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2010/07/01

Più sicuro navigare nei siti porno che negli altri?

Avast: i siti osé sono meno infetti di quelli regolari


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "rikyt*" e "marco.po*" ed è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Uno dei luoghi comuni di Internet sembra essersi infranto di fronte alla ricerca effettuata dal produttore praghese di antivirus Avast: i siti a luci rosse non sono il ricettacolo di virus informatici che molti sospettano. Possono causare danni di altro genere, ma probabilmente non informatici.

Secondo questa ricerca, per ogni dominio per adulti infettato da malware identificato dalla società antivirale ce ne sono "99 altri con contenuti perfettamente legittimi [non pornografici, insomma] che sono anch'essi infetti".

La ricerca presenta vari esempi: il sito inglese della Vodafone è risultato infetto, almeno fino alla mattina del 28 giugno scorso, con una trappola nella sezione dedicata agli smartphone Blackberry. La trappola, ora disattivata, sfruttava la recente falla non ancora risolta del Centro sicurezza di Windows XP, classificata come CVE-2010-1885, che ho descritto altrove. Altri siti non erotici infetti sono il brasiliano Baixaki, un sito alberghiero inglese e vari siti di piccole imprese tedesche.

Per contro, i siti pornografici sono sorprendentemente privi di infezioni informatiche. Una trasformazione notevole rispetto al passato di Internet, quando questo genere di siti era il principale ricettacolo di dialer e altre porcherie informatiche che poi sono state eliminate dai progressi dei browser e dal passaggio dal dialup all'ADSL. L'ipotesi è che questa inaspettata pulizia sia dovuta al fatto che questi siti dipendono completamente dai propri visitatori per i propri guadagni e hanno quindi a cuore la loro sicurezza, mentre le attività che gestiscono siti regolari di norma hanno altre fonti di guadagno e quindi tendono a preoccuparsi di meno del benessere informatico dei propri utenti.

Il responsabile tecnico di Avast si è affrettato a precisare che "non intendiamo consigliare agli utenti di cominciare a cercare contenuto erotico, ma le statistiche sono chiare". Un altro mito di Internet, insomma, è stato messo a nudo.

Fonti: Dailytech, The Register, Slashdot.

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