Cerca nel blog

2014/01/31

App spione: da Angry Birds a Facebook a...Ikea?

Preoccupati per la notizia che app di gioco popolarissime, come Angry Birds, vengono usate dall'NSA e dai servizi di sorveglianza britannici per raccogliere dati sugli utenti, dall'età alla localizzazione all'orientamento sessuale, tramite i sistemi di gestione della pubblicità delle app? Non c'è da sorprendersi. Stiamo diventando un po' paranoici, a furia di scoprire quanto veniamo tracciati senza il nostro consenso da parte dei governi e delle grandi aziende.

In questa paranoia si è innestata la segnalazione che la nuova versione dell'app di Facebook per dispositivi Android ora è in grado di leggere anche gli SMS e MMS dell'utente (lo potete vedere in Impostazioni - Gestione applicazioni scegliendo l'app). Ma stavolta l'intento non sarebbe spionistico: come spiega su Reddit uno dei tecnici di Facebook e come descritto in una pagina apposita di assistenza del social network, l'autorizzazione a leggere gli SMS è necessaria per poter leggere gli SMS di autenticazione e di sicurezza e Android non consente un accesso più selettivo a questi messaggi, per cui è necessario consentire all'app di leggerli tutti. Sta di fatto che se installate l'app aggiornata di Facebook sul proprio dispositivo Android ora permettete a Facebook di leggere (almeno teoricamente) tutti i vostri SMS: meglio saperlo per regolarsi di conseguenza.

Il massimo della disinvoltura nella raccolta (intenzionale o meno) di dati personali da parte di app, però, arriva da una fonte decisamente inaspettata: Planner, ossia l'applicazione per la progettazione delle cucine di Ikea. Durante l'installazione compare infatti questo avviso, che informa l'utente che l'applicazione potrà accedere “a tutti i dati sul computer e sui siti web visitati”:


Secondo le indagini di The Register, l'avviso compare soltanto se si usa Google Chrome, mentre se si usa Firefox l'utente non viene informato del fatto che l'applicazione si prende questo diritto di ficcare il naso in tutto quello che abbiamo sul computer.

Per quale motivo un'applicazione che serve per pianificare la disposizione dei mobili di cucina ha bisogno questo genere di accesso? Probabilmente si tratta soltanto di un errore di programmazione della società 2020.net che ha sviluppato l'applicazione per conto di Ikea: è normale, durante lo sviluppo di un'app, darle i permessi più ampi e poi ridurli quando è pronta per la diffusione al pubblico. Ma l'errore è sintomatico della leggerezza con la quale troppo spesso chi sviluppa software si prende libertà non necessarie e chi installa software concede permessi intrusivi senza pensarci o addirittura senza sapere di farlo.

Nessun commento: