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2016/03/28

Farsi selfie fa male alla pelle? No, ma scopiazzare dal Daily Mail fa male al giornalismo

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Il Giornale, a firma di Rachele Nenzi, pubblica un articolo (copia su Archive.is) intitolato I selfie fanno male alla pelle. Senza ma e senza se, e senza punti interrogativi a salvaguardia del legittimo dubbio. No, per Rachele Nenzi e per il Giornale è un dato di fatto incontestabile.

“Una ricerca di un dermatologo inglese ha svelato la pericolosità per la pelle dei famosi autoscatti” dice l’articolo, facendo il nome del dermatologo in questione, il londinese Simon Zokaie, e precisando che si tratta di una “ricerca scientifica”.

Ci si potrebbe aspettare che la Nenzi abbia attinto a qualche rivista scientifica, visto che parla di “ricerca scientifica”, ma una ricerca in Google per le parole “Simon Zokaie” selfie rivela invece soltanto un articolo del Daily Mail (copia su Archive.is). Che, vorrei ricordare ai lettori distratti e ai giornalisti pigri, non è una pubblicazione scientifica.

L’articolo del Mail parla della presunta pericolosità dermatologica della “HEV light”, ossia la luce blu, visibile ad alta energia emessa dagli schermi dei computer e del telefonini. Non dalle fotocamere (che non emettono luce, ma la raccolgono). Quindi la quantità di selfie non c’entra nulla: è il fatto di passare tanto tempo davanti agli schermi a causare, secondo il Mail, l’invecchiamento precoce della pelle.

In sintesi: l’articolo del Daily Mail è una stronzata e Rachele Nenzi ha copiaincollato una stronzata. E il Giornale l’ha pubblicata.

Per chi volesse sapere come stanno le cose, un paio di articoli un po’ più documentati: All About Vision, PreventBlindness, che ricordano che la fonte di luce HEV di gran lunga più importante è il Sole. Specificamente, “trascorrere un’ora all’aperto in una normale giornata di cielo coperto espone i nostri occhi a 30 volte più luce blu che trascorrere un’ora al chiuso davanti a uno schermo” (Zeiss.com) e che finora gli effetti sugli occhi (non sulla pelle, come scrive il Mail) di questa luce sono stati rilevati soltanto su cavie esposte a dosi equivalenti a fissare una lampada da 100 watt per ore di seguito. Meglio tenerlo presente prima che parta l’ennesima orgia di articoli seminapanico che denunciano il nuovo pericolo tecnologico e vendono cremine, gingilli e altri rimedi truffaldini.

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