Tesla ha diffuso pochi giorni fa un aggiornamento dell’app di gestione delle sue auto che include una nuova sezione Upgrades, dedicata appunto agli aggiornamenti opzionali del veicolo che migliorano le prestazioni senza dover andare in officina a cambiare componenti o regolazioni.
Il primo aggiornamento migliorativo messo a disposizione aumenta l’accelerazione alla partenza, riducendo il tempo da 0 a 100 km/h da 4,4 secondi a 3,9 secondi. L’opzione è per ora disponibile solo per le versioni Dual Motor della Tesla Model 3; non è il primo in assoluto, visto che anche l’opzione Autopilot FSD (futura guida interamente autonoma) è acquistabile e attivabile da remoto dopo l’acquisto, ma non in modo così rapido e diretto.
Guadagnare mezzo secondo in accelerazione è da patiti delle prestazioni, e l’aggiornamento opzionale ha un prezzo altrettanto da patiti: duemila dollari. Una cifra facilmente spendibile, peraltro, per un aggiornamento meccanico tradizionale di un’auto.
Lasciando da parte la discutibile utilità pratica di questa funzione, l’introduzione degli aggiornamenti opzionali sulle auto crea, per le case automobilistiche, la possibilità di offrire servizi a pagamento e quindi avere una nuova fonte di guadagno.
Cosa più importante per noi consumatori, ci consente di avere auto che non invecchiano già mentre sono nel catalogo. Troppo spesso, infatti, i costruttori non introducono funzioni ormai standard pur avendo tutto l’hardware necessario per poterlo fare e rifiutano di aggiornare modelli anche molto recenti, come notano coloritamente alcuni commentatori su Twitter:
Guarda, ti faccio un esempio. Ho una Stelvio del 2017. Una signora macchina, niente da dire, ma l'infotainment fa cagare. Ebbene, nel 2017, pur avendo tutto l'hardware necessario, non era ancora previsto Android Auto. A distanza di due anni, non è ancora installabile.— Risteárd Críonna (@ricky_pru) December 19, 2019
Pressoché zero. Dall'assistenza fanno sapere che "non è previsto". Che è come dire potremmo ma non vogliamo. Se ti fai un giro sui forum degli alfisti è tutto un mugugno.— Risteárd Críonna (@ricky_pru) December 19, 2019
Le ragioni principali per non aggiornare un’automobile, dal punto di vista dei costruttori, sono i costi di un aggiornamento tradizionale (effettuato con un intervento tecnico in officina) e la convenienza di far invecchiare in fretta i modelli in modo da spingere i consumatori ad acquistare quelli nuovi. Ma se l’aggiornamento è fattibile con un semplice clic su un’app ed è oltretutto pagato, i costi precipitano e la convenienza di offrire upgrade aumenta.
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