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Ultimamente le persone che ancora non si danno pace che gli attentati dell'11 settembre 2001 non siano stati orditi dalla CIA, dagli alieni o da altre forze oscure potentissime hanno proposto una domanda apparentemente convincente: se gli esperti non hanno dubbi sul fatto che il crollo delle Torri Gemelle fu causato dal cedimento della loro struttura e non da demolizioni controllate, come mai c'è un'associazione di circa duemila architetti e ingegneri che invece afferma il contrario?
C'è una risposta molto semplice a questa domanda: architetti e ingegneri non sono esperti in demolizioni. La loro competenza è nel costruire gli edifici, non nel distruggerli. Sanno come fare in modo che stiano in piedi; sanno come crollano; ma normalmente non sanno nulla di come tirarli giù (a meno che abbiano fatto studi supplementari specifici).
Insomma, chiedere ad architetti e ingegneri se le Torri Gemelle sono state demolite con esplosivi o con termite o altro ancora è sbagliato in partenza: è la classica Fallacia del Falso Esperto (ne avevo scritto su Le Scienze a dicembre 2012). Il fatto che architetti o ingegneri siano esperti nel concepire o costruire strutture non li rende automaticamente esperti nel demolirle o nel riconoscere i segni distintivi di una demolizione.
Se si vuole sapere se delle lesioni estese e un incendio enorme incontrollato sono sufficienti a innescare il crollo di un edificio, insomma se si vuole sapere a che punto cede una struttura, è pertinente il parere professionale (supportato da calcoli) di un ingegnere strutturista (non di un architetto e non di un ingegnere con altre specializzazioni). Ma se si vuole sapere se un edificio è crollato perché è stato minato, bisogna interpellare i veri esperti, ossia coloro che si occupano professionalmente di demolizioni controllate e che quindi sanno riconoscere i sintomi inconfondibili dell'uso di esplosivi. Come mai i complottisti, da Giulietto Chiesa a Massimo Mazzucco, non li interpellano e preferiscono presentare le opinioni di teologi, fisici o architetti? Anche qui la risposta è pateticamente semplice: perché quando chiedono a un esperto vero di demolizioni si sentono dire che è ora di piantarla di dire scemenze.
Il Gruppo Undicisettembre ha già presentato in passato un'intervista con l'esplosivista italiano Danilo Coppe, che ha stroncato le tesi di demolizione, e ora ha intervistato un altro esperto di demolizioni, l'americano Brent Blanchard.
L'intervista a Blanchard, realizzata da Hammer e disponibile in italiano e in inglese, fa a pezzi le fantasie di esplosivi preposizionati, di termite o nanotermite. Le esplosioni di una demolizione si sarebbero viste, dice Blanchard: “Dovunque piazzi degli esplosivi, avresti un brusco rilascio di energia e di gas. Ci sarebbe una combustione impossibile da non notare. Sposta l'aria, sposta materia, sarebbe estremamente facile da notare... La termite non funziona in orizzontale, funziona in verticale. Non puoi usare la termite per tagliare in orizzontale attraverso l'acciaio. Non puoi attaccare la termite a un gruppo di colonne, a dozzine e dozzine di colonne, e sperare che inizi a tagliare attraverso le colonne a un momento predefinito o addirittura che finisca nello stesso momento... [la combustione della termite] avrebbe creato molta luce. Avrebbe creato grandi incendi, molte fiamme, bagliori, fumo; e tutto questo prima del crollo. Non è successo perché non c'era alcuna termite.”
E ancora: “Chiunque guardi i video deve arrivare alla conclusione ineludibile che entrambi i crolli iniziano esattamente dove gli aerei hanno colpiti gli edifici. Non iniziano dal basso, dal centro o altrove. Ciascuno palazzo inizia a crollare proprio dove l'aereo l'ha colpito. Se accetti questo come un fatto di base, devi arrivare alla conclusione che se c'era una demolizione controllata questa deve essere avvenuta agli stessi piani. Quindi i complottisti devono anche fare l'asserzione che qualcuno in qualche modo ha avuto accesso proprio a quei piani, o prima o dopo gli impatti aerei, ma abbia raggiunto proprio quei punti di contatto e abbia aggiunto altri esplosivi per iniziare i crolli dei palazzi. E la domanda è: perché mai qualcuno dovrebbe fare una cosa simile? E la domanda ancora più grande è come si potrebbe mai accedere a quelle zone, con temperature così alte e iniziare ad attaccare gli esplosivi? E se gli esplosivi fossero stati attaccati in precedenza, come avrebbero potuto evitare che gli impatti aerei li strappassero dalle colonne e scagliassero fuori dagli edifici? Queste sono domande fondamentali a cui nessun complottista sembra capace di rispondere.”
Blanchard fornisce molte altre considerazioni e obiezioni tecniche che liquidano le tesi di demolizione controllata con la potenza dei fatti: le trovate nell'intervista completa.
Ora sta a voi, cari e cocciuti complottisti, spiegare come mai non avete esperti di demolizione che confermano le vostre tesi di demolizione. Avete avuto tredici anni per trovarne qualcuno e finora il vostro bottino è stato decisamente magro. Ma gli incassi no, vero?
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