Se siete fra quelli che comprano tablet e smartphone al neonato perché così diventerà sicuramente un cittadino digitale competente, forse ho una brutta notizia da darvi. Secondo uno studio condotto in Australia per la valutazione delle competenze degli studenti di 12 e 16 anni su un campione di 10.500 individui, la crescente diffusione degli smartphone e dei tablet nelle case e nelle scuole sta ritardando lo sviluppo delle competenze informatiche.
I risultati mostrano infatti un declino drastico rispetto agli stessi dati raccolti nel 2008 per i dodicenni; i dati per i sedicenni sono al minimo storico. Come si spiega? Secondo gli autori della ricerca, i dispositivi mobili usati oggi dai giovani richiedono competenze differenti e modalità d’insegnamento altrettanto diverse rispetto al passato. Per esempio, oggi sono più importanti le competenze nella comunicazione online ed è meno indispensabile la capacità di modificare fisicamente i dispositivi, sempre più da usare a scatola chiusa e senza parti sostituibili.
Parte della colpa dei questi risultati, sempre secondo i ricercatori, spetta al fatto che in questi anni il programma scolastico per l’insegnamento dell’informatica non è stato adeguato ai nuovi scenari tecnologici che sono emersi man mano e quindi i parametri di valutazione potrebbero non essere più realistici. In tal caso, niente panico: non ci sarebbe in corso un rincitrullimento giovanile collettivo ma semmai sarebbero i test a essere tutti da rifare. Sia come sia, i documenti della ricerca sono disponibili qui e qui in formato PDF in inglese.
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