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2018/07/06

Vittima della “truffa del principe nigeriano” riceve una lettera di rimborso. Sul serio

Conoscete benissimo la “truffa alla nigeriana” o “truffa del 419” (dal numero dell’articolo di legge nigeriano che la punisce): una mail di un sedicente principe della Nigeria che vi offre di condividere con lui un’enorme somma di denaro se lo aiutate. Basta che versiate un piccolo anticipo per le pratiche burocratiche. La vittima paga, ma non vede mai la somma promessa: c'è sempre qualche problema che richiede altri soldi per risolverlo. Man mano le somme versate si accumulano e possono ammontare a decine o centinaia di migliaia di dollari, euro o franchi.

Una variante particolarmente crudele di questa truffa prende di mira chi ne è già stato colpito: la vittima riceve una mail da un sedicente “ufficio rimborsi” che promette di restituire le cifre versate. Basta mandare all’ufficio rimborsi (che in realtà è gestito da una banda di truffatori) un piccolo anticipo per le pratiche burocratiche. Potete immaginare come vada a finire.

Ma a Fred Haines, una vittima della truffa del primo tipo che abita in Kansas, a Wichita, è andata un po’ diversamente. Haines era stato truffato dal 2005 al 2008 con il miraggio di una finta eredità di 64 milioni di dollari promessagli da un falso funzionario governativo nigeriano. Ci aveva creduto al punto di ipotecare la propria casa per poter mandare al “funzionario” ben 110.000 dollari di anticipi necessari per sbloccare la presunta eredità.

Di recente a Haines, che oggi ha 77 anni, è arrivata una lettera di offerta di risarcimento da un “procuratore generale”. Un seguito della truffa? Stavolta no. Il procuratore generale (general attorney) era infatti quello del suo stato e l’offerta di risarcimento era reale.

La Western Union, in accordo con il Dipartimento di Giustizia statunitense, ha infatti stanziato ben 586 milioni di dollari per risarcire le vittime americane e canadesi di questa truffa, perché alcuni dei suoi dipendenti erano stati complici dei truffatori e avevano aiutato a frodare le vittime.

Il procuratore generale del Kansas ha così inviato una lettera a tutte le persone che avevano inviato ingenti somme di denaro a vari paesi a rischio, circa 25.000, chiedendo se erano state raggirate. Haines ha risposto, mostrando tutta la propria documentazione, e ha ricevuto 110.000 dollari di risarcimento.

Una storia di truffe con un lieto fine è una rarità che è piacevole poter raccontare, ma attenzione: non deve far pensare che magari quella mail dal “procuratore generale” o dall’“avvocato” è reale e che bisogna darle seguito per farsi risarcire. La regola di fondo è semplice: se per avere soldi devo prima mandarne, è sicuramente una truffa.


Fonti: Sophos, Kansas City Star.

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