Arriva il Googlefonino
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Da poche ore Google vende il suo primo telefonino, battezzato Nexus One (no, probabilmente non supera il test di Voight-Kampff come i Nexus Six). "Suo" per modo di dire, perché è fabbricato da HTC. Google ci mette solo il logo e ha collaborato alla progettazione.
Il termine di paragone inevitabile è l'iPhone, e sicuramente non mancheranno le polemiche sulle caratteristiche tecniche: schermo AMOLED da 480 x 800, contro i 480 x 320 dell'iPhone, e mezzo centimetro di diagonale in più, che conta non poco; batteria rimovibile anziché fissa, bonus non trascurabile per molti utenti, viste le lamentele sull'autonomia e durata di quella dell'iPhone; controllo vocale in tutte le applicazioni (ma vedremo quanto funzionerà in italiano); niente multitouch (almeno ufficialmente, anche se l'hardware lo supporta), e questa è una carenza grave per l'interfaccia; flash e memoria espandibile, a differenza dell'iPhone; sistema operativo Android 2.1 open source (licenza Apache), a differenza dell'iPhone OS 3.1 (derivato di Mac OS X) chiuso del cellulare Apple.
Per il resto, le dotazioni sono simili a quelle dell'iPhone: GPS, bussola, accelerometro, touchscreen, registrazione di video (a 720x480), geotagging, autofocus, Bluetooth stereo. Peso e dimensioni sono quasi uguali: il Nexus One è lievemente più sottile e largo.
La differenza più importante, però, non sta nelle specifiche hardware (che trovate qui), ma nel modello commerciale. Il Googlefonino viene venduto soltanto direttamente da Google nel sito apposito, e per ora viene spedito solo a indirizzi statunitensi, britannici, di Singapore e di Hong Kong. Tecnicamente, comunque, è in grado di funzionare subito su quasi tutte le reti e in quasi tutto il mondo, per cui gli appassionati potranno ricorrere a indirizzi di comodo o amici disponibili e sfoggiare subito il nuovo giocattolo.
Inoltre è venduto anche senza abbonamento a un operatore cellulare americano, a differenza di quasi tutte le offerte precedenti di questi smartphone sul mercato USA. Certo, senza abbonamento è caruccio: costa 530 dollari (360 euro), mentre ne costa 180 (125 euro) con abbonamento USA per due anni. Ma l'iPhone senza abbonamento parte in Italia da 499 euro (3G; 599 per il 3GS). La differenza di prezzo, insomma, è tutt'altro che trascurabile.
La differenza di modello commerciale rispetto all'iPhone spicca anche nella gestione dell'inevitabile app store, il negozio online dove acquistare le applicazioni supplementari per il Googlefonino. Mentre ogni programma venduto attraverso il negozio di Apple deve essere approvato insindacabilmente da Apple (con tutti i rischi di conflitto d'interessi che questo comporta), e quindi gli sviluppatori si trovano esposti al rischio di lavorare a un prodotto che poi non potrà essere venduto, nel negozio di Google tutto viene approvato con riserva di respingerlo. Inoltre il software per Android, il sistema operativo del Googlefonino, può essere distribuito anche al di fuori del negozio ufficiale, con tutte le libertà (e i rischi) che questo consente.
Ma la domanda di fondo rimane al di fuori del campo tecnico: perché Google vende telefonini? Non certo per guadagnare sull'oggetto in sé. L'intenzione, a giudicare dalle dichiarazioni in conferenza stampa e da alcuni annunci (BBC) di Google a proposito di pubblicità "pay per call", è di "assicurarsi che la gente acceda ai servizi di Google e vada online". Infatti la dotazione di software del Nexus One è orientata a portare l'utente il più possibile verso Gmail e gli altri servizi online di Google, attraverso i quali il colosso della ricerca può vendere le inserzioni pubblicitarie che sono la sua fonte di reddito fondamentale.
L'operazione di marketing serve anche per assuefare l'utente all'idea di usare Google sempre e ovunque, anche come terminale di accesso a Internet, e in questo modo raccogliere dati degli utenti, utili per vendere pubblicità sempre più mirata. È qui il punto cruciale: Google ha già la nostra posta (Gmail), i nostri video (Youtube), le nostre foto (Picasa), i nostri spostamenti (Latitude), il nostro DNS, le nostre ricerche, e ora vuole anche il nostro traffico telefonico (il software del Nexus spinge l'utente a navigare online con il proprio account Google e a gestire contatti e telefonate tramite Google Voice). Va tutto bene se quest'enorme tesoro di dati è in mani illuminate, ma che si fa se qualche governo non troppo democratico decide di imporre a Google di dargli accesso a questi dati?
Leggendo le condizioni di privacy di Google, non riesco a fare a meno di notare questa frase ricorrente: Google takes your privacy very seriously. E mi viene sempre più voglia di abbreviarla: Google takes your privacy. Niente panico, ma stiamo attenti.
Altre info: il Liveblog della presentazione, su Gizmodo; altre informazioni della presentazione su The Register; pro e contro di iPhone OS e Android dal punto di vista degli sviluppatori di applicazioni; il manuale dell'utente del Nexus One (PDF); galleria di foto del Nexus One (Gizmodo); la recensione di Wired; le mappe dei paesi che hanno reti compatibili con il Nexus One (GSMworld); le condizioni di vendita del Nexus One; i prezzi ufficiali del Nexus One; le FAQ preparate da Gizmodo; la recensione di Engadget, decisamente senza peli sulla lingua; una bella analisi dei piani di Google e dell'effetto del Googlefonino sul potere degli operatori telefonici ("Google is aiming for much more than just a nifty handheld. It wants an army of nifty handhelds, from countless manufacturers, running on countless wireless networks - and it wants all of them running ad-happy Google apps", The Register).
2010/01/08
Un commento qui sotto ha posto una buona domanda: se Google vende il telefonino solo online, da chi si va in caso di guasto all'apparecchio? La risposta sembra essere che ci si rivolge al centro assistenza HTC più vicino, secondo questa pagina dell'help di Google, che fornisce anche un link all'elenco dei servizi di assistenza e riparazione di HTC.
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