Fonte: Objective-See. |
Nel tentativo di soddisfare le richieste di censura del governo cinese, Apple aveva introdotto nel proprio software un difetto che mandava in crash iOS se il dispositivo riceveva l’emoji della bandiera di Taiwan (🇹🇼) o l’utente digitava la parola “Taiwan”.
L’uso di questo simbolo e di questa parola è censurato in Cina, ma il difetto colpiva anche gli iPhone al di fuori della Cina se usavano la lingua e la localizzazione cinese nelle impostazioni, come raccontano Ars Technica e Wired.com.
Il difetto, classificato come CVE-2018-4290, è spiegato in dettaglio su Objective-See, ed è una conferma del fatto che nonostante le proprie dichiarazioni di voler tutelare gli utenti, Apple modifica il proprio software e si arrende eccome alle imposizioni di censura dei governi. Perlomeno dei governi che contano: si sa da tempo che i dati degli utenti Apple cinesi sono stati traslocati su server situati in Cina, e le VPN che consentono di eludere la censura sono state rimosse dall’App Store cinese. Ma questa è probabilmente la prima volta che si scopre che il sistema operativo di Apple è stato modificato, introducendo un difetto, per motivi di censura governativa.
La vicenda è un lucido promemoria per tutti quelli che pensano che sia facile infilare nel software filtri o misure di sorveglianza come misura antiterrorismo o per impedire le violazioni del diritto d’autore.
Il mercato cinese, segnala The Register, ha contribuito 13 miliardi di dollari alle casse di Apple nell’ultimo trimestre.
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