Questo articolo era stato pubblicato inizialmente l'1/2/2013 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
Le cosiddette telecamere IP, ossia telecamere di sorveglianza pensate per essere collegate senza fili (tramite WiFi) o via cavo di rete con un computer che le coordina, sono molto pratiche: si installano facilmente, costano spesso meno dei sistemi tradizionali e si interfacciano bene con Internet, permettendo di ricevere avvisi e di effettuare monitoraggi a distanza anche tramite telefoni cellulari.
Purtroppo, però, il loro uso dell'informatica per abbattere i costi non sempre è corretto e ogni tanto emergono i casi di telecamere che invece di consentire al proprietario di sorvegliare la propria abitazione permettono agli aspiranti ladri di spiare dentro la casa apparentemente protetta. Per esempio, pochi giorni fa è stata annunciata una vulnerabilità che permette a un intruso digitale non solo di vedere quello che vedono queste telecamere di alcune marche anche molto conosciute, ma anche di osservare e cancellare quello che è stato registrato dalla centralina dell'impianto di sorveglianza. Una ricerca opportunamente confezionata ha rivelato circa 58.000 di questi impianti che sono accessibili via Internet.
Forbes.com ha pubblicato i nomi delle marche coinvolte: in attesa che vengano distribuiti degli aggiornamenti correttivi, il consiglio degli esperti è disattivare temporaneamente la funzione UPnP dei propri router per impedire che l'impianto di sorveglianza si renda accessibile via Internet.
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