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2014/01/31

Addio, Mail.app, è stato bello conoscerti. Mavericks ti ha rovinato

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2014/06/01.

Da quando ho installato OS X Mavericks sui miei Mac, Mail.app è un totale, assoluto, inammissibile disastro. Mi ha servito lealmente per anni, con la sua ricerca fulminea full-text, ma ora è l'ombra di se stesso. Ho aspettato un po' che Apple lo sistemasse, ma ho esaurito la pazienza. Per cui da ieri ho smesso di usare Mail.app. Mi mancherà.

Il problema è come sostituirlo. Ho un archivio di posta immenso (circa vent'anni di mail, archiviati e sparsi su vari account Gmail), uso massicciamente filtri, sottocartelle e ricerche, e ricevo tantissima posta. Mi serve un client di posta, perché un'interfaccia webmail è assolutamente insufficiente per gestire un volume del genere sparso su account multipli, e ho bisogno di poter accedere all'archivio anche quando non sono connesso a Internet. E mi serve un client veloce. Non quella cosa comatosa che è ora Mail.app.

Mail.app ci mette interi minuti a visualizzare le mail nuove. Le mail cancellate ricompaiono come se non fossero state mai cancellate (e quelle lette ricompaiono come non lette). Quando tolgo un flag a una mail, il flag continua a essere visualizzato e devo cambiare riga per vedere il vero stato del messaggio. Spesso Mail.app fa girare la ventolina del mio Air come se il laptop dovesse decollare da una portaerei in stile Top Gun. L'ho lanciato quando ho iniziato a scrivere questo post e mi dice che sta scaricando 3813 mail nuove (impossibile) ed è fermo alla quarta.

Siccome a quanto pare non sono il solo che si lamenta di Mail.app, e in particolare dell'abbinamento di Mail.app e Gmail, pubblico qui i miei appunti sparsi di migrazione. Magari possono essere utili a qualcuno.


IMAP innanzi tutto


Un altro momento di delirio di Mail.app.
Per fortuna tutti i miei account di posta sono in IMAP e non in POP. In altre parole, tutta la mail resta sul server ma ne ho una copia locale sincronizzata. Questo mi consente di gestire la mail da qualunque computer o dispositivo, tenendo tutto sincronizzato, e ha il vantaggio che passare a un client di mail differente comporta semplicemente l'immissione dei dati degli account nel client nuovo e la sincronizzazione dell'archivio di mail.

Ovviamente, trattandosi di circa 200.000 mail con relativi allegati, la sincronizzazione completa richiederà un po' di tempo di download, ma perlomeno non dovrò pregare che il nuovo client sia capace di importare i messaggi dagli archivi generati da Mail.app e in ogni caso potrò usare sia Mail.app, sia qualunque client nuovo anche contemporaneamente e tutto resterà sincronizzato: se cancello un messaggio in un client, verrà cancellato anche nell'altro e nell'archivio online.


Postbox in prova (aggiornamento: prova fallita)


Ho chiesto consiglio a voi, anche via Twitter, e molti mi hanno consigliato Postbox (10 dollari, con 30 giorni di prova gratuita; recensione; altre opzioni). Subito dopo l'installazione mi ha letto automaticamente gli account di Mail.app, con le relative sottocartelle ed etichette, e ha iniziato a scaricare l'archivio di posta, iniziando con gli header dei messaggi della Inbox. Gli header (e poi i contenuti) dei messaggi di una sottocartella di posta vengono scaricati la prima volta che si apre la cartella stessa.

Il primo impatto è piacevole. Se seleziono una porzione di testo di una mail e poi scelgo Reply, Postbox inserisce quel testo come citazione, esattamente come fa Mail (Thunderbird non lo faceva, perlomeno l'ultima volta che l'ho provato). Se devo spostare un gruppo di mail da una cartella a un'altra (anche di un account differente, come faccio per archiviare i messaggi vecchi), Postbox si ricorda dell'ultima cartella verso la quale ho spostato messaggi: molto pratico. Ci sono moltissime scorciatoie a tastiera che velocizzano l'interazione. C'è anche una pratica opzione di risposta veloce direttamente sotto il testo della mail alla quale si vuole rispondere, che però non include una signature.

Per contro, Postbox non preserva i flag di Mail.app e non migra le signature. Inoltre non ha flag evidenti e colorati come Mail.app: o meglio, ce li ha se si va in Preferences - Display, si clicca sulla matita e si sceglie il colore e poi Apply the topic color to the entire row in the message list pane. La ricerca ha qualche bizzarria: per esempio ignora le parentesi quadre e non distingue maiuscole e minuscole, per cui “[Complotti lunari] Nuovo” e “complotti lunari nuovo” per Postbox sono identici. Mail.app gestiva correttamente questa differenza, che per me è molto importante nella gestione dei commenti dei miei blog.

In Accounts - Composition ho configurato Postbox per inviare mail in testo semplice (non sopporto la mail in HTML, ma questa è una mia idiosincrasia), disattivando Compose messages in HTML format, e ho scelto di anteporre la citazione alla risposta, di includere la signature anche negli inoltri e di non includere le immagini dei contatti. In General ho attivato Allow Spotlight to search messages per consentire a Spotlight la ricerca nella mail.

Ho poi copiato le signature manualmente da Mail.app: va notato che Postbox non offre signature specifiche per un singolo account, a differenza di Mail.app, ma non è un grosso problema. Fra l'altro, Postbox ha la funzione Responses, molto comoda per rispondere con un testo standard, per esempio agli sciachimisti e ai vari cospiranoici che ogni tanto mi assaltano (in Mail.app usavo le signature per ottenere lo stesso risultato). Si trova in Preferences - Composition.

Una piccola magagna è che se si hanno account multipli sullo stesso provider, Postbox genera messaggi d'errore su alcuni account, parlando di problemi con STARTTLS (“An error occurred sending mail: Unable to establish a secure link with SMTP server smtp.live.com using STARTTLS since it doesn't advertise that feature. Switch off STARTTLS for that server or contact your service provider.”). Il problema si risolve andando in Preferences - Accounts - Outgoing server ed eliminando i server SMTP doppi.

Un'altra piccola scocciatura di Postbox è la visualizzazione di default dei messaggi in ordine cronologico dal più recente al meno recente: io preferisco l'opposto (il più recente in basso). Inoltre Postbox, di default, quando si cancella una mail non si posiziona sulla mail successiva ma su quella precedente (che però ho già visto): mi tocca invertire l'ordine di visualizzazione a mano per ciascuna cartella (bella menata) e/o andare in Preferences - Advanced - General e scegliere After deleting a message select the Previous Message.

Ho inoltre forzato il download di tutta la mail (non solo degli header) per avere una copia completa, locale e indicizzata del mio archivio di posta: in ciascun account ho scelto Preferences - Accounts - Local storage ho attivato Make the messages in my Inbox available when I am working offline.

Per ora tutto funziona bene: Postbox è veloce e funzionale, per cui mi vedrete rispondere un po' più assiduamente alle vostre mail. Mi resta ancora da attivare il supporto per la crittografia e l'autenticazione, ma ne parlerò negli aggiornamenti di questo post insieme all'integrazione con Twitter, Dropobox ed Evernote.

Aggiornamento (2014/06/01): Dopo qualche settimana di utilizzo, Postbox ha iniziato a rallentare e avere problemi massicci di sincronizzazione. Così sono passato a Thunderbird, che uso ora da un paio di mesi e, sia pure con qualche stallo momentaneo durante la composizione dei messaggi, sembra reggere.

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