Questo articolo vi arriva grazie alla gentile donazione di “a.delmo*” e “rikioref*” ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Ho ricevuto parecchie segnalazioni riguardanti una sedicente Bank of Fuel, pubblicizzata tramite volantini come quello qui accanto (per il quale ringrazio ftrani). Bank of Fuel promette “sconti fino al 40%” sui “rifornimenti di benzina verde, diesel, GPL e metano”.
Il meccanismo proposto sarebbe questo: il cliente pagherebbe anticipatamente per avere una “Carta Carburante” usabile “in tutti i distributori di carburante presenti sul territorio nazionale ad esclusione dei distributori indipendenti”. Per esempio, una carta da 99 euro gli permetterebbe di avere 140 euro di credito carburante. Fantastico.
C'è un piccolo problema: in Italia il prezzo dei carburanti è costituito in grandissima parte (circa il 60%) da tasse e accise, per cui non è materialmente possibile ottenere sconti come quelli promessi.
C'è un altro problemino: la “Carta Carburante” mostrata reca il logo di Mastercard, ma Mastercard ha smentito di avere rapporti commerciali o economici con Bank of Fuel. Anche IP Italia si è dichiarata estranea.
E chi sono questi di Bank of Fuel? Secondo il sito www.bankoffuel.it (creato il 7 luglio scorso) e le indagini svolte dalle fonti che elenco qui sotto, si tratta di una piccola Srl di Savona, la BOF Italia Srl, costituita il 29 maggio scorso, con un capitale di 10.000 euro, intestata a due soli soci, un'ottantenne che detiene il 93% e un'altra persona con lo stesso cognome che detiene il resto.
Pensare che una piccolissima azienda, oltretutto inattiva secondo la visura camerale, possa mettere in piedi un sistema del genere, ottenendo sconti fortissimi in un settore ipercontrollato come quello dei carburanti, è irrealistico, per usare un termine educato. E ci sono mille altri campanelli d'allarme, descritti nelle indagini qui sotto: il logo riciclato, la popolarità su Facebook gonfiata artificiosamente, il nome del sito sul volantino diverso da quello reale, eccetera.
A mio avviso, è prudente stare alla larga, ma se vi fidate degli sconosciuti abbastanza da mandare loro 99 euro o più, affari vostri. Basta che non veniate a piangere da me se poi nessuno accetta la “Carta Carburante” di Bank of Fuel (se mai vi arriva).
Lo schema più probabile, in casi come questi, è il “prendi i soldi dei primi polli e scappa”: i truffatori raccoglierebbero i pagamenti dei primi clienti che abboccano e poi si dileguerebbero senza onorare gli impegni presi, sfruttando il tempo che passa tra il pagamento da parte dei clienti e il momento in cui devono erogare il servizio. E quando l'illecito arriva finalmente in tribunale, chi vuoi che metta in carcere un ottantenne?
Consiglio pratico, valido per tutte le occasioni presenti e future: se un'offerta vi sembra troppo bella per essere vera, solitamente è perché non è vera. Anche su Internet.
Fonti aggiuntive: Il Tirreno, Bufale.net, Paoblog, Triesteprima, Giornalettismo, David Puente, Bufale un tanto al chilo, Ternioggi.
Aggiornamento (2014/09/10): Andrea Barisone mi segnala che gli intestatari di Bank of Fuel Italia sono ora iscritti nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Savona per contraffazione di marchio (hanno usato quello di MasterCard senza autorizzazione). Il sito è stato inoltre chiuso dietro ordine delle autorità giudiziarie di Savona. Secondo Il Secolo XIX, avrebbero abboccato all'offerta circa mille persone.
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