Cerca nel blog

2011/11/09

Mascherare le foto non basta più: il caso della presunta “escort” ticinese [UPD 18:40]

Per tutelare la privacy non basta più oscurare i volti nelle fotografie. Stamattina Tio.ch ha pubblicato la storia (uscita anche in prima pagina sul giornale gratuito 20minuti di oggi) di una donna del Luganese che dice che le sue foto provocanti “sono finite in un sito internazionale di escort. La ragazza ha giurato a 20minuti di non saperne nulla e ha riferito di essere vittima di hacker” che “hanno creato questa falsa identità” e ora è in corso una lotta “per far cancellare questi siti”.

Al momento in cui scrivo, l'articolo è corredato da una di queste fotografie della donna, con il volto debitamente oscurato in modo da renderlo in teoria irriconoscibile (qui sopra ne vedete un frammento). Idem dicasi per la foto pubblicata su 20minuti. Gli articoli non fanno nomi o usano pseudonimi. È quindi salvo l'anonimato della sedicente vittima? Secondo le usanze del giornalismo sì.

Ma siamo nell'era di Internet e dei motori di ricerca per immagini. In due minuti ho trovato la foto non mascherata, il sito internazionale di escort in questione e il probabile numero di cellulare della donna. Tutti questi dati, insieme agli altri che ho raccolto con un uso ragionato degli strumenti online e che per ora non pubblico, mi hanno permesso di aggirare il mascheramento della foto. Inoltre sembrano indicare che gli hacker abbiano ben poco a che fare con la pubblicazione delle foto intime della donna in un sito di escort e che il lavoro di fotoritocco estetico sia davvero encomiabile. Caveat emptor.

Ho scritto a Tio.ch alcune ore fa invitando a rimuovere la fotografia per evitare riconoscimenti analoghi al mio e ho contattato la donna via mail per avere chiarimenti. Per ora tutto tace [v. aggiornamenti qui sotto]. In attesa di chiarire la situazione, non pubblicherò commenti che rivelino dettagli sull'identità della persona in questione. Non è importante la storia in sé, che è solo gossip locale: quello che conta è la dimostrazione del concetto che le regole tradizionali di tutela della privacy non bastano più. Utenti e giornalisti farebbero bene a tenerlo presente per evitare danni, disagi e imbarazzi.


Aggiornamenti


18:40. Sono stato contattato dalla redazione di Tio.ch, che ha chiarito riservatamente molti aspetti della vicenda, che risulta molto più intricata di quanto sembrasse inizialmente (ma non è il caso di entrare qui nei dettagli). Fra l'altro, chiarisco che non intendevo criticare Tio.ch per il suo operato, che è pienamente in linea con le prassi consolidate e ritenute sufficienti, ma volevo semplicemente segnalare un problema nuovo.

Nessun commento: