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Secondo quanto racconta la BBC, il ventottenne ha usato un telefonino, che si era procurato illegalmente, per creare un nome di dominio molto simile a quello usato dal tribunale per la corrispondenza ufficiale. Come intestatario del dominio ha usato il nome di un vero funzionario del tribunale.
Fatto questo, ha creato una casella di mail su quel dominio e l'ha usata per inviare al servizio di gestione dei carcerati una mail falsa nella quale ordinava la propria scarcerazione. I dipendenti del carcere hanno eseguito l'ordine senza batter ciglio e Moore è stato rilasciato dal carcere.
La sua libertà ottenuta via mail è durata poco: l'uomo si è costituito tre giorni più tardi. Secondo le autorità inquirenti, la sua impresa è un caso di “inventiva criminale straordinaria, doppiezza e creatività”. Ma sembra che nessuno si sia chiesto perché il carcere accetti ingenuamente ordini di scarcerazione inviati tramite semplici mail non autenticate.
Moore, fra l'altro, non era nuovo a questo genere di tecnica: aveva già usato quattro identità differenti per fingersi membro del personale di varie banche per convincere alcune grandi organizzazioni a mandargli ingenti quantità di denaro, riuscendo a intascare quasi due milioni di sterline (circa 2,8 milioni di franchi svizzeri o 2,7 milioni di euro). Come sempre, per una truffa di successo non basta che ci sia un dritto: serve anche che dall'altra parte ci sia un pollo.
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