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2007/05/22

Video BBC “bandito” dal Vaticano spopola in Rete

Vaticano vs Google; vince Google. Anzi no, vince la libertà d'informazione


Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "sara-f****" e "felipardovino". L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Nota di chiarimento: questo articolo non è un'invettiva contro la Chiesa Cattolica, come alcuni potrebbero pensare nella foga della polemica di questi giorni. Se la prende con l'ottusità di chi, nelle istituzioni laiche come in quelle religiose di ogni genere (non soltanto cristiane -- penso a Scientology), pensa ancora di avere il diritto di decidere cosa proibire a un adulto di vedere o leggere, e soprattutto pensa di averne ancora la capacità tecnologica. Capacità rimossa grazie a Internet, ma che rischia di ritornare se s'impongono i lucchetti digitali del DRM.

Aggiornamento (2007/05/26): Il video è stato rimosso da Google Video nella versione linkata in questo articolo, ma è tuttora reperibile altrove digitandone il titolo.


Sex Crimes and the Vatican è il titolo del video più popolare del momento su Internet: un video che Avvenire definisce "infame calunnia". E' un documentario della BBC, prodotto dalla celeberrima redazione d'inchiesta di Panorama (nulla a che vedere con l'omonima testata cartacea italiana), che raccoglie testimonianze di pedofilia e abusi sessuali all'interno della Chiesa Cattolica.

Il documentario afferma anche l'esistenza di un documento segreto, il cosiddetto Crimen Sollicitationis, che definirebbe le procedure per la gestione degli scandali pedofili coinvolgenti esponenti della Chiesa. Sex Crimes and the Vatican dice che questo documento segreto impone il giuramento del silenzio alla vittima minore, al sacerdote che si occupa del procedimento e agli eventuali testimoni.

Non entro nel merito della questione, se non per dire che l'"infame calunnia" non si può smontare a colpi di censura preventiva chiedendo di bloccarne la messa in onda (in Anno Zero di Michele Santoro). L'Indice dei Libri Proibiti, signori miei, è un tantinello démodé. Nel ventunesimo secolo, le notizie false non si nascondono e non si smentiscono invocando istericamente il principio d'autorità: si sbufalano pubblicamente presentando i fatti e lasciando che siano i lettori a decidere chi ha torto e chi no. La BBC ha torto? Si mostri dove. Se il reportage è una bufala, si faccia il debunking, insomma. Internet è fatta apposta.

Aggiornamento: il debunking (o perlomeno un chiarimento tecnico) è arrivato, sotto forma di questo articolo di Massimo Introvigne e questo articolo di Sandro Magister, con informazioni e link al testo originale del documento contestato. La trascrizione dell'inglese del documentario fornita dalla BBC è qui e contiene dichiarazioni non trascurabili di consulenti di diritto canonico e di ex monaci che sembrerebbero confermare la tesi della BBC, nonché le parole di fuoco di Frank Keating, capo della commissione d'inchiesta della Chiesa sugli scandali pedofili in USA.

E' importante distinguere fra la questione del Crimen, che è materia di interpretazione del diritto canonico, e i fatti terribili descritti e documentati nel programma: è del resto quello che fa l'arcivescovo cattolico Vincent Nichols nella sua protesta alla BBC (pubblicata dalla BBC stessa). La pagina web dedicata dalla BBC al programma fa notare che anche una commissione governativa britannica è arrivata alla conclusione che "una cultura della segretezza e il timore dello scandalo ha portato alcuni vescovi ad anteporre gli interessi della Chiesa Cattolica alla sicurezza dei bambini". Questa non è una frase di un giornalista, ma di un rapporto ufficiale governativo.

La BBC nota anche che "Il Vaticano ha rifiutato le reiterate richieste di Panorama di rispondere a qualunque dei casi presentati nel filmato". Il documentario non è stato certo gradito dalla Chiesa Cattolica, ma risulta secondo nella classifica dei più apprezzati dai telespettatori, per quel che può valere l'opinione pubblica.

Ripeto: non voglio entrare nella querelle e fornisco questi link soltanto per informazione.


Le regole sono cambiate, anche se molti (religiosi e laici) non l'hanno ancora capito. Oggi la censura, il divieto fatto agli adulti di vedere una trasmissione TV, specialmente se proveniente da una testata di indubbia reputazione come la BBC, sono percepiti come un tentativo arrogante di decidere sopra la testa delle persone e di gettare al vento il diritto alla libera informazione che è una delle (poche) conquiste sociali di cui si può andare fieri. Ogni tentativo di bandire un'informazione non fa altro che attirare l'interesse su di essa e costituisce un autogol spettacolare per gli aspiranti censori (come ben sappiamo).

Senza diritto all'informazione non c'è modo di valutare liberamente tutti gli aspetti di un problema, sentire entrambe le campane (se mi passate il gioco di parole) e decidere autonomamente. Se si è tenuti all'oscuro, resta soltanto lo spazio per le decisioni preconfezionate dalle autorità di turno, da una parte e dall'altra delle fatiscenti barricate ideologiche. Come direbbe Orwell, per chi ambisce al potere l'ignoranza è forza, la libertà è schiavitù.

Oggi c'è Internet; non ci sono più le frontiere e non siamo più obbligati a dipendere dai ghiribizzi delle emittenti televisive nazionali per informarci. C'è il satellite; e c'è Google Video, dove chiunque può diventare testata televisiva e può far circolare il materiale che i media tradizionali non passano. Le persone comuni, oggi, hanno in casa le risorse tecniche che consentono di prendere un filmato controverso come quello della BBC, digitalizzarlo, tradurlo (sia pure con qualche imprecisione), sottotitolarlo e diffonderlo al mondo.

Al momento in cui scrivo, Sex Crimes and the Vatican è già stato visto da quasi mezzo milione di spettatori. Eppure, nelle stanze dei bottoni, personaggi sempre meno influenti ma inconsapevoli della loro progressiva irrilevanza si accapigliano per prendere decisioni di messa in onda che, di fronte a questi numeri, sanno tanto di chi litiga su come chiudere la stalla dopo che i buoi non solo sono scappati da tempo, ma hanno capito che non hanno più bisogno dell'elemosina dell'allevatore per procurarsi da mangiare.

E' per casi come questo che m'inquieta l'incessante avanzare del DRM. Con i lucchetti digitali del DRM sarà possibile impedire la visione dei programmi sgraditi ai potenti con la stessa sottile efficienza di una dittatura digitale. E questo è un futuro sempre più vicino, se non ci impegniamo tutti a contrastarlo.

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