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2008/03/03

Antibufala Classic: assorbenti all’amianto

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di "paid2cash" e "gltrioschi". Grazie ad "amo15", "paolofrn" e "lzaccagn" per la collaborazione alla ricerca. Indagine iniziale: 15 maggio 2003. Ultimo aggiornamento: 3 marzo 2008.


English Abstract
An e-mail first sighted in 2003 in Italian and circulating in English since 1998 warns against the use of sanitary towels and tampons because they allegedly contain asbestos and other toxic substances. In particular, the asbestos is said to be added intentionally by manufacturers in order to increase bleeding and therefore sell more products. This is a hoax, as described by Snopes.com. A more recent version (2007) of the e-mail appeal downplays the asbestos issue and focuses on dioxin and rayon content. It is apparently "signed" by a doctor from an Italian hospital; however, the person who "signed" the appeal has clarified that she is not a medical doctor (i.e., a physician), but a dottore (the title given in Italian to anyone who has a university degree of any kind). This person has also stressed that she simply received the appeal and forwarded it to her friends without checking its factual accuracy, and that the e-mail was not intended for public circulation.


In breve


Circola via e-mail dal 2003 in italiano (e dal 1998 in inglese) un appello che mette in guardia contro gli assorbenti interni ed esterni perché conterrebbero amianto (foto qui sopra) e altre sostanze tossiche. In particolare, l'appello sostiene che l'amianto viene introdotto intenzionalmente dai fabbricanti per aumentare il sanguinamento e quindi vendere di più. Una versione più recente dell'appello segnala invece la presenza di rayon e diossina.

L'appello, in tutte le sue versioni, è una bufala: non c'è amianto negli assorbenti; il rayon c'è, ma è meno pericoloso del cotone; la diossina è presente in quantità infinitesimali (spesso ce n'è di più nell'ambiente circostante che negli assorbenti). Inoltre la "firma" che accompagna alcune incarnazioni dell'appello è stata apposta involontariamente da una persona che non è medico e che non ha verificato l'appello prima di inoltrarlo.


Il testo dell'appello


Esistono numerose versioni di quest'allarme: qui sotto presento quella tuttora circolante e risalente almeno a metà 2005 (come documentato per esempio qui e qui) e quella datata 2003.


Versione 2007


Ho lasciato i refusi presenti nell'originale e omesso l'indirizzo della "garante" dell'appello. Le evidenziazioni in grassetto sono mie.

Vi preghiamo di trasmettere questa e-mail a tutte le donne che potete. Per gli uomini che ricevono questa e-mail, vi preghiamo di spedirla ad amiche, ragazze, sorelle, madri, figlie ecc. Grazie!

Controllate le etichette degli assorbenti interni che volete acquistare, la prossima volta, e controllate se riuscite ad individuare alcuni dei segni familiari descritti in questa e-mail. Non meraviglia che tante donne al mondo soffrano di cancro alla cervice e di tumori all'utero. Sapete che i produttori di assorbenti interni usano diossina e rayon nei loro prodotti?

Sono sostanze cancerogene e tossiche!

Perché allora gli assorbenti interni non sono contro la legge?

Perché gli assorbenti interni non sono un prodotto alimentare e, dunque, non sono considerati pericolosi o illegali.

ECCO LO SCANDALO: Gli assorbenti interni contengono due cose che sono potenzialmente pericolose: Rayon (per assorbire) e diossina (un prodotto chimico usato per sbiancare I prodotti).

A volte contengono anche piccole percentuali di amianto, per indurre nell'organismo femminile una emorragia più intensa (più sanguinamento più assorbenti consumati). L'industria degli assorbenti interni e' convinta che noi, essendo donne, abbiamo bisogno di prodotti candeggiati, sbiancati per pensare che il prodotto sia puro e pulito. Il problema e' che la diossina, che viene prodotta in tale processo sbiancante, può apportare gravi danni all'organismo! La diossina e' stata associata al cancro da studi clinici, ed e' tossica per I sistemi immunitario e riproduttivo.

E' anche stata associata con endometriosi e basso numero di spermatozoi per gli uomini. Lo scorso settembre, l'Agenzia di Protezione Ambientale EPA ha reso noto che non esiste un livello "accettabile" di esposizione alla diossina, visto che e' cumulativa e lenta a disintegrarsi. Il pericolo Reale viene dal contatto ripetuto (Karen Couppert "Pulling the Plug on the Tampon Industry").

Io direi che usare circa 3-4 assorbenti interni al giorno, per cinque giorni al mese, per 38 anni e' un "contatto ripetuto". Non pensate anche voi?

Il Raion contribuisce ai pericoli creati da assorbenti interni e dalla diossina perche'e' una sostanza altamente assorbente. Perciò, quando fibre degli assorbenti interni restano nel collo del'utero (come di solito accade), ciò crea un "serbatoio" di diossina nel corpo. Tra l'altro, resta all'interno molto più a lungo di quanto rimarrebbe con assorbenti interni fatti solo di cotone, perché il rayon è più leggero e tende ad attaccarsi. Questo e' anche il motivo per il quale la TSS (Sindrome da Shock Tossico) può colpire le donne che usano assorbenti interni (come potete leggere dal foglio informatico di TUTTI gli assorbenti interni in commercio).

QUALI SONO LE ALTERNATIVE?

Usare assorbenti esteni, o prodotti non sbiancati e fatti completamente di cotone.

Anche altri prodotti d'igiene femminile (assorbenti/fazzoletti) contengono diossina, ma non sono tanto pericolosi quanto gli assorbenti interni. Sfortunatamente, prodotti non sbiancati e in cotone si trovano quasi solo in negozi di "prodotti biologici" (quindi sono più cari). Nel 1989, degli attivisti inglesi organizzarono una campagna contro lo biancamento attuato con cloro. Sei settimane e 50000 lettere dopo, I produttori di diversi prodotti sanitari passarono all'ossigeno (uno dei metodi Verdi disponibili. (MS magazine, May/June 1995)

COSA FARE ORA:

Ditelo alla gente. A tutti. Informateli. Ques ta industria ci sta danneggiando, facciamo qualcosa per impedirlo! Se evete tempo, scrivete una lettera alle società Tampax - Playtex - O.B - sKotex. Sulle scatole c'è sempre un recapito. Fate loro sapere che esigiamo un prodotto sicuro: assorbenti interni COMPLETAMENTE DI COTONE NON SBIANCATO.

Grazie.

Dr.ssa C**** Z****

Direzione Prestazioni e Marketing

Azienda Ospedaliera - Policlinico di Modena


E-Mail: ******.*****@policlinico.mo.it


Versione 2003


Anche qui, le evidenziazioni sono mie e i refusi sono presenti nell'originale.

Vi preghiamo di trasmettere questa e-mail a tutte le donne che potete. Per gli uomini che ricevono questa e-mail, vi preghiamo di spedirla ad amiche, ragazze, sorelle, madri, figlie ecc. Grazie!

Controllate le etichette degli assorbenti sanitari e dei tamponi che volete acquistare, la prossima volta, e controllate se riuscite ad individuare alcuni dei segni familiari descritti in questa e-mail. Non meraviglia che tante donne al mondo soffrano di cancro alla cervice e di tumori all'utero.

Sapete che i produttori di tamponi usano amianto nei loro prodotti? Perché?

Perché l'amianto vi fa sanguinare di più, e se sanguinate di più, usate più tamponi.

Perché non è contro la legge, dato che l'amianto e' tanto pericoloso?

Perché I tamponi non sono un prodotto alimentare e, dunque, non sono considerati pericolosi o illegali. Il periodico "Essence" di questo mese include un piccolo articolo su questo problema, e menziona due produttori di tamponi di cotone come alternativa.

I produttori sono: Organic Essentials tel. 1-800-765-6491 and Terra Femme tel.1-800-755-0212.

Una donna che sta svolgendo il proprio dottorato in Colorado, ha spedito la seguente e-mail: "Sto scrivendo questo perché le donne non vengono informate dei pericoli di qualcosa che la maggior parte di noi usa: I tamponi. Questo mese, durante le lezioni, ho imparato molto sulla biologia E le donne, inclusa l'igiene femminile.

Recentemente, abbiamo imparato che I tamponi sono davvero pericolosi (per alter ragioni che non la TSS!!!). Dopo aver appreso ciò a lezione, la maggior parte delle donne si sono sentite infuriate contro l'industria dei tamponi, e io, per prima, voglio fare qualcosa a riguardo. Per cominciare, voglio informare tutti coloro che posso, e l'email e' il modo più veloce che conosco.

ECCO LO SCANDALO:

I tamponi contengono due cose che sono potenzialmente pericolose: Raion (per assorbire) e diossina (un prodotto chimico usato per sbiancare I prodotti).

L'industria dei tamponi e' convinta che noi, essendo donne, abbiamo bisogno di prodotti candeggiati, sbiancati per pensare che il prodotto sia puro e pulito. Il problema e' che la diossina, che viene prodotta in tale processo sbiancante, può apportare gravi danni alle donne. La diossina e' potenzialmente cancerogena (associata al cancro) ed e' tossica per I Sistemi immunitario e riproduttivo. E' anche stata associata con endometriosi e basso numero di spermatozoi per gli uomini.

In entrambi sessi, danneggia il sistema immunitario. Lo scorso settembre, l'Agenzia di Protezione Ambientale EPA ha reso noto che non esiste un livello "accettabile" di esposizione Alla diossina, visto che e' cumulativa e lenta a disintegrarsi. Il pericolo Reale viene dal contatto ripetuto (Karen Couppert "Pulling the Plug on the Tampon Industry").

Io direi che usare circa 4-5 tamponi al giorno, per cinque giorni al mese, per 38 anni e' un "contatto ripetuto". Non pensate anche voi? Il Raion contribuisce ai pericoli creati dai tamponi e dalla diossina perche'e' una sostanza altamente assorbente.

Perciò, quando fibre dei tamponi restano nella vagina (come di solito accade), ciò crea un terreno fertile per la diossina. Tra l'altro, resta all'interno molto più a lungo di quanto rimarrebbe con tamponi fatti solo di cotone. Questo e' anche il motivo per il quale la TSS (Sindrome da Shock Tossico) accade.

QUALI SONO LE ALTERNATIVE?

Usare prodotti d'igiene femminile non sbiancati e che siano fatti completamente di cotone. Anche altri prodotti d'igiene femminile (assorbenti/fazzoletti) contengono diossina, ma non sono tanto pericolosi quanto I tamponi. Dunque, cosa potete fare se non vi e' possibile Abbandonare I tamponi? Usate tamponi fatti al 100% di cotone non sbiancato. Sfortunatamente, poche società producono questi tamponi sicuri. (Potete comprarli in once, si chiamano "Cottons"). Si trovano di solito soltanto in negozi di "Cibo sano".

Paesi di tutto il Mondo (Svezia, Germania, Columbia Britannica ecc) hanno chiesto di poter passare a questo tipo di tampone più sicuro, mentre gli Stati Uniti hanno deciso di tenerci all'oscuro di tutto).

Nel 1989, degli attivisti inglesi organizzarono una campagna contro lo sbiancamento
attuato con cloro. Sei settimane e 50000 lettere dopo, I produttori di prodotti sanitari passarono all'ossigeno (uno dei metodi Verdi disponibili. (MS magazine, May/June 1995).

COSA FARE ORA:

Ditelo alla gente. A tutti. Informateli. Questa industria e il governo ci stanno manipolando, facciamo qualcosa per impedirlo! Per favore, scrivete alle società Tampax Tambrands; Playtex; O.B.; Kotex.

Sulle scatole c'e' l'intera lista degli 800 numeri. Fate loro sapere che esigiamo un prodotto sicuro: TAMPONI COMPLETAMENTE DI COTONE NON SBIANCATO.

PROMEMORIA:

Per non perdere l'impatto di questa email, PREGHIAMO chiunque voglia spedirla ai propri amici, di copiarla e poi passarla su un NUOVO messaggio.

In questo modo, non potrà distorcere il messaggio a causa delle varie frecce che appaiono nelle e-mail inoltrate. Vi preghiamo di farlo con considerazione e serietà.

Grazie.


Datazione e origini


Come accennato, l'appello risale almeno al 2003 per la versione italiana e al 1998 per quella inglese, secondo Snopes.com.


Perché è una bufala


L'appello iniziale, quello datato 2003, è in realtà composto da due appelli separati, che si sono fusi strada facendo. I segni dell'infelice ibridazione sono ancora evidenti, come nota un lettore (Riccardo Ghigl*****ich), nel fatto che prima l'appello parla di amianto, poi dice che ci sono due ingredienti pericolosi (diossina e raion) e si dimentica completamente dell'amianto. Già questo, insomma, dovrebbe suggerire un certo scetticismo.

La versione 2007, invece, è una riscrittura della versione precedente, nella quale viene ridimensionato ma non eliminato del tutto il riferimento all'amianto e viene introdotto un "garante" apparentemente autorevole: una dottoressa, che qui ho citato indicandone soltanto le iniziali per rispetto della privacy e per evitarle ulteriori tribolazioni, ma il cui nome per esteso è presente nell'appello.

In un e-mail inviato a un lettore (rubbbens, che ringrazio), la dottoressa ha chiarito il proprio coinvolgimento e soprattutto ha spiegato che non è un medico:

"questa mail mi è stata inviata da amici ed io l'ho trasmessa ad altri senza aggiungere nulla al testo (non sono medico e non ho alcun strumento per testarne la veridicità); purtroppo è stata manipolata aggiungendo al testo il mio indirizzo ed è stata messa in circolazione a mia insaputa e senza la mia autorizzazione. Vi prego di non alimentarne la diffusione."

Chiarita questa falsa autenticazione, andiamo con ordine, con l'aiuto del mitico sito antibufala Snopes.com, che come già accennato ha analizzato a fondo la versione inglese di questo appello.


Non c'è amianto nei tamponi


L'FDA, l'ente statunitense che regolamenta alimenti e farmaci, ha dovuto pubblicare una pagina di smentita e chiarimento che dice specificamente:

L'FDA non ha alcuna prova della presenza di amianto nei tamponi, né è al corrente di segnalazioni di aumentato sanguinamento mestruale a seguito dell'uso di tamponi. Prima che qualunque tampone venga commercializzato negli Stati Uniti, l'FDA ne esamina la progettazione e i materiali. L'amianto non è un ingrediente di alcun tampone di marca statunitense e non è associato alle fibre usate nella produzione dei tamponi. Inoltre i siti di produzione dei tamponi vengono sottoposti a ispezioni dell'FDA per controllare che lavorino a regola d'arte. Pertanto, tali ispezioni probabilmente identificherebbero eventuali procedimenti che esponessero i tamponi all'amianto. Se qualsiasi tampone fosse contaminato dall'amianto, questo sarebbe il risultato di una manomissione, che è un reato."

La spiegazione dell'FDA chiarisce dunque che è falsa la giustificazione che si può mettere l'amianto nei tamponi perché "i tamponi non sono un prodotto alimentare e, dunque, non sono considerati pericolosi o illegali".

Inoltre, secondo l'OSHA, il NIH e l'EPA, enti statunitensi deputati alla protezione dell'ambiente, della salute e alla sicurezza sul lavoro, l'amianto è molto pericoloso se ingerito o inalato (l'inalazione può provocare asbestosi o cancro ai polmoni e ad altri organi) e causa irritazioni se viene a contatto con la pelle, come spiegato in questa pagina dell'EPA o questa del National Institute of Health (risalente al 2002 e archiviata presso Archive.org). Pare evidente che un tampone sia decisamente a stretto contatto con la pelle: quindi la giustificazione non regge assolutamente.

Già nel 2001, il sito italiano della Tampax smentiva categoricamente la presenza di amianto nei tamponi così:

I tamponi Tampax contengono amianto? Assolutamente no. Non c'è traccia di amianto nei Tampax."

Il concetto è ribadito anche attualmente presso Tampax.it. Insomma, a meno che crediate che FDA, EPA, NIH, OSHA, Tampax e tutti i ricercatori del settore siano in combutta per ammazzare i propri clienti in un colossale complotto, la questione dell'amianto è chiusa. Non ce n'è, punto e basta.

L'FDA è considerata un punto di riferimento per la sicurezza dei farmaci in tutto il mondo. Non è composta da dilettanti che si comprano con quattro dollari (neppure l'industria del tabacco è riuscita a zittirla). Se proprio non ci credete, andate da un chimico e fatevi fare l'analisi chimica di un tampone, alla ricerca di amianto; poi fatemi sapere. Ma nel frattempo abbiate il buon senso di non seminare panico ingiustificato.

Notate, inoltre, che l'anonimo estensore della versione 2003 dell'appello non si fa scrupoli a fare una bella pubblicità a due case produttrici (statunitensi), citandole con tanto di nome e numero di telefono, e traendole da un "periodico 'Essence' di questo mese" che, come in ogni appello-bufala che si rispetti, viene citato senza indicarne la data di pubblicazione e quindi sarà anche tra dieci anni. Molto comodo. Viene da chiedersi a chi giova questa forma di terrorismo pubblicitario.


Rayon: c'è, ma quanto è realmente pericoloso?


Per il raion (o Rayon) la cosa è più complicata. Il Rayon è in effetti presente nei tamponi, come confermato dal sito Tampax.it. Ma è pericoloso?

L'appello afferma che "Il Raion contribuisce ai pericoli creati dai tamponi e dalla diossina perché è una sostanza altamente assorbente... quando fibre dei tamponi restano nella vagina (come di solito accade), ciò crea un terreno fertile per la diossina. Tra l'altro, resta all'interno molto più a lungo di quanto rimarrebbe con tamponi fatti solo di cotone."
  • Il Rayon è considerato innocuo, tant'è vero che lo si usa per gli indumenti e come materiale chirurgico. E' un derivato della cellulosa.
  • Il Rayon viene usato nei tamponi non soltanto perché è altamente assorbente (cosa in sé non pericolosa, ma anzi ovviamente necessaria per il funzionamento del prodotto), ma perché si sfilaccia meno del cotone. Pertanto un assorbente interno in Rayon rilascia meno fibre di uno di cotone.
  • Non si capisce perché debba "restare all'interno più a lungo".
  • Nella versione 2003, l'anonimo traduttore italiano dell'appello ha dato una eloquente "aggiustatina" a questa affermazione, che in originale non parla semplicemente di "terreno fertile", ma di "breeding ground", ossia di "terreno fertile per la riproduzione". La diossina è una sostanza chimica, non una creatura vivente, e come tale ovviamente non si riproduce, esattamente come mettere due sassi in una stanza non produrrà una nidiata di sassolini. Uno svarione di questa portata la dice lunga sulla serietà e sulla preparazione di chi ha redatto l'appello originale.

Tuttavia il Rayon si può produrre usando il cloro, secondo l'FDA, e il cloro produce diossine. Quindi il Rayon in sé è sicuro, ma comporta la possibilità di portarsi appresso diossine. Ma l'FDA dichiara che il Rayon attualmente utilizzato nei tamponi statunitensi viene prodotto adottando tecniche alternative che non generano diossine: "Rayon raw material used in U.S. tampons is now produced using elemental chlorine-free or totally chlorine free bleaching processes", dice la già citata pagina dell'FDA.


Diossina


Sul fatto che le diossine facciano male non c'è alcun dubbio. Ma ci sono diossine nei tamponi, come dice l'appello?

Secondo l'FDA, se ce ne sono, sono a livelli talmente bassi da non essere misurabili:

...i livelli di diossine nel rayon grezzo usato per i tamponi sono pari o inferiori al limite rilevabile dai test più avanzati, ossia circa 0,1 parti per trilione... molte volte inferiore alla quantità normalmente presente nell'organismo e proveniente da altre fonti... Una parte per trilione equivale a un cucchiaino in un lago profondo cinque metri e ampio 2,6 chilometri quadrati.

Pertanto il rischio diossina nei tamponi è praticamente trascurabile. Ce n'è molta di più nell'ambiente che ci circonda che nei tamponi. Aver paura della diossina nei tamponi è come abitare accanto alla ferrovia e temere di diventare sordi perché il vicino parla a voce alta.

Non solo: a proposito di diossine e di sostanze chimiche pericolose c'è una sorpresa interessante.


Cotone


L'appello propone di "usare prodotti d'igiene femminile non sbiancati e che siano fatti completamente di cotone...Usate tamponi fatti al 100% di cotone non sbiancato. Sfortunatamente, poche società producono questi tamponi sicuri."

Chiaro, no? Cotone uguale sicurezza. Peccato che il cotone coltivato con i metodi convenzionali sia, secondo Snopes.com, "una delle piante a maggior consumo di pesticidi... circa il 10% dei pesticidi e il 22,5% degli insetticidi del mondo viene usato sul cotone." Pertanto un tampone a base di cotone coltivato in modo convenzionale potrebbe contenere la stessa quantità di porcherie chimiche di un tampone "non alternativo" a base di cotone e rayon. Per eliminare davvero questo rischio occorrerebbe trovare tamponi di puro cotone coltivato senza pesticidi e insetticidi.

In altre parole, passare a tamponi fatti al 100% di cotone senza verificare che il cotone sia coltivato in modo biologico non risolve granché. Come capita spesso negli appelli diffusi via Internet, la soluzione ai problemi non è così semplice come si vuol far credere.


Chiarimento: la sindrome da shock tossico


Come descritto su tutti i foglietti illustrativi dei tamponi, la sindrome da shock tossico (Toxic Shock Syndrome, TSS) è "una malattia rara ma grave. E' causata dalle tossine prodotte dal batterio Staphylococcus aureus... La TSS mestruale è associata all'uso dei tamponi." E' grave abbastanza da indurre persino i fabbricanti di tamponi a riportare questo consiglio: "Potete anche sostanzialmente eliminare il rischio di TSS mestruale non usando assorbenti interni."

Usare tamponi "alternativi" di cotone al 100% al posto di quelli "commerciali" riduce leggermente l'incidenza della sindrome, ma non la elimina: del resto, sono stati riportati casi di TSS anche negli anni in cui i tamponi erano tutti in puro cotone (dal 1933, anno di invenzione, ai primi anni Settanta). Non fidatevi dunque di un appello che arriva da chissà chi, ma parlatene con il vostro medico.

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