In una nuova conferma della massiccia carestia di materia grigia che sta devastando l'industria discografica, Contactmusic.com segnala l'ultima, geniale trovata per combattere la pirateria musicale: far circolare sotto falso nome le anteprime degli album degli artisti famosi.
Le case discografiche, infatti, mandano solitamente ai giornali e alle riviste, con varie settimane di anticipo, alcune copie dei CD di prossima uscita, nella speranza di ottenerne una recensione. Il guaio è che se il CD è di un artista famoso, capita che finisca in anteprima nelle mani di qualcuno che provvede immediatamente a pubblicarlo nei circuiti di scambio P2P, col risultato che il CD è scaricabile illegalmente ancor prima di essere in vendita nei negozi.
Così è stata partorita l'idea di inviare i CD da recensire etichettandoli con nomi fasulli, così si evita (secondo Mitch Schneider, agente di Alanis Morissette e dei Depeche Mode) che qualcuno passi accanto alla scrivania del recensore, noti un CD etichettato per esempio "Alanis Morissette", e decida di "prenderlo in prestito".
Il piccolo, trascurabile difetto di questa portentosa iniziativa antipirateria è che, come prevedibile, si è venuto a sapere quali sono i nomi fasulli e quali sono gli artisti reali corrispondenti. Per esempio, le copie di anteprima del prossimo album di Paul McCartney recano la firma "Pete Mitchell"; Faith Hill ha lo pseudonimo Fern Holloway; Alanis Morissette viaggia sotto il nome di Arthur Moore e i Depeche Mode si fanno chiamare Black Swarm.
Naturalmente, l'altro aspetto che forse i geni del disco non hanno considerato è l'effetto confusorio della rietichettatura. E' facile immaginare che molti critici musicali, sommersi di CD da recensire, diano un'occhiata distratta all'anonimo CD etichettato "Pete Mitchell" e lo scartino o lo regalino a qualcuno, magari dicendo "tieni, io non me ne faccio niente, questo Mitchell non è per niente originale, sembra uno che imita Paul McCartney".
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