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2019/08/31

Cari ufologi del CUN, se taccio non vuol dire che confermo. È che sto cercando di non ridere

Comunicazione di servizio: tramite i miei potenti impianti telepatico-bioplasmatici sono venuto a sapere che alcuni ufologi del CUN hanno interpretato il mio silenzio a proposito di un recente caso ufologico come una conferma della credibilità del caso stesso.

Non chiedetemi quale: non voglio regalargli visibilità. Quelli del CUN lo sanno, ed è questo che conta.

Insomma, siamo arrivati al punto che questi ufologi, gli stessi che mi vedono come un babau, mi considerano però un arbitro attendibile della serietà delle loro scoperte. Se il babau non ne parla, ragionano, vuol dire che non sa come smentirlo, quindi il caso è a prova di bomba.

Vorrei calmare subito gli entusiasmi prima che parta un nuovo delirio: non parlo del caso semplicemente perché sto cercando di non riderne. Aspetto che questi autoproclamati scopritori di verità nascoste annuncino trionfalmente di aver trovato, per l’ennesima volta, la prova definitiva delle visite extraterrestri, quella che secondo loro mette a tacere i debunker. Aspetto che ci mettano la faccia.

Poi farò a fettine le loro “prove definitive”. Sarà divertente.

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