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2020/03/26

Quel coronavirus di 5 anni fa “creato in Cina”? La ricerca non è affatto cinese

Ultimo aggiornamento: 2020/03/27 00:20.

A proposito della ricerca cinese di cinque anni fa sui coronavirus citata da TGR Leonardo che sta facendo delirare tutti e di cui ho già scritto ieri, avrei una domandina per tutti gli iracondi, politici compresi, che si sono scatenati ad accusare la Cina e a rigurgitare teorie di complotto sui cinesi cattivissimissimi: che figura ci farete, adesso, quando risulta che la ricerca non è affatto cinese?

In Italia i politici Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno “chiesto chiarezza”, come descrive con molto garbo e distacco Tvsvizzera.it. in realtà la Meloni, per esempio, ha tweetato La Cina ci ha mentito? VOGLIAMO LA VERITÀ!. Mi sono permesso di segnalarle i fatti e dai suoi seguaci mi è arrivato addosso di tutto.

Piaccia o meno ai politici e agli iracondi, la Cina non c’entra. Infatti ho ricevuto da una persona che si occupa di bioinformatica in Italia per lavoro queste osservazioni, che ho semplicemente reimpaginato e annotato per maggiore leggibilità. In grassetto trovate i concetti salienti; le note fra parentesi quadre sono mie precisazioni. Ringrazio pubblicamente questa persona ma non ne pubblico l’identità per tutelarla dai suddetti rabbiosi e molestatori.


Questo lavoro del 2015 [l’articolo scientifico citato da TGR Leonardo] viene ripetutamente identificato come il lavoro "realizzato in Cina", "dei cinesi" e via dicendo. Se però si guardano i nomi e le affiliazioni degli autori, si nota questa cosa:

Elenco degli autori:

Vineet D Menachery (1), Boyd L Yount Jr (1), Kari Debbink (1,2), Sudhakar Agnihothram (3), Lisa E Gralinski (1), Jessica A Plante (1), Rachel L Graham (1), Trevor Scobey (1), Xing-Yi Ge (4), Eric F Donaldson (1), Scott H Randell (5,6), Antonio Lanzavecchia (7), Wayne A Marasco (8,9), Zhengli-Li Shi (4) & Ralph S Baric (1,2)

Elenco delle affiliazioni di ogni autore [riportate in fondo all’articolo di Nature (anche in PDF)]
  1. Department of Epidemiology, University of North Carolina at Chapel Hill, Chapel Hill, North Carolina, USA.
  2. Department of Microbiology and Immunology, University of North Carolina at Chapel Hill, Chapel Hill, North Carolina, USA. 
  3. National Center for Toxicological Research, Food and Drug Administration, Jefferson, Arkansas, USA. 
  4. Key Laboratory of Special Pathogens and Biosafety, Wuhan Institute of Virology, Chinese Academy of Sciences, Wuhan, China. 
  5. Department of Cell Biology and Physiology, University of North Carolina at Chapel Hill, Chapel Hill, North Carolina, USA. 
  6. Cystic Fibrosis Center, Marsico Lung Institute, University of North Carolina at Chapel Hill, Chapel Hill, North Carolina, USA. 
  7. Institute for Research in Biomedicine, Bellinzona Institute of Microbiology, Zurich, Switzerland. 
  8. Department of Cancer Immunology and AIDS, Dana-Farber Cancer Institute, Harvard Medical School, Boston, Massachusetts, USA. 
  9. Department of Medicine, Harvard Medical School, Boston, Massachusetts, USA.


I ricercatori cinesi (che effettivamente sono affiliati all'istituto di virologia di Wuhan) sono solo 2 su 15. La stragrande maggioranza degli altri autori sono ricercatori che lavorano in North Carolina, USA. Per giunta, i ricercatori "responsabili" del lavoro (vale a dire, in ambito biomedico, il primo, l'ultimo e i corresponding authors) sono tutti affiliati alla University of North Carolina:

“Correspondence should be addressed to R.S.B. (rbaric@email.unc.edu) or V.D.M. (vineet@email.unc.edu).”

Non solo: in penultima pagina, Nature Medicine riporta anche il contributo che ogni singolo autore ha dato alla ricerca:

Author contributions. V.D.M. designed, coordinated and performed experiments, completed analysis and wrote the manuscript. B.L.Y. designed the infectious clone and recovered chimeric viruses; S.A. completed neutralization assays; L.E.G. helped perform mouse experiments; T.S. and J.A.P. completed mouse experiments and plaque assays; X.-Y.G. performed pseudotyping experiments; K.D. generated structural figures and predictions; E.F.D. generated phylogenetic analysis; R.L.G. completed RNA analysis; S.H.R. provided primary HAE cultures; A.L. and W.A.M. provided critical monoclonal antibody reagents; and Z.-L.S. provided SHC014 spike sequences and plasmids. R.S.B. designed experiments and wrote manuscript.

Il contributo dei due cinesi appare piuttosto limitato (come è plausibile dalla loro posizione nell'elenco dei nomi). Zhengli-Li Shi ha semplicemente messo a disposizione le sequenze della proteina spike studiata, e i plasmidi (vettori) per introdurla nel virus. Xing-Yi Ge ha fatto esperimenti di "pseudotyping". Come riporta (in grande sintesi, ma sostanzialmente in modo corretto) Wikipedia: "La pseudotipizzazione è un processo che consiste nella produzione di vettori virali in combinazione con differenti proteine d'envelope. Il risultato è una particella virale pseudotipizzata. Con questo metodo, l'uso di proteine d'envelope di diversa origine permette di modificare il tropismo del vettore o aumentarne/diminuirne la stabilità. Le particelle virali pseudotipizzate non contengono le informazioni genetiche per costruire le stesse proteine di rivestimento con cui hanno fatto budding quindi la mutazione fenotipica non può essere trasmessa alla progenie della stessa particella".

Quindi, leggendo l'articolo, direi che Xing-Yi Ge ha creato un vettore virale a partire da un lentivirus (quindi non da un coronavirus) in cui ha inserito la proteina da studiare, per capire se questa era la proteina che determinava un aumento di infettività del virus nei confronti dell'essere umano, e ha fatto esperimenti da cui si evince che la proteina spike SHC014, messa da sola sul vettore lentivirale, NON è in grado di infettare le cellule su cui era stata messa a contatto.

Infatti i ricercatori dicono: "In WIV1, three of these residues vary from the epidemic SARS-CoV Urbani strain, but they were not expected to alter binding to ACE2 (Supplementary Fig. 1a,b and Supplementary Table 1). This fact is confirmed by both pseudotyping experiments that meas­ured the ability of lentiviruses encoding WIV1 spike proteins to enter cells expressing human ACE2 (Supplementary Fig. 1) and by in vitro replication assays of WIV1-CoV (ref. 1). In contrast, 7 of 14 ACE2-interaction residues in SHC014 are different from those in SARS-CoV, including all five residues critical for host range (Supplementary Fig. 1c and Supplementary Table 1). These changes, coupled with the failure of pseudotyped lentiviruses expressing the SHC014 spike to enter cells (Supplementary Fig. 1d), suggested that the SHC014 spike is unable to bind human ACE2. However, similar changes in related SARS-CoV strains had been reported to allow ACE2 bind­ing7,8, suggesting that additional functional testing was required for verification."

Quindi, gli esperimenti fatti dai due cinesi nel lavoro sono sostanzialmente serviti a dire che la proteina da sola non basta per entrare nelle cellule. Di fatto, questi due ricercatori NON hanno creato il virus infettante: hanno creato un costrutto genico che NON è in grado di entrare da solo nelle cellule.

A quanto pare, il virus infettante è stato creato invece da chi ha inserito la proteina SHC014 non in un vettore lentivirale come hanno fatto i cinesi, ma in un coronavirus derivato dal topo. Infatti il lavoro procede dicendo "Therefore, we have synthesized the SHC014 spike in the con­text of the replication-competent, mouse-adapted SARS-CoV back­bone (we hereafter refer to the chimeric CoV as SHC014-MA15). Despite predictions from both struc­ture-based modeling and pseudotyping experiments, SHC014-MA15 was viable and replicated to high titers in Vero cells".

In parole povere, quello che era fallito con l'esperimento dei cinesi nel lentivirus ha avuto successo inserendo la proteina in un coronavirus di topo. Chi è stato a farlo? Dall'elenco degli autori compare "B.L.Y. designed the infectious clone and recovered chimeric viruses", quindi l'autore del virus infettivo da laboratorio è stato Boyd L Yount Jr, la cui affiliazione però non è Wuhan, ma la University of Carolina, Stati Uniti.

Da questo io evinco che la "colpa" (se di colpa si può parlare) dell'aver creato il virus artificiale non è di uno scienziato cinese, e probabilmente [questa creazione] non è stata fatta in Cina, ma a UNC, dove è stato concepito, generato e progettato tutto questo lavoro.

Non so quindi perché si continui a parlare di ricerca di cinesi: in questo lavoro a me pare che di cinese ci sia ben poco!

Per giunta, nel servizio di Tg Leonardo ad un certo punto si dice che l'amministrazione americana aveva tagliato i fondi per ricerche che potevano creare virus pericolosi, ma che questo non aveva fermato "il lavoro dei cinesi sulla SARS che era in fase avanzata e ritenuto non così pericoloso".

Ragioniamo un attimo: con quali strumenti legislativi il governo USA avrebbe potuto tagliare i fondi a uno studio fatto in Cina da cinesi? E' evidente che si tratta di una inesattezza: il governo USA taglia i fondi agli studi USA, e questo studio era riuscito a "sfuggire" alla moratoria perché era ormai quasi finito, ma è uno studio secondo me prevalentemente fatto negli USA, e il "supervirus" infettante è stato fatto dagli americani, e non dai cinesi.


La persona aggiunge che l’equivoco probabilmente è nato per la seguente ragione:

Nel commentary che è stato pubblicato su Nature News (e che probabilmente è la fonte di TGR Leonardo) si dice:

"In an article published in Nature Medicine on 9 November, scientists investigated a virus called SHC014, which is found in horseshoe bats in China. The researchers created a chimaeric virus, made up of a surface protein of SHC014 and the backbone of a SARS virus that had been adapted to grow in mice and to mimic human disease."

La lettura frettolosa di questa frase ha fatto diventare cinese non l'origine del pipistrello a ferro di cavallo, ma la ricerca intera! Infatti, più oltre, si riporta anche la questione della moratoria USA e si dice:

"The latest study (vale a dire quello di Menachery et al) was already under way before the US moratorium began, and the US National Institutes of Health (NIH) allowed it to proceed while it was under review by the agency, says Ralph Baric, an infectious-disease researcher at the University of North Carolina at Chapel Hill, a co-author of the study. The NIH eventually concluded that the work was not so risky as to fall under the moratorium, he says."

Ralph Baric è l'ultimo nome di questo studio, il responsabile, colui che "designed experiments and wrote manuscript" assieme al primo autore, vale a dire Menachery (sempre UNC come affiliazione). Quindi, Ralph Baric, di UNC, giustifica il fatto che malgrado il governo USA avesse messo a ottobre 2014 una moratoria, il lavoro era già stato spedito all'NIH, che ne ha dato l'autorizzazione pensando che non fosse così pericoloso.

Mi sembra che ora tutto quadri. Un "in China" mal interpretato è diventato a 5 anni di distanza il putiferio in cui viviamo ora. Altro che battito di ali di farfalla!

Il riferimento finale al battito delle ali di farfalla è questo.


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