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2010/07/02

La voce di Edison riemerge da registrazioni dimenticate

Ingegneri decifrano misteriose righe su pellicole del 1929, trovano le voci di Edison, Henry Ford e Einstein


Fonte foto: Wikipedia.

Immaginate di trovare in un museo una serie di contenitori etichettati genericamente come programmi radiofonici degli anni Venti. Sapete già che si tratta di una rarità, perché le registrazioni sopravvissute di questi programmi prima degli anni Trenta sono quasi introvabili, ma le etichette non dicono nulla di preciso sulla natura dei programmi registrati.

C'è un piccolo problema: quando aprite i contenitori, scoprite che le "registrazioni" non sono bobine di nastro magnetico o dischi, ma pellicole di acetato in formato 35 mm, simili a quelle che si usavano nelle fotocamere e nelle cineprese prima del boom degli apparecchi digitali (e che molti usano ancora), ma senza perforazioni per il trascinamento.

Cosa ancora più intrigante, queste pellicole non contengono immagini comprensibili, ma soltanto una serie di righe parallele irregolari. Con un po' di ricerca scoprite che le righe sono tracce audio in cui i suoni sono rappresentati da variazioni di forma: sono registrazioni effettuate con un pallofotofono (pallophotophone in originale), uno dei primissimi apparecchi per la registrazione audio su pellicola. Che però non esiste più.



Inquadriamo la tecnologia dell'epoca: il fonografo a cilindro, il primo sistema di registrazione e riproduzione audio, era stato inventato nel 1877; vent'anni dopo era arrivato il grammofono a disco. La registrazione magnetica sarebbe arrivata in forma usabile negli anni Trenta. Nel frattempo, la radio era popolarissima, ma era tutta dal vivo: mancava un metodo pratico per registrare e riprodurre il suono. Il pallofotofono, sviluppato da Charles Hoxie della General Electric intorno al 1922, era uno dei tentativi di risolvere questo problema e di sonorizzare i film (che all'epoca erano muti, a parte alcuni film sperimentali). Il nome piuttosto bizzarro deriva dal greco e significa grosso modo "suono di luce scossa".

Ma di pallofotofoni, al mondo, non ce ne sono più. Niente paura: attingendo ai pochi disegni originali dell'apparecchio di quasi novant'anni fa, ne ricostruite una versione moderna e provate a decifrare una delle pellicole. Dopo due anni di fatiche, a un tratto emerge dagli altoparlanti la voce di Thomas Edison: proprio l'inventore del fonografo. La potete sentire qui, tremolante più per l'età che per i difetti del sistema di registrazione (che risale al 1929, quando Edison era ottantaduenne), mentre celebra i cinquant'anni della lampadina a incandescenza accanto al presidente Hoover.

È quello che è successo realmente a Chris Hunter, curatore del museo di Schenectady, nello stato di New York, che custodisce una dozzina di queste bobine finora illeggibili, registrate fra il 1929 e il 1931, e a Russ DeMuth e John Schneiter, ingegneri della General Electric, che sono riusciti a ricostruire il pallofotofono per leggerle utilizzando i materiali di oggi e procurandosi vari pezzi su eBay. Oltre alla voce di Edison, il loro lavoro ha recuperato anche brani della stessa celebrazione con la voce di Albert Einstein (da Berlino, in tedesco) e Henry Ford.

C'è un video dell'apparecchio ricostruito:


E qui c'è un altro brano di registrazione degli anni Venti recuperato:


Una breve storia video di questo sistema di registrazione riportato in vita dopo quasi novant'anni d'oblio è qui.

Fonti: GE Reports, Times Union, Documenting Early Radio.

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