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2011/11/22

Mister Pixar a Milano, figuraccia degli organizzatori

John Lasseter a Milano: grande lui, patetici gli organizzatori


Ieri sera sono andato con la famiglia e gli amici a vedere John Lasseter a Milano. Lasseter è stato splendido: ha raccontato sia l'evoluzione straordinariamente rapida dell'animazione digitale, sia il processo creativo che porta alla creazione di un grande film d'animazione. Molti pensano che sia "tutto fatto dal computer", ma Lasseter, con il supporto di spezzoni, bozzetti e immagini di lavorazione, ha chiarito molto eloquentemente che il computer è solo la tavolozza, ma la creatività è tutta merito degli artisti e della loro passione, e che il fondamento di un buon film non è la tecnologia, ma la scelta di una buona storia, di personaggi accattivanti e di un'ambientazione curata e credibile.

Lasseter ha anche presentato in anteprima italiana Small Fry, un cortometraggio con i personaggi di Toy Story, e ha risposto alle domande del pubblico con parole ricche di entusiasmo, ispirazione e incoraggiamento. Qui sotto vedete un paio delle foto scattate da Rodri Van Click e pubblicate qui per sua gentile concessione.



Per Meet The Media Guru, che ha coordinato l'evento, ho invece solo parole di compatimento. La serata con Lasseter era prenotabile via Internet, e questo dava l'impressione che chi aveva prenotato (come me e i miei amici) avesse diritto a un posto a sedere. Fa parte della logica di base dell'organizzazione di un evento: si accettano solo tante prenotazioni quanti sono i posti disponibili, poi le prenotazioni si chiudono, e chi non ha prenotato non entra. Non è un concetto high-tech, innovativo e introdotto da poco. Giusto?

Sbagliato. Quando siamo arrivati davanti al Dal Verme, dove si teneva l'incontro, c'era una calca incredibile. Centinaia di persone ammassate davanti agli ingressi, senza nessuna distinzione fra prenotati e improvvisati; disorganizzazione totale; spintoni, insulti e litigate; mezz'ora di ritardo e intervento drastico di un paio di vigili del fuoco per contenere la spinta della folla incazzatissima di essere tenuta all'oscuro della situazione e di scoprire che la prenotazione (fatta, si noti, dando a Meet the Media Guru il proprio indirizzo di mail e nome e cognome) non valeva nulla ed era una totale presa in giro.

Alcuni di noi sono riusciti a entrare lo stesso, per scoprire che gli unici posti liberi erano quelli dietro il banco regia, per cui Lasseter l'abbiamo visto solo in video pur essendo in sala. Altri sono stati convogliati in una sala separata, che proponeva lo streaming dell'incontro, con un audio insopportabilmente distorto e alto e senza gli spezzoni dei video della Pixar per presunti “problemi di copyright”. Non c'era traduzione: o capivi l'inglese, o ti arrangiavi. Molti sono andati a casa furibondi di aver buttato via la serata. Non è andata meglio anche ai giornalisti, ad alcuni dei quali la conferma dell'accredito stampa è arrivata solo due ore prima della conferenza stampa.Vergogna.

Cari sponsor, la prossima volta che organizzate un evento, chiamate un circolo di cucito invece di questi superfighi che si danno arie da Web 2.0, invitano a tweetare e poi incespicano su cose fondamentali come la gestione dei posti a sedere. Le comari del circolo lasciano perdere cellulare e iPad e sanno sicuramente fare di meglio con carta e penna. E soprattutto buon senso.

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