Mi stanno arrivando parecchie segnalazioni di un video su YouTube, attribuito al programma TGR Leonardo di Raitre, in cui si parla di una sperimentazione sul coronavirus fatta in Cina per modificare un coronavirus animale e renderlo contagioso per gli esseri umani [2020/03/06 15:00 Il video è stato rimosso, ma il suo contenuto è linkato qui sotto].
Il video non è alterato: proviene da questa puntata del 16/11/2015, specificamente al minuto 4:55. Ma non c’entra nulla con l’attuale pandemia da coronavirus.
Questo è quello che viene detto testualmente nel servizio:
CONDUTTORE: È un esperimento, certo, ma preoccupa, preoccupa tanti scienziati. Un gruppo di ricercatori cinesi innesta una proteina presa dai pipistrelli sul virus della SARS, la polmonite acuta, ricavato da topi, e ne esce un supervirus che potrebbe colpire l’uomo. Resta chiuso nei laboratori, ovvio; serve solo per motivi di studio. Ma vale la pena correre il rischio? Creare una minaccia così grande solo per poterla esaminare? Maurizio Menicucci.
MENICUCCI: Vecchio quanto la scienza il dibattito sui rischi della ricerca. In fondo è il mito di Icaro, che cade per avere sfiorato il sole con le ali di cera progettate dal padre Dedalo. Lo rilancia un esperimento realizzato in Cina, dove un gruppo di studiosi è riuscito a sviluppare una chimera, un organismo modificato, innestando la proteina superficiale di un coronavirus, trovato nei pipistrelli della specie piuttosto comune detta ‘naso a ferro di cavallo’, su un virus che provoca la SARS, la polmonite acuta, anche se in forma non mortale, nei topi.
Si sospettava che la proteina potesse rendere l’ibrido adatto a colpire l’uomo, e l’esperimento lo ha confermato. È proprio questa molecola, detta SHCO14, che permette al coronavirus di attaccarsi alle nostre cellule respiratorie, scatenando la sindrome. Secondo i ricercatori, inoltre, l’organismo, quello originale e a maggior ragione quello ingegnerizzato, può contagiare l’uomo direttamente dai pipistrelli, senza passare per una specie intermedia come il topo, ed è appunto questa eventualità a sollevare molte polemiche.
Proprio un anno fa, il governo USA aveva sospeso i finanziamenti alle ricerche che puntavano a rendere i virus più contagiosi, ma la moratoria non aveva fermato il lavoro dei cinesi sulla SARS, che era già in fase avanzata e si riteneva non così pericoloso. Secondo una parte del mondo scientifico, infatti, non lo è: le probabilità che il virus passi alla nostra specie sarebbero irrilevanti, rispetto ai benefici.
Un ragionamento che molti altri esperti bocciano: primo perché il rapporto tra rischi e beneficio è difficile da valutare e poi perché, specie di questi tempi, è più prudente non mettere in circolazione organismi che possano sfuggire, o essere sottratti, al controllo dei laboratori.
Questo video è collegato all’attuale pandemia? No. Secondo gli esperti il coronavirus del COVID-19 è una variante nuova, biologica, “naturale” nel senso che non è stata ingegnerizzata, e che quindi questa sperimentazione del 2015, per quanto discutibile, non può aver causato la pandemia di oggi. Le ricerche hanno dimostrato che fra il virus di questa ricerca del 2015 e l’attuale virus del COVID-19 ci sono oltre 5000 nucleotidi di differenza.
La denominazione esatta, della proteina, fra l’altro, è SHC014, non SHCO14 (zero, non O).
Il TG3 di oggi alle 19 ne parla da 31:51 con queste parole: “Va chiarito che quel virus non ha nulla a che fare con l’attuale COVID-19. Il servizio è tratto da una pubblicazione della rivista Nature, spiega il direttore della testata regionale RAI Alessandro Casarin. Lo abbiamo chiarito anche in questo telegiornale il 19 marzo con un servizio in cui si dava conto della ricerca di Nature che spiegava come il COVID-19 non sia stato creato in laboratorio, e anche virologi come Pregliasco e Burioni dicono ‘Il virus di oggi è naturale, non c’entra niente con quello di cui si parlava cinque anni fa’.”
La pubblicazione su Nature citata nel servizio del 2015 dovrebbe essere A SARS-like cluster of circulating bat coronaviruses shows potential for human emergence, in Nature Medicine, volume 21, pagg. 1508–1513 (2015), doi.org/10.1038/nm.3985, insieme a Engineered bat virus stirs debate over risky research: Lab-made coronavirus related to SARS can infect human cells in Nature News (2015), doi:10.1038/nature.2015.18787.
La ricerca su Nature che documenta che il virus odierno è di origine naturale è invece The proximal origin of SARS-CoV-2, in Nature Medicine (2020), https://doi.org/10.1038/s41591-020-0820-9.
L'ultima scemenza è la derivazione del coronavirus da un esperimento di laboratorio. Tranquilli, è naturale al 100%, purtroppo. https://t.co/GBKEPNWGyf— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) March 25, 2020
Caso chiuso, insomma: i complottisti si trovino un’altra gruccia per i loro zoppicanti e tediosi deliri. Ringrazio i tanti lettori che hanno contribuito con le loro segnalazioni: siete troppi per citarvi uno per uno.
2020/03/26 17:40
TGR Leonardo ha pubblicato una nuova puntata, con intervista a uno dei partecipanti alla ricerca citata nel 2015, chiarendo ulteriormente che quella ricerca non c‘entra nulla con l’attuale pandemia e che il “supervirus” era in realtà incapace di sopravvivere fuori dal laboratorio.
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