello: c'è solo la normale avvertenza di tenere fuori dalla portata dei bambini, presente su tutti i prodotti per pulizia.

La bufala persiste nonostante la casa produttrice del panno, la Procter & Gamble, abbia pubblicato sin da marzo del 2004 varie pagine informative (in inglese) per smentirla. Anche l'associazione statunitense per la protezione degli animali ASPCA ha fatto lo stesso qui, confermando che gli ingredienti del prodotto non sono tossici alle dosi in cui sono presenti nei panni, e l'appello è sbufalato anche presso Hoax-Slayer.com e Snopes.com (in inglese), Hoaxbuster.com (in francese) e Hoax-info (in tedesco). Tutto inutile: l'allarme continua a circolare perché pochi si prendono la briga di controllare prima di inoltrarlo.

Facebook a pagamento (di nuovo) e altre storie

L'annuncio di imminenti e importanti cambiamenti al funzionamento di Facebook ha scatenato ancora una volta il passaparola che avverte che il social network da 800 milioni di utenti prossimamente diverrà a pagamento: bufala già sentita altre volte e già smentita, anche da Facebook stesso, con poche semplici parole: “Non abbiamo nessuna intenzione di far pagare per Facebook. È gratuito e lo sarà sempre”. C'è anche chi ha dato una ragione molto più cinica: “Su Facebook noi non siamo clienti, siamo il prodotto”.

Un'altra bufala che ha ripreso vigore in queste ore su Facebook riguarda l'appello (fasullo) per un inesistente “bimbo di 17 mesi” che “necessita sangue” del gruppo B “per leucemia fulminante”. L'appello chiede a tutti di telefonare a un certo Francesco, il cui numero inizia con 091608, e di inoltrare il messaggio. Ma si tratta di una storia vecchia, proveniente dall'Italia, dove c'era davvero (ma nel 2007) un bambino leucemico, ricoverato all'ospedale Meyer di Firenze, per il quale era stato lanciato (non dall'ospedale) l'appello per sangue del gruppo B+. La vicenda si è conclusa positivamente, ma l'appello che la riguarda continua a circolare e trasformarsi. Fermatelo: è privo di qualunque utilità e probabilmente sta facendo disperare il povero Francesco.

Ha invece un piccolo fondo di verità l'allarme secondo il quale Facebook spia la nostra attività su Internet anche quando non siamo collegati a questo social network. Un blogger australiano, Nik Cubrilovic, ha segnalato che alcuni dei “cookie” usati da Facebook (brevi sequenze di dati registrati sul computer dell'utente da parte di un sito visitato) potevano consentire il tracciamento dei siti visitati dagli utenti anche dopo che si erano disconnessi da Facebook.

Il tracciamento era possibile soltanto per i siti che offrivano integrazione con Facebook, ma in ogni caso i responsabili del social network hanno riconosciuto il problema (dopo un anno dalla prima segnalazione) e lo hanno corretto, affermando che il problema non ha comportato nessuna violazione della sicurezza o della privacy perché Facebook non ha utilizzato i dati che consentivano il tracciamento.

Fonti aggiuntive: CNN, BBC.

Attenzione alle telefonate dei “servizi per la sicurezza di Windows”

Se vi squilla il telefono e qualcuno vi dice, di solito in inglese, di rappresentare Microsoft e vi segnala che il vostro computer sta avendo problemi e ha inviato loro segnalazioni di errori e infezioni, fate molta attenzione: con tutta probabilità si tratta di una truffa che sta colpendo numerosi utenti in Svizzera ma anche in altri paesi.

Il truffatore fa leva su alcuni trucchi psicologici per conquistarsi la vostra fiducia: vi fa credere di sapere molto di voi dicendovi che sa che avete un computer Windows (ma l'hanno in tanti) e che il computer ha dei problemi di stabilità o di prestazioni (ma li hanno in tanti).

Spesso vi propone un test tecnico dall'aria credibile, chiedendovi di premere il tasto Windows e il tasto R, digitare eventvwr, andare ai log di Windows e scegliere Applicazione. Questa procedura fa comparire una serie di messaggi d'errore che sembrano confermare le parole del truffatore, ma in realtà si tratta di normali messaggi d'errore temporanei che si verificano in qualunque computer. Non indicano affatto problemi o infezioni, ma hanno un aspetto impressionante per chi non è del mestiere.

Il passo successivo dell'inganno consiste nel mettervi ulteriormente sotto pressione, dicendo che il vostro computer ha dei problemi seri e che se non provvedete a risolverli diverrà sempre più lento e incapace di funzionare. La soluzione che viene proposta dal truffatore è farvi sottoscrivere un fantomatico contratto di "garanzia per il software", magari da pagare con carta di credito. Spesso, inoltre, l'imbroglione si offre di sistemare i presunti problemi entrando nel vostro computer via Internet attraverso siti come Support.me.

Non cedete alla pressione psicologica: non accettate nessun contratto telefonico, non date i vostri dati personali e non date il permesso di entrare nel vostro PC. Se avete dei problemi con il computer, scegliete voi un esperto di fiducia del posto e diffidate di qualunque approccio telefonico non richiesto. Date anche un'occhiata al numero del chiamante e ai siti che vi propone di visitare: i più gettonati in questo periodo sono il numero 009999 100 152 e il sito SwapPCcare.com, ma nomi e numeri possono variare. Ci sono molte segnalazioni di questo genere di imbroglio. Prudenza!

Sorveglianza via Wifi rileva anche il respiro

Come se non bastassero i mille modi che già esistono per spiare la nostra esistenza attraverso la tecnologia, dal tracciamento degli spostamenti tramite GPS e telefonini alla sottrazione delle foto personali dai social network, adesso sembra che le normali reti Wifi possano essere usate per rilevare i movimenti delle persone negli edifici e persino per misurarne il respiro attraverso i muri. Non sarebbe nemmeno necessario intrufolarsi nella rete Wifi del soggetto da sorvegliare: basterebbe un ascolto passivo.

Questo, perlomeno, è quanto dichiara la ricerca degli informatici Neal Patwari e Joey Wilson della University of Utah. Lo spostamento di una persona all'interno dell'edificio, infatti, altera lievemente il segnale Wifi e quest'alterazione è ricevibile al di fuori dell'edificio, un po' come il passaggio di una barca increspa la superficie di un lago e produce onde che si possono percepire anche a riva.

Usando appositi filtri matematici in un ambiente di prova costellato di antenne Wifi, i ricercatori sono stati in grado di affinare l'analisi di queste variazioni del segnale Wifi fino a rilevare gli spostamenti di una persona dietro un muro con un errore medio di circa 90 centimetri. In un altro articolo, gli stessi ricercatori hanno dimostrato che le variazioni del segnale Wifi possono essere utilizzate anche per percepire non solo il respiro di una persona ma anche il ritmo di respirazione con un errore di circa 0,3 respiri al minuto.

Lo scopo di queste tecnologie, per ora assolutamente sperimentali, non è soltanto terrorizzare chi già si sente fin troppo sorvegliato dalle moderne diavolerie, ma anche consentire soccorsi più efficaci. Uno degli scenari proposti dai ricercatori, infatti, prevede di piazzare trasmettitori Wifi intorno e sopra un edificio per sapere se ci sono all'interno persone da salvare (per esempio in caso di disastri o presa di ostaggi) e sapere anche dove si trovano e in che condizioni sono grazie ai loro movimenti e respiri.

Imbarazzi telefonici: SMS e autocompletamento

Molti telefonini hanno una funzione di suggerimento, completamento o correzione automatica dei testi dei messaggi (SMS e, negli smartphone, anche mail) che di solito è molto utile ma ogni tanto commette errori involontariamente imbarazzanti. Molti ricorderanno lo sconcerto che circondò la scoperta, alcuni anni fa, che digitando "ebraismo" veniva proposto "fascismo" su alcuni telefoni dotati del sistema di scrittura assistita T9.

In inglese per questo genere di equivoci hi-tech c'è un sito apposito, DamnYouAutocorrect (letteralmente "accidenti a te, correttore automatico"), che raccoglie le gaffe più atroci commesse dagli utenti anglofoni; in italiano c'è Machehoscritto.it, ma è ancora embrionale.

Quali perle avete collezionato nella vostra attività online grazie a questi automatismi? Eccone qualcuna segnalata dagli ascoltatori del Disinformatico:

- scrivendo ahahahahahah viene fuori afasia

- anni fa per invitar fuori una tipa: "Ciao Tipa, stasera cosa concimi?

- "Hippy borghesi" al posto di "happy birthday"

- "memorie isteriche", invece di "memorie istoriche"

- invece che: "non mi rompi assolutamente" ho scritto: "non mi pompi assolutamente"... il messaggio é stato preso un po' male!!

-- al posto di "ceeeeerto" di fronte alla richiesta di un amico che si voleva autoinvitare, ho mandato un "vertigine".Di paura?

- monocruico invece di "onomastico" non è male, ed è troppo surreale

- Il Sig. Besana è diventato Sig. Befana. Ho dovuto dimostrargli che il T9 ha assunto il 'controllo'...

- questo WE mia moglie era bloccata a Melano con l'auto e mi ha scritto questo messaggio: "Non mi va auto. Bloccata a melodramma. Aiuto." un evidente pathos del T9 nei confronti di mia moglie ;-)

L'autocorrezione miete vittime anche al di fuori del mondo telefonico: un lettore ha segnalato che Microsoft Word, infatti, insiste a correggere “stagista” in “stragista”, con tutti gli equivoci rischiosi che ne possono conseguire.

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