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2018/02/26

La Stampa, Carlo Grande: Neil Armstrong è ancora vivo, e altre cazzate

An English summary is available at the end of the Italian text. Ultimo aggiornamento: 2018/02/27 12.30.

Ah sì, il giornalismo, quello della carta stampata, quello che ci salverà dalle fake news che son tutta colpa di Internet signora mia, se solo lasciassero le notizie ai giornalisti staremmo tutti bene, i treni arriverebbero in orario e tornerebbero le mezze stagioni.

Carlo Grande, su La Stampa, ha pubblicato una delle più spettacolari collezioni di cazzate spaziali degli ultimi tempi. Si intitola “La Luna e poi? Illuminazioni e arche di Noè: le storie, un po’ folli, degli ex Moonwalker”. Non regalate clic a questo sconcio: lo trovate in copia su Archive.is qui. Leggetelo e piangete.

Cazzata numero uno: Neil Armstrong è ancora vivo. Non lo sapevate? Ve lo dice Carlo Grande: “Armstrong, primo uomo sulla Luna, si è concesso meno di tutti. È vivo, forse stanco di sentirsi chiedere: «Ehi, com’è passeggiare lassù?»”. Armstrong è morto il 25 agosto 2012. C’era pure scritto su La Stampa, quel giorno. Si vede che sarà stata una fake news. Suvvia, La Stampa: non avete un giornale, in redazione?

Cazzata numero due: sono ancora vivi in quattro. “Salvo errori, ne sono rimasti quattro”, scrive Carlo Grande. Salvo errori, dice il giornalista, perché contare fino a dodici è difficile e si potrebbe sbagliare. Perché andare su Wikipedia e guardare quali e quanti di questi dodici sono ancora vivi costa troppa fatica ed è indegno di un Vero Giornalista. Fra coloro che hanno camminato sulla Luna, i vivi sono oggi cinque, non quattro: Aldrin, Bean, Scott, Duke, Schmitt. I morti sono sette: Armstrong, Conrad, Mitchell, Shepard, Irwin, Young, Cernan. Sette più cinque fa dodici. Salvo errori, s’intende.

Cazzata numero tre: siamo andati sulla Luna sette volte, non sei, sapevatelo. Carlo Grande scrive: “David Scott (settimo sbarco)”. Balle. Gli sbarchi lunari furono sei: Apollo 11, 12, 14, 15, 16, 17 (Apollo 13 fu interrotta per uno scoppio a bordo). Non esiste nessun settimo sbarco. Anche questo errore dilettantesco si poteva evitare usando Wikipedia.

Cazzata numero quattro: Mitchell partecipò al sesto sbarco. Scrive Grande: “Edgar Mitchell (sesto sbarco)”. Falso. Mitchell arrivò sulla Luna con Apollo 14, che fu il terzo sbarco.

Ce ne sarebbero altre, e ci sarebbe molto, ma molto da dire su come Carlo Grande riduce questi uomini che hanno fatto la Storia a rimbambiti disadattati, ossessivi e disonesti, ma mi fermo qui per pietà. Questi sono andati sulla Luna, ma un giornalista che ha problemi a contare fino a dodici li tratta dall’alto in basso. Complimenti, davvero complimenti.

Prima l’intervista inventata a Samantha Cristoforetti, adesso questa balla spaziale su La Stampa. Poi mi chiedono perché non perdo mai tempo a leggere notizie aerospaziali nei giornali generalisti. Articoli pieni di errori dilettanteschi come questi gettano fango sugli astronauti e sui buoni giornalisti.

“Ehi, Alan, leggi qui quante cazzate dicono di noi su La Stampa...” (Foto NASA).


Aggiornamento (2018/02/27 12:30)


Carlo Grande ha replicato pubblicamente su Twitter. La Stampa ha invece corretto l’articolo aggiungendo una postilla informativa.



English summary


Today the Italian national newspaper La Stampa published an article by journalist Carlo Grande about the Apollo moonwalkers. The article (saved here on Archive.is for the record) contains a number of outrageous factual errors that could have been easily avoided just by looking up the Apollo missions in an encyclopedia or on Wikipedia. Such errors show a total disregard for the basic journalistic duty of checking the facts before posting an article.

  1. Mr. Grande claims that Neil Armstrong is still alive. He passed away in 2012. Even La Stampa reported his death. Yet Mr. Grande writes “Armstrong, first man on the Moon, was the least willing to make himself available [to the press]. He’s alive, perhaps tired of being asked «Hey, what’s it like to walk up there?»”. How can a journalist write about the men who walked on the Moon and not know that the first one, one of history’s most famous and celebrated explorers, is dead?
  2. Mr. Grande states that four Moonwalkers are still alive: “Barring any mistakes, four are left.” Apparently counting the living and the dead among all of twelve men is somewhat challenging for Mr. Grande. Five moonwalkers, not four, are still alive: Buzz Aldrin, Alan Bean, Dave Scott, Charlie Duke, Harrison Schmitt. Seven are no longer with us: Neil Armstrong, Pete Conrad, Ed Mitchell, Alan Shepard, Jim Irwin, John Young, Gene Cernan.
  3. Mr. Grande claims there were seven Moon landings. He writes: “David Scott (seventh landing) was banished from NASA for taking 400 stamped enveloped to the Moon, for resale to collectors”. There were six landings, not seven: Apollo 11, 12, 14, 15, 16, 17 (Apollo 13 was aborted due to an onboard explosion).
  4. Finally, Mr. Grande claims that Ed Mitchell was a crewman of the sixth landing. He writes: “Edgar Mitchell (sixth landing), upon returning has an epiphany...”. That is simply wrong. Mitchell went to the Moon on Apollo 14, which was the third landing.

In addition to these blatant factual errors, Mr. Grande treats the moonwalkers disparagingly, calling them “maladjusted” and saying they had to “deal with alcohol problems, divorces, mystical obsessions”, while making no mention at all of their spectacular human and scientific achievements: all he says about Aldrin is that he “boasts that he was the first to urinate on the Moon, claims he doesn’t know how to make coffee and can’t finish a sentence.” And all he has to say about Alan Bean is that he “tirelessly paints the same subject (the Moon, of course)”.

These men went to the Moon and back in one of history’s most complex and challenging endeavors, yet Mr. Grande, who has trouble even bothering to check the dead and the living among twelve people, thinks it’s OK to mock them. This, apparently, is what passes for journalism in Italy nowadays.


Update (2018/02/27 12:30): The newspaper corrected the article and noted the corrections in a footnote.

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