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2008/01/09

Antibufala Classic: la saga degli stipendi dei parlamentari italiani

Questo articolo vi arriva grazie alle gentili donazioni di “papzadsl” e “marcoalon”.

Ripubblico qui in versione aggiornata e riordinata una delle mie indagini d'epoca, iniziata nel 2002 e tuttora in evoluzione: quella sui presunti stipendi e privilegi dei parlamentari italiani.
Indagine iniziale: 17/01/2002. Ultimo aggiornamento: 09/01/2008.


Vorrei chiarire, per l'ennesima volta, che non voglio fare propaganda politica in favore di nessuno (è anche per questo che ho lasciato l'Italia) e sono perfettamente d'accordo con l'idea che gli stipendi dei politici italiani siano spropositati e che il numero di deputati e senatori (945 più quelli a vita) sia assurdamente elevato, specialmente se rapportato a quello di altri stati. Ma credo che le iniquità e le assurdità non si debbano combattere usando dati falsi: bastano, e avanzano, quelli reali. Oltretutto, fondare qualsiasi iniziativa su una bugia significa offrire il fianco all'avversario, dandogli facile appiglio per screditare.

English abstract
Since 2002, an e-mail appeal has been claiming that Italian MPs have unanimously and surreptitiously granted themselves an increase in their salary. The appeal also lists a long series of privileges allegedly enjoyed by Italian MPs: free mobile phones, free cinema and theater tickets, free bus and train rides, free postage stamps, et cetera. The appeal refers to an article that appeared "this week" in the Italian magazine L'Espresso. But as time goes by, it's always "this week" and therefore there's no way to trace the source of this claim. The Italian government has denied the figures and privileges stated in the appeal and has published the real data on its website. Several clues suggest that this story was concocted by a person keen on starting a referendum to curb the privileges of Italian MPs. Unfortunately this person chose to use completely bogus figures, thus discrediting his otherwise worthy initiative. Curiously, the appeal continues to circulate even after the transition from Italian lire to euros. It's been converted to euros and has attracted several supporters even among journalists who fail to check their facts. Links with further information (in Italian) are provided below.


In breve


Dal 2002 circola un appello che parla di un articolo apparso "sull'Espresso di questa settimana", secondo il quale il Parlamento avrebbe votato all'unanimità un aumento di stipendio camuffato "in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali". L'appello elenca poi le cifre spettacolari dei privilegi dei parlamentari.

Le cifre sono false. I parlamentari hanno sì numerosi privilegi, ma non quelli elencati dall'appello, che risale a otto anni fa ed è quindi largamente obsoleto.

I dettagli e le cifre effettivamente dichiarate dal Senato e dalla Camera sono qui sotto, insieme all'identificazione delle origini dell'appello.


Il testo dell'appello


Con le solite varianti tipiche delle catene di sant'Antonio, il testo è grosso modo il seguente (ho evidenziato i concetti salienti in grassetto).


Versione 2000


Sull'Espresso di questa settimana c'è un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa 2.200.000 lire al mese. Inoltre la mozione è stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.

Segue un elenco di cifre iperboliche, espresse all'epoca in lire, riguardanti stipendi, rimborsi e privilegi vari che spetterebbero ai parlamentari italiani:

STIPENDIO 37.086.079 AL MESE
STIPENDIO BASE 19.325.396 al mese
PORTABORSE 7.804.232 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO 5.621.690 al mese
TELEFONO CELLULARE gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis

E così via.

Il messaggio si conclude con questo invito:

Far circolare.......stiamo promovendo un referendum per l'abolizione
dei privilegi di tutti i parlamentari............queste informazioni possono essere lette solo attraverso Internet in quanto quasi tutti i mass media rifiutano di portarle a conoscenza degli italiani...... PER FAVORE CONTINUATE LA CATENA

Circola anche una versione di quest'appello che cita una "gazzetta ufficiale 28-11-99" nella quale comparirebbe il testo del referendum, e un sedicente "COMITATO REFERENDUM ABOLIZIONE PRIVILEGI PARLAMENTARI ITALIANI" (chissà se lo scrivono tutto in maiuscolo per sentirsi più grandi).

Tuttavia un lettore (buse.lhd) ha astutamente notato che il 28 novembre 1999 era domenica, e la Gazzetta Ufficiale non esce di domenica. Quindi non esiste una "gazzetta ufficiale 28-11-99".


Versione 2005


A maggio 2005 mi è stata segnalata questa versione, "convertita" in euro:

MANDIAMOLI A LAVORARE :

Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti (ma và?!) un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa € 1.135,00 al mese.

Inoltre la mozione e stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.

STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE

STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese

PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)

RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese

INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00)

+

TELEFONO CELLULARE gratis

TESSERA DEL CINEMA gratis

TESSERA TEATRO gratis

TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis

FRANCOBOLLI gratis

VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis

CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis

PISCINE E PALESTRE gratis

FS gratis

AEREO DI STATO gratis

AMBASCIATE gratis

CLINICHE gratis

ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis

ASSICURAZIONE MORTE gratis

AUTO BLU CON AUTISTA gratis

RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00). Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (per ora!!!)

Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio)

La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.

La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!

Far circolare.......si sta promovendo un referendum per l' abolizione dei privilegi di tutti i parlamentari............ queste informazioni possono essere lette solo attraverso Internet in quanto quasi tutti i massmedia rifiutano di portarle a conoscenza degli italiani......

PER FAVORE CONTINUATE LA CATENA.

E naturalmente se poi si tratta di aumentare gli stipendi di qualunque classe lavorativa di tipo dipendente di poco meno di un centinaio di euro allora li apriti cielo vero Brutti stronzi di mangiapatate a tradimento!!!!!!Braccia rubate alla agricoltura ,ancor piu scemi noi che li votiamo sta classe dirigente Politica di Vampiri!!!


Versione 2007


Questa versione mi è stata segnalata a giugno 2007 direttamente da un membro della Camera: il testo ha subìto alcune leggere modifiche (il numero de L'Espresso è più genericamente quello "di qualche settimana fa", per esempio) e l'appello viaggia come documento PDF.





Datazione e origini


L'appello risale almeno a luglio 2000, quando circolava soltanto via e-mail, come segnalatomi da un lettore (spatatrac). È approdato nei newsgroup, specificamente nel newsgroup alt.cracks, il 13 ottobre 2000.

Nota [2008/01/09] - Ricordo di aver trovato questo primo messaggio durante le ricerche iniziali fatte nel 2002, ma attualmente Google Gruppi non ne riporta più alcuna traccia, per quel che mi risulta. Le tracce più antiche ora reperibili in Google Gruppi risalgono a metà dicembre 2001 (qui). Gli archivi del Codacons includevano un comunicato stampa dell'1/2/2001 che ripeteva esattamente il testo dell'appello: il comunicato sembra essere attualmente scomparso, ma è citato in un successivo comunicato Codacons del 3/4/2001, tuttora disponibile e mostrato più avanti in questo articolo.


Perché è una bufala


I parlamentari hanno sì numerosi privilegi, ma non quelli indicati nell'elenco. Le cifre reali sono facilmente consultabili sui siti del governo italiano nelle pagine indicate più avanti. Inoltre non esiste alcun articolo de L'Espresso che riporta i dati specifici citati dall'appello.

Prima di tutto, guardiamo la coerenza interna del messaggio. Prima si dice che "sull'Espresso di questa settimana c'è un articoletto", poi si dice "queste informazioni possono essere lette solo attraverso Internet". Già qui mi pare che la cosa non stia granché in piedi.

Secondo: manca ogni e qualsiasi riferimento a date, persone, indirizzi, leggi o documenti. Si dice "stiamo promuovendo un referendum": chi? dove? Se qualcuno sta davvero promuovendo un referendum, mi pare logico che voglia far sapere dove si raccolgono le firme, come contribuire, eccetera. Invece niente.

Inoltre si dice "sull'Espresso di questa settimana" (o, in altre versioni, "sull'Espresso di qualche settimana fa"). Bella mossa, davvero intelligente! Così la settimana prossima il messaggio sembrerà riferirsi a un altro numero de L'Espresso, e così via. Un classico espediente per non far datare la catena.

Fin qui i dubbi che saltano fuori da una semplice analisi senza verifiche esterne. Ce ne sarebbero già abbastanza da cestinare immediatamente il messaggio, ma siccome c'è tanta gente (giornalisti compresi) che non crede a una semplice verifica basata sul buon senso, approfondisco le indagini.

Scegliendo in Google l'opzione Gruppi per cercare il messaggio nell'archivio dei newsgroup se ne trovano tracce in abbondanza. Una (questa) risale addirittura a metà dicembre 2001, e naturalmente cita sempre "l'Espresso di questa settimana".

Nel newsgroup it.discussioni.leggende.metropolitane, poi, c'è gente che si ricorda di un messaggio identico risalente a due o tre anni prima.

Insomma, direi proprio che ci sono abbastanza dati per dichiararla bufala DOC. Per carità, sulle ruberie dei politici ci si può accapigliare fino al giorno del giudizio, ma lo si può fare con dati veri: non occorrono quelli inventati. E quelli di questo appello sono inventati, secondo quanto documentato dalla Camera dei Deputati e dal Senato più avanti.


Il Codacons abbocca all'appello (2001)


Il già citato lettore buse.lhd ha scovato una variante presso il sito di un giornale telematico dedicato al Parlamento italiano, Buvette.net, in cui l'appello viene attribuito addirittura al Codacons, e viene pubblicata anche una smentita con le vere cifre riguardanti i parlamentari italiani.

Nota [2008/01/09] - Buvette.net non esiste più e quindi il link alla variante (questo) è obsoleto, ma ancora consultabile presso Archive.org.

In effetti sul sito del Codacons, nella sezione Archivi, c'è un comunicato stampa intitolato "Cronaca Nazionale 01/02/2001 - APPELLO DEL CODACONS AI DUE CANDIDATI RUTELLI E BERLUSCONI", tratto da qui. Notate la data: febbraio 2001. Il comunicato ripete esattamente il testo dell'appello, con tanto di riferimento all'inesistente Gazzetta Ufficiale del 28/11/99: segno evidente che il Codacons non ha pensato di controllare le cifre prima di aprir bocca.

Nota [2008/01/09] - Il comunicato non è più reperibile negli archivi Codacons, ma l'inesorabile Archive.org ne ha una copia datata 1/7/2001, che riporto qui sotto come immagine cliccabile per ingrandirla.



La smentita della Camera dei Deputati (2001)


Il 9 febbraio 2001, l'Ufficio Stampa della Camera dei Deputati ha diramato una smentita riguardante un comunicato stampa del Codacons sull'argomento. Ne riporto qui sotto integralmente il testo.

Nota [2008/01/09] - La smentita era in questa pagina del sito della Camera, ma il link è stato eliminato.

Smentita dell'Ufficio Stampa della Camera dei Deputati, 9 febbraio 2001

E' stato pubblicato nei giorni scorsi sul sito internet del Codacons un comunicato stampa - diffuso ora anche su internet via e-mail - riguardante il trattamento economico dei parlamentari. Si tratta di un testo che, almeno per ciò che riguarda la Camera dei Deputati, contiene numerosi errori ed imprecisioni.

In particolare:

E' falso che il totale delle competenze mensili di ciascun deputato sia pari a 37.086.079. Il totale delle competenze è infatti costituito da 9.097.648 (19.315.728 lire lorde) e dalla diaria di soggiorno pari a 5.501.100: la somma di queste voci è pari a lire 14.598.748.

E' falso che i collaboratori del deputato siano generalmente suoi parenti: i collaboratori non possono essere né parenti né affini entro il quarto grado (delibera dell'Ufficio di Presidenza numero 214 del 2000).

E' falso che esista il "telefono cellulare gratis" per i deputati. La dotazione di telefono cellulare è prevista solo per i componenti dell'Ufficio di Presidenza e per i Presidenti di Commissione: al deputato sono rimborsati 30mila scatti annui pari a 4.572.000 lire.

E' falso che esista una "tessera di teatro gratis".

E' falso che esista una "tessera autobus-metropolitana gratis".

E' falso che esistano "francobolli gratis" per i deputati: la franchigia postale è limitata ai soli membri dell'Ufficio di Presidenza, ai Presidenti di Commissione e agli ex Presidenti della Camera.

E' falso che esistano "palestre e piscine gratis" per i deputati: sulla base dello Statuto del Circolo Montecitorio -- che non è comunque gestito dalla Camera dei Deputati - questi possono utilizzare gli impianti sportivi dietro pagamento della quota associativa.

E' falso che esista un "vagone di rappresentanza delle FS gratis" per i deputati.

E' falso che sia previsto l'uso di qualsivoglia "aereo di Stato gratis".

E' falso che esistano "cliniche gratis". Come molte altre categorie, i deputati hanno un sistema di assistenza sanitaria integrativa che dietro pagamento di 869.208 lire mensili, pari al 4,5% dell'indennità parlamentare lorda, garantisce loro il rimborso delle spese mediche con limiti e massimali previsti da un apposito Regolamento.

E' falso che esistano "auto blu con autista gratis" per i deputati: esiste un ridotto parco auto riservato ai titolari di cariche istituzionali della Camera. Agli ex Presidenti della Camera sono riconosciute alcune prerogative, tra cui l'uso dell'auto di servizio, ma solo fino a quando essi siano parlamentari.

E' falso che esistano "giornali gratis" per i deputati: esiste una rassegna stampa quotidiana per tutti i deputati e una sala di lettura con i principali quotidiani nazionali e locali. Una dotazione di quotidiani è prevista solo per i titolari di cariche istituzionali della Camera.

E' falso che esista un "ristorante gratis" per i deputati, i quali pagano presso il ristorante interno il conto dei propri pasti (mediamente pari a Lit. 25.000).

E' falso che siano previsti finanziamenti diretti ai deputati nel settore dell'editoria. Sono invece previste -- ai sensi della legge n. 250/90 e successive modificazioni e integrazioni -- provvidenze per le imprese editrici di quotidiani e periodici che siano espressione di forze politiche che abbiano il proprio gruppo parlamentare in una delle Camere o rappresentanze nel Parlamento europeo o siano espressione di minoranze linguistiche riconosciute. L'erogazione di tali provvidenze non è di competenza della Camera ma spetta al Dipartimento dell'Editoria presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

E' falso, infine, il dato relativo al costo complessivo della Camera. Il totale delle spese correnti e in conto capitale del bilancio della Camera per il 2001 è pari a 1.563.491 milioni (comprensivo dei vitalizi agli ex deputati e delle pensioni per gli ex dipendenti della Camera). Invece, il comunicato del Codacons indica la cifra di "2 milioni e 446 mila miliardi" quale "peso causato al Paese da questa classe politica".


Il Codacons non crede alla smentita (2001)


Il Codacons ha contestato anche la smentita in una pagina Web intitolata "Cronaca Nazionale 03/04/2001 - QUANTO CI COSTANO I PARLAMENTARI?", attualmente reperibile qui e mostrata qui accanto in versione cliccabile per ingrandirla (la schermata è stata catturata a gennaio 2008).

Il Codacons risponde alla smentita della Camera con perle come questa:

"La Camera ha contestato meno della metà delle cifre da noi riportate, e pertanto devono essere considerate veritiere e precise quelle non oggetto di replica (più della metà)."

Insomma, stando al Codacons, se uno dice una cosa e nessuno gliela contesta, basta questo per certificare che è vera. Bel modo di ragionare, complimenti. Se questi sono i ragionamenti di coloro che dovrebbero difendere noi consumatori, chi ci difenderà dai difensori?


L'articolo compare davvero sull'Espresso "di questa settimana" (2002, 2003)


La cosa comica è che ovviamente l'Espresso, come qualsiasi giornale, si occupa ogni tanto dell'argomento, per cui capita davvero che ci sia un articolo sugli stipendi dei parlamentari "sull'Espresso di questa settimana". Per esempio:

  • A gennaio 2002, un lettore (renato52) mi ha segnalato che "sull'Espresso 'di questa settimana' (nr 3 del 17/1/2002) pag 23 un articoletto parla dell'aumento dello stipendio dei deputati, approvato alla vigilia di Natale, retroattivo da giugno 2001. Le cifre però non concordano, se non parzialmente in alcune voci, con la "catena": ora guadagnano tot. EUR 13374.68, di cui EUR 4648.11 indennita', EUR 3873.43 diaria, EUR 4028.36 portaborse, EUR 774.69 spese viaggio."
  • A ottobre 2003, due lettori (brucozoe e akiller) mi hanno segnalato che "questa settimana sull'Espresso e precisamente nel numero del 16 ottobre 2003 a pagina 17 c'è veramente l'articolo!" e mi hanno allegato una scansione dell'articolo in questione, che tengo in archivio ma non pubblico per motivi di copyright: ne cito solo alcuni punti. "i deputati a fine settembre hanno incrementato l'indennità parlamentare di 605 euro. Così da 10.974 euro al mese, la retribuzione sale a 11.579... i deputati ricevono mensilmente anche una diaria di circa 4 mila euro... più 4.190 euro per i collaboratori e per altre spese nel proprio collegio, più una cifra tra i 3.323 e i 3.395 euro al trimestre per raggiungere l'aeroporto, più 3.100 euro annui per viaggi all'estero... più 3.099 euro annui per le spese telefoniche..."

Tuttavia questo non dimostra affatto che l'appello è autentico e che i dati contenuti nella catena sono validi: anzi, finora i dati citati dall'Espresso non concordano con quelli dell'appello, per cui in realtà lo smentiscono.


Scovato il promotore dell'appello? (2002)


Ad aprile 2002 ho ricevuto da un lettore (ftesauro) questa nota interessante: una traccia che porta a un certo Silvano Giometto, che ha davvero tentato senza successo di promuovere un referendum sugli stipendi dei parlamentari, forte dell'appoggio di ben dieci persone. Le evidenziazioni in grassetto sono mie. Notate la data 28/9/1999, molto simile a quella citata nell'appello, che è 28/11/1999.

Volevo solo comunicarti a proposito degli stipendi dei parlamentari, che in effetti un'iniziativa c'è stata, ma che, purtroppo, non ha avuto seguito e non riguardava tutti i privilegi indicati nella famosa e-mail, Ti invio il link ed il testo della GU

Grazie

http://gazzette.comune.jesi.an.it/228-99/11.htm

Gazzetta Ufficiale n. 228 del 28-09-1999

CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

COMUNICATO

Annuncio di una richiesta di referendum popolare

Ai sensi degli articoli 7 e 27 della legge 25 maggio 1970, n. 352, si annuncia che la cancelleria della Corte suprema di cassazione, in data 27 settembre 1999 ha raccolto a verbale e dato atto della dichiarazione resa da dieci cittadini italiani, muniti dei prescritti certificati elettorali, di voler promuovere una richiesta di referendum popolare, previsto dall'art. 75 della Costituzione, sul seguente quesito:

"Volete l'abrogazione delle parole ed e' comprensivo del rimborso di spese di segreteria e di rappresentanza'' dal primo comma dell'art. 1 della legge 31/10/1965 n. 1261 pubblicato sulla G.U. 20/11/1965 n. 290.

Volete l'abrogazione delle parole ''Ai membri del Parlamento e' corrisposta inoltre una diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma'' dell'art. 2 della legge 31/10/1965 n. 1261 pubblicato sulla G.U. 20 novembre 1965 n. 290.

Volete l'abrogazione del primo comma dell'art. 4 della legge 31/10/1965 n. 1261 pubblicato sulla G.U. 20/11/1965 n. 290 che recita: ''I commi primo e secondo dell'art. 88 del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei Deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361 sono sostituiti dai seguenti:

Volete l'abrogazione delle parole: ''L'indennita' mensile e la diaria per il rimborso delle spese di soggiorno previste dall'art. 2 sono esenti da ogni tributo e non possono comunque essere computate agli effetti dell'accertamento del reddito imponibile e della determinazione dell'aliquota per qualsiasi imposta o tributo dovuto sia allo Stato che ad altri Enti, o a qualsiasi altro effetto'' dell'art. 5 terzo comma della legge 31/10/1965 n. 1261 pubblicato sulla G.U. 20/11/1965 n. 290.

Volete l'abrogazione dell'art. 6 della legge 31/10/1965 n. 1261 pubblicata sulla G.U. 20/11/1965 n. 290 che recita: "Il trattamento tributario previsto dall'art. 5 della presente legge si applica, per quanto compatibile, alle indennita' ed assegni spettanti ai consiglieri delle regioni a statuto speciale.''?".

Dichiarano, altresi', di eleggere domicilio presso Giometto Silvano, via S. Fiorenzo, 5 - 00122 Lido di Ostia.

Un altro lettore (spatatrac) mi segnala una pagina web datata 9 luglio 2000, nella quale si racconta che un "... pilota Alitalia cinquentenne, certo Silvano Giometto, vicentino, simpatico guascone, leader del gruppo indipendente Democrazia Costituente, infervorato da passione civile, come un novello Donchisciotte, ha deciso di sfidare il "Palazzo" proponendo un Referendum per togliere i privilegi di cui godono parlamentari nazionali ed europarlamentari".

Purtroppo, però, i due siti citati da questa pagina (www.listeciviche.com, www.siroma.com/referendum) non contengono più alcuna informazione riguardante il supposto referendum.

Nota [2008/01/09] - La pagina Web segnalata qui sopra non esiste più, ma è archiviata qui presso Archive.org (e visibile nell'immagine qui accanto, cliccabile per ingrandirla).

Silvano Giometto è stato intervistato da Beha a colori, la trasmissione di Radiouno, il 15 febbraio 2002, ma non ha rilasciato dichiarazioni coerenti (se mi passate l'eufemismo), dalle quali comunque mi pare di capire che sia davvero lui l'autore di questa bufala degli stipendi parlamentari.

La registrazione della puntata è disponibile nei miei archivi.


La smentita aggiornata della Camera dei Deputati (2004)


Ad agosto 2004, il sito della Camera dei Deputati ha pubblicato una smentita aggiornata, che riporto qui sotto.

Nota [2008/01/09] - La smentita non è più reperibile al link originale, ma è conservata presso Archive.org (come mostrato qui accanto).

Trattamento economico

La prima voce è l’indennità, quella che nel linguaggio comune è definita "stipendio", seguono la diaria e i rimborsi: per le "spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori", per le spese accessorie di viaggio e per i viaggi all’estero, per le spese telefoniche.

Completano la scheda le voci sull'assegno di fine mandato, le prestazioni previdenziali e sanitarie e sui trasporti.

Indennità parlamentare

L'indennità, prevista dalla Costituzione all'art. 69, è determinata in base alla legge n. 1261 del 31 ottobre 1965. È fissata in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate.

L’indennità è corrisposta per 12 mensilità. L'importo mensile è pari a 5.941,91 euro, al netto delle ritenute previdenziali (€ 833,10) e assistenziali (€ 559,54) della quota contributiva per l’assegno vitalizio (€ 1.069,35) e della ritenuta fiscale (€ 4.030,42).

Diaria

Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, sulla base della stessa legge n. 1261 del 1965.

La diaria ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico.

È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata.

Rimborso per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori

A titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, al deputato è attribuita una somma mensile di 4.190 euro, che viene erogata tramite il gruppo parlamentare di appartenenza.

Ai deputati non è riconosciuto alcun rimborso per le spese postali a decorrere dal 1990.

Spese di trasporto e spese di viaggio

I deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale.

Per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto più vicino e tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km.

I deputati, qualora si rechino all’estero per ragioni di studio o connesse all’attività parlamentare, possono richiedere un rimborso per le spese sostenute entro un limite massimo annuo di 3.100,00 euro.

Spese telefoniche

I deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche. La Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari.

Assistenza sanitaria

Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5 per cento della propria indennità lorda, pari a 559,54 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto da un tariffario.

Assegno di fine mandato

Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari a 833,10 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l'assegno di fine mandato, che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).

Assegno vitalizio

Anche in questo caso, il deputato versa mensilmente una quota - l'8,6 per cento, pari a 1.069,35 euro - della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dall'Ufficio di Presidenza il 30 luglio 1997.

In base alle norme contenute in tale Regolamento, il deputato riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. Il limite di età diminuisce fino al 60° anno di età in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti.

Lo stesso Regolamento prevede la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il deputato sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale.

L'importo dell'assegno varia da un minimo del 25 per cento a un massimo dell'80 per cento dell'indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare.


Nuovo aggiornamento degli stipendi (maggio 2006)


Un lettore, data_base, mi segnala i dati aggiornati al 2006: la Camera dei Deputati li pubblica qui. Il Senato pubblica i dati del trattamento economico dei senatori qui. I dati non corrispondono a quelli proposti dall'appello.

Nota [2008/01/09] - Il link del Senato è obsoleto ma tuttora consultabile presso Archive.org.


Ulteriore aggiornamento degli stipendi (giugno 2007)


I dati aggiornati al 2007 sono pubblicati dalla Camera dei Deputati qui, mentre quelli del Senato sono ora pubblicati qui (ma con la precisazione "dati aggiornati a gennaio 2006"). Ancora una volta, i dati non corrispondono a quelli proposti dall'appello.


Gli "stipendi" ufficiali dei deputati


Trascrivo dal sito della Camera:

La prima voce è l'indennità, quella che nel linguaggio comune è definita "stipendio", seguono la diaria e i rimborsi: per le "spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori", per le spese accessorie di viaggio e per i viaggi all'estero, per le spese telefoniche. Completano la scheda le voci sull'assegno di fine mandato, le prestazioni previdenziali e sanitarie e sui trasporti.

Indennità parlamentare - L'indennità, prevista dalla Costituzione all'art. 69, è determinata in base alla legge n. 1261 del 31 ottobre 1965. È fissata in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate. Tale misura è stata rideterminata in riduzione dall'art. 1, comma 52, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (legge finanziaria per il 2006). L'indennità è corrisposta per 12 mensilità. L'importo mensile - che, a seguito della delibera dell'Ufficio di Presidenza del 17 gennaio 2006, è stato ridotto del 10% - è pari a 5.486,58 euro, al netto delle ritenute previdenziali (€ 784,14) e assistenziali (€ 526,66) della quota contributiva per l'assegno vitalizio (€ 1.006,51) e della ritenuta fiscale (€ 3.899,75).

Diaria - Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, sulla base della stessa legge n.1261 del 1965. La diaria ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico. È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata.

Rimborso per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori - A titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, al deputato è attribuita una somma mensile di 4.190 euro, che viene erogata tramite il gruppo parlamentare di appartenenza. Ai deputati non è riconosciuto alcun rimborso per le spese postali a decorrere dal 1990.

Spese di trasporto e spese di viaggio - I deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto più vicino e tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km. I deputati, qualora si rechino all'estero per ragioni di studio o connesse all'attività parlamentare, possono richiedere un rimborso per le spese sostenute entro un limite massimo annuo di 3.100,00 euro.

Spese telefoniche - I deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche. La Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari.

Assistenza sanitaria - Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5 per cento della propria indennità lorda, pari a 526,66 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto da un tariffario.

Assegno di fine mandato - Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l'assegno di fine mandato, che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).

Assegno vitalizio - Anche in questo caso, il deputato versa mensilmente una quota - l'8,6 per cento, pari a 1.006,51 euro - della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dall'Ufficio di Presidenza il 30 luglio 1997. In base alle norme contenute in tale Regolamento, il deputato riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. Il limite di età diminuisce fino al 60° anno di età in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti. Lo stesso Regolamento prevede la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il deputato sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale. L'importo dell'assegno varia da un minimo del 25 per cento a un massimo dell'80 per cento dell'indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare.


Gli "stipendi" ufficiali dei senatori


Trascrivo dal sito del Senato:

L'indennità, prevista dalla Costituzione all'art. 69, è determinata, in base alla legge n. 1261 del 31 ottobre 1965, in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate. Con delibera del 1993 il Consiglio di presidenza del Senato ha stabilito che tale misura fosse ridotta al 96% del predetto trattamento dei magistrati.

Per effetto delle disposizioni contenute nella legge finanziaria 2006, l'importo lordo dell'indennità ha subito inoltre una riduzione pari al 10 per cento.

L'indennità è corrisposta per 12 mensilità. L'importo mensile è pari ora a 5.419,46 euro (prima del "taglio" della finanziaria 2006 era pari a 5.941,91 euro), al netto della ritenuta fiscale (€ 3.555,63), nonché delle quote contributive per l'assegno vitalizio (€ 962,42), per l'assegno di solidarietà (€ 749,79) e per l'assistenza sanitaria (€ 503,59). Nel caso in cui il Senatore versi anche la quota aggiuntiva per la reversibilità dell'assegno vitalizio (2,15 per cento), l'importo netto dell'indennità scende a 5.178,86 euro.

Diaria - Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, sulla base della stessa legge n. 1261 del 1965. La diaria ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 258,23 euro per ogni giorno di assenza del Senatore dalle sedute dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni qualificate e verifiche del numero legale. È considerato presente il Senatore che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata.

Rimborso per spese inerenti i supporti per lo svolgimento del mandato parlamentare - A titolo di rimborso forfettario per le spese sostenute per retribuire i propri collaboratori e per quelle necessarie a svolgere, anche nel collegio elettorale, il mandato parlamentare, al Senatore è attribuita una somma mensile di 4.678,36 euro, in parte (35% pari a 1.637,43 euro) erogata direttamente al Senatore medesimo ed in parte (65% pari a 3.040,93 euro) erogata al Gruppo parlamentare di appartenenza. Ai Senatori non è riconosciuto alcun rimborso per le spese postali.

Spese di trasporto e spese di viaggio - I Senatori usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Per i trasferimenti dal luogo di residenza a Roma, è previsto un rimborso spese annuo pari a 13.293,60 euro, per il Senatore che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto o la stazione ferroviaria più vicina al luogo di residenza, ed a 15.979,18 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km. Per i Senatori residenti a Roma ed eletti in collegi del Comune di Roma, il rimborso è corrisposto nella misura di 6.646,80 euro. Ad ogni Senatore è corrisposta, a titolo di rimborso, una somma forfettaria annua di 3.100 euro, a fronte delle spese sostenute per viaggi internazionali di aggiornamento.

Spese telefoniche - I Senatori dispongono di una somma annua di 4.150 euro per le spese telefoniche.

Assistenza sanitaria integrativa - E' previsto il rimborso delle spese sanitarie ai Senatori (anche cessati dal mandato ovvero ai titolari di trattamento di reversibilità, nonché ai rispettivi familiari) iscritti al servizio di Assistenza Sanitaria Integrativa nei limiti dell'apposito Regolamento, approvato dal Consiglio di Presidenza. Gli iscritti versano un contributo commisurato alle competenze mensili lorde (4,5% per i Senatori in carica; 4,7% gli altri) e quote aggiuntive per i familiari.

Trattenuta per l'assegno di solidarietà (a fine mandato) - Il Senatore versa mensilmente, ad un apposito Fondo, una quota pari al 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari ora a 749,79 euro. Al termine del mandato parlamentare, il Senatore riceve l'assegno di solidarietà (anche denominato "di fine mandato"), che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).

Trattenuta per l'assegno vitalizio - Anche in questo caso, il Senatore versa mensilmente una quota - l'8,6 per cento, pari ora a 962,42 euro, più il 2,15 per cento, come quota aggiuntiva per la reversibilità, pari a 240,60 euro - della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dal Consiglio di Presidenza. In base alle norme contenute in tale Regolamento, il Senatore riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. Il limite di età è ridotto al 60° anno ove siano state svolte più legislature. Lo stesso Regolamento prevede la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il Senatore sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale. L'importo dell'assegno vitalizio varia da un minimo del 25 per cento ad un massimo dell'80 per cento dell'indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare.


Stipendi edizione 2008


Il trattamento economico è oggi (2008) documentato qui per i deputati della Camera e qui per i senatori. Anche stavolta, i dati dichiarati da Camera e Senato non corrispondono a quelli asseriti dall'appello.


In conclusione


Ovviamente ognuno è libero di credere o meno alle smentite ufficiali (ma nel secondo caso il rischio di scivolare nella paranoia è alto) e di ritenere equi o meno questi importi. Ma queste sono argomentazioni che esulano dal mio compito, che è quello di indagare sulla bufala.

Ma soprattutto è importante ricordare che di questa bufala non ci libereremo proprio mai, finché ci sarà gente che abbocca a qualsiasi cosa legga e non controlla le proprie fonti.

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